Tracce nel campo

May 23, 2017 | Autor: T. Artistica | Categoría: Stroke, Dementia and Alzheimer, Pazienti Anziani, Arte terapeutica, Terapeutica artistica
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Descripción

Dipartimento di Arti Visive
 Corso di Teoria e Pratica della Terapeutica Artistica

Tracce nel campo Sara Simone Relatore Tesi: Stefania Ulivieri Relatore Progetto: Tiziana Tacconi A.A. 2015/2016

INDICE 1 Introduzione

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2 L’arte nel Pio Albergo Trivulzio

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2.1  Il PAT 2.2  Bezzi 2 2.3  Senilità e le sue patologie 2.4  La vita , la morte, la malattia - Vivere l’ospedalizzazione 2.5  Resilienza 3 Arte nella cura della persona

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3.1 L’arte 3.2 La terapeutica artistica 3.3 La figura dell’artista terapista 4 Il progetto

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4.1 La terra e le sue espressioni 4.2 Obiettivi e metodi - Il gruppo - Il campo Raccontar-sè 4.3  Materiali e tecniche -L’argilla e il marmo, l’impasto e la modellatura 4.4 Il laboratorio - L’argilla, incisione sulle tavolette - L’argilla, i vasi e le sculture L’impasto di marmo, incisione su tavolette 5 Esperienza laboratoriale

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6 Installazione e valore dell’opera condivisa

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6.1  L’opera condivisa 6.2  L’installazione all’interno del Bezzi 7 L’inaugurazione e la mostra

71

8 Testimonianze

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9 Conclusione

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Ringraziamenti

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Bibliografia

90

INTRODUZIONE Durante l’invecchiamento situazioni come il pensionamento, la vedovanza, l’avvicinarsi della morte, il diradarsi della rete sociale, la malattia, il progressivo declino fisico e cognitivo, la perdita di indipendenza e la sensazione di sentirsi adulti improduttivi integrati nella società, può comportare nell’anziano, reazioni che spesso si traducono in disturbi di vario genere. Questi possono tradursi in comportamenti oppositivi quali la rabbia, l’isolamento o l’evitamento sociale, ma posso addirittura sfociare in disturbi della sfera psichica quali: disturbi d’ansia, disturbi del tono d’umore, disturbi del sistema nervoso centrale o, addirittura, disturbi psicotici. L’inserimento in una casa di riposo o in un RSA, pone l’anziano di fronte a notevoli cambiamenti, spesso difficili da affrontare, come il distacco dalle abitudini domestiche, dal calore e dalla prossimità degli affetti familiari e l’ingresso in una struttura tendenzialmente ospedalizzata, non più luogo intimo in cui sentirsi a proprio agio. Tali cambiamenti possono portare a situazioni di malessere e di isolamento, a disagi che è possibile risolvere piano piano solo attraverso l’umanità, la comprensione e l’amore, che rendano così l’ambiente più confortevole poiché al suo interno si comincia a ri-conoscersi. Prendersi cura attraverso l’arte e i suoi linguaggi è lo scopo della Terapeutica Artistica. Alla luce di questa premessa e di ciò che ho osservato durante la fase di conoscenza della struttura e delle persone che vi accoglie, ho ritenuto appropriato lavorare sull’espressione personale, sulla condivisione della propria esperienza attraverso il gruppo e sulla presenza del campo, come luogo del far esperienza, come complesso di elementi mentali attivati nel gruppo, quali gli aspetti emotivi e l’atmosfera. Il lavoro sull’espressione presuppone una riscoperta del sé, in un viaggio a ritroso nella propria vita, cogliendo quei luoghi, quegli eventi o quelle persone che per primi riaffiorano nell’aggrovigliato gomitolo formato dal filo della memoria. Ciò che rimane più vivido in essa è ciò che più profondamente ci ha segnato nella vita, ciò che ci rende quel che siamo. Raccontarle, scriverle o formarle ne permette la condivisione: rendere visibili queste memorie, in qual si voglia maniera, permette a noi stessi di riviverle, di concretizzarle visivamente restituendo attualità a qualcosa che appartiene al passato, e permette a chi è altro da noi di conoscerle e conoscerci. I materiali utilizzati sono prevalentemente di origine naturale non solo nel rispetto della delicatezza dell’utenza, ma anche per ricongiungere le persone, per quanto possibile, a quella naturalezza e semplicità che ugualmente può portare alla creazione di qualcosa di bello. Sono materiali dall’origine terrosa e la scelta di utilizzarli dipende dalle loro caratteristiche nonché dai significati che portano con sé. Sia l’argilla che l’impasto realizzato con graniglia di marmo si presentano originariamente come materie accoglienti, su cui facilmente si può lasciare una traccia, imprimere il proprio gesto, che con il tempo e la cottura, nel caso dell’argilla, e l’essiccazione, nel caso dell’impasto, acquisiranno solidità e consistenza. La terra quindi come tesoriera di un atto di memoria, su cui ognuno lascia di sé un segno indelebile. L’argilla è un materiale che per le sue proprietà plastiche, si presta al contatto e all’espressione diretta, mettendosi al servizio della creatività e dei suoi

processi, ritenuti fondamentali per lo sviluppo e la crescita della personalità di un uomo. È una materia facilmente modellabile che si dona alla relazione in un esperienza che agevola la connessione tra elementi del mondo interno con quelli del mondo esterno. In questo terreno transizionale, creare l’oggetto significa relazionarsi con esso, implica il passaggio di elementi dal soggetto all’oggetto caricandolo di significati. Il soggetto comunica alla materia argillosa per via di azioni legate alla gestualità del corpo, in una esperienza sensoriale-percettiva in cui le sensazioni raccolte attraverso la stimolazione dei sensi arrivano a stimolare gli strati in cui risiedono le emozioni e i propri vissuti. Attraverso il contatto con la materia si entra in rapporto con il proprio io interiore, che prende forma grazie alla relazione con l’argilla: essa si presta ad essere la proiezione delle proprie componenti emozionali.

BIBLIOGRAFIA •

Herman Hesse, Le stagioni della vita, Milano, Mondadori, 1988. 




Umberto Galimberti, Il corpo, Milano, Fabbri, 2014. 




Jean Paul Sartre, L’essere e il nulla, Milano , Il saggiatore, 2014. 




Italo Calvino, Se una notte d’inverno un viaggiatore, Milano, Mondadori, 2000. 




Vasilij Kandinskij, Lo spirituale nell’arte, Milano, SE, 2005. 




Antonello Correale, Il campo istituzionale, Roma ,Borla, 2007. 




Claudio Neri, il gruppo, Roma, Borla, 2003. 




Italo Calvino, Lezioni Americane, Milano, Mondadori, 2000. 




Rainer Maria Rilke, Lettere a un giovane poeta, Milano, Adelphi, 1999. 




Oliver Sacks, L’uomo che scambiò sua moglie per un cappello, Milano, Adelphi, 2001. 




Duccio Demetrio, Pedagogia della memoria, Roma, Meltemi, 1998. 




Gaston Bachelard, La terra e le forze. Le immagini della volontà, Como, Red, 1989. 




Lucia Zannini, Il corpo-paziente, Milano, Franco Angeli, 2004. 


SITOGRAFIA • http://www.energiacreativa.org/2010/09/creare-nutre-lanima.html • http://lnx.claudioneri.it/wp-content/uploads/2013/05/la-nozione-allargata-di-campo-inpsicoanalisi.pdf 


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