[Recensione a]: A. CÓCOLA GANT, El Barrio Gótico de Barcelona. Planificación del Pasado e Imagen de Marca, in “Palladio”, N. S., 52, luglio-dicembre 2013, pp. 147-156.

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~LLADIO

NUOVA SERIE - ANNO XXVI- N. 52 LUGLIO-DICEMBRE 2013 La rivista PalLadio, fondata da Gmtavo Giovannoni e specializzata in Storia delL'Architettura e ReJtauro architettonico, da oltre settanta anni coltiva questo campo storiografico nelLe vicende che vanno dalL'Antico al Contemporaneo. Utiliaa, entI'o il folto g,'uppo di specialisti del Comitato Direttivo e del Comiglio Scientifico, almeno due studioJi pef la valutazione di ogni contributo preJentato per la pubblicaz ione,

Il presente fascicolo è staro realizzaro con i contributi di: SAP[ENZA UNIVERS[TÀ DI ROMA

Diparrimento di Storia, Disegno e Restamo dell'Architettura - Diparrimento di Ingegneria Strutturale e Geotecnica UNIVEHSlTÀ

J)l

FERRARA

- Diparrimenro di Architettura, LaboRA (Laboratorio di Restauro Archirettonico)

UNIVERSITÀ DI CHIETI E PESCARA

- Diparrimenro di Archirettura, Sezione PA (Parrimonio Architetronico)

Comirata direttivo: Sanàro Benederri (direrrore responsabile), Giovanni Carbonara, Marcello Fagiolo, Antonino Gallo Cmcio, Renato Masiani Consiglio scientifico; Bruno Adorni, Amedeo Bellini, Corrado Bozzoni, Riccatdo Dalla Negra, Cesare De Seta, Paolo Fancelli, Vincenzo Fontana, Cairoli F. Giuliani, Antonio Giuliano, Francesco Gurrieri, Jacques Heyman, Irving Lavin, Certina Lenza, Henry Millon, Francesco Moschini, Virtorio Nascè, Paul Philippot, Ennio Poleggi, Paolo Portoghesi, Augusto Roca De Ami­ cis, Giorgio Rocco, Cosranza Roggero, Maria Piera Sette, Paolo Sommella, Gianfranco Spagnesi, Claudio Varagnoli Comitato di redazione; Lorenzo Bartolini Salimbeni (caporedattore), Piero Aebischer, Simona Benedetti, Maurizio Caperna, naria Delsere, Fabrizio Di Marco, Damiano Jacobone, Bruno Torresi, Marcello Villani La sezione "Recensioni e segnalazioni" è ctlrata da Maria Luisa Neri e Maria Grazia Turco; la sezione "SOlJlmm'i delle l'ivùte" è Lllrata da Maria Letizia ,Accorsi Le tradflzi07li in inglese sono curate da Lorenzo Barlolini Salimbeni Recensionj; Monica Livadiorti e Giorgio Ortolani (Antichità), Piero Spagnesi (Medioevo), Fernando Bilancia (Rinascimento), Pao­ lo Micalizzi (Barocco e Neoc!assico), Luca Creti (Ottocento e Novecento), Mario Pisani (Contemporaneo), Donatella Fiorani e Massimo De Vico Fallani (Restauro e Tutela paesaggistica), Giancarlo Palmerio (Storia delle tecniche costruttive) Corrispondenti; Piemonte: Viima Fasoli; Lombardia: Aldo Castellano; Liguria: Nicolò De Mari; Emilia Romagna: Maurizio Ricci; Marche: Maria Luisa Neri; Toscana: Mario Bevilacqua; Abruzzo e Molise: Adriano Ghisetti Giavarina; Puglia: Gian Paolo Consoli; Campania: Leonardo Di Mauro; Calab"ia e Basilicata: Francesca Paolino; Sicilia: Marco Rosario Nobile e Franco Tomaselli ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECCA DELLO STATO S.p.A. Via Salaria, 1027 - reI. 06/8.5081 Spedi,ione in abbonamento postale 70% - DCB Roma Redazione: cio Dipartimento di Storia, DIsegno e Restaurn dell' Architertura - piazza Borghese, 9 - 00186 Roma - reI. 06/49918813 - fax 06/6878169

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IVISTA DI STORIA DELL/ARCHITETTURA E RESTAURO

Contributi

S ALESSANDRO PERGOLI CAMPANELLI: Fana idolorum destrui minime debeant. Gregorio Magno e la conversione dei templi pagani al mito cristiano 21

ANA MARfN FIDALGO: Mcirmoles Genoveses para la Casa de Don Miguel de Manara

3S

ARIANNA PETRACCIA: La modernizzazione del patrimonio ecclesiastico aquilano tra Cinquecento e

Seicento: la cattedrale dei Ss. Massimo e Giorgio e la basilica di S. Bernardino

S9 Yuri Strozzieri: II progetto di Orazio Torriani per la cappella del Santo Crocifisso in S. Andrea della Valle 77

ELENA GARDI, GIORGIA ROSSI: La chiesa di S. Mm'ia del Carmine a Piacenza. Storia e rempero

di 97

IIn

bene dimenticato

ILARIA DELSERE: Gli interventi settecenteschi di Antonio Valeri nel complesso di S. Stefano degli

Abissini in Vaticano 117

DARIO DONETTl: "1 colori, i toni e le architetture delle scene". Pietro Aschieri scenografo

Recensioni e Segnalazioni

139 Medioevo 144 Resrauro e Tutela paesaggiscica lS7 Riassunti l

S9 Tavola delle sigle archivistiche e bibliografiche

ISTITUTO POLIGRAFICO E ZECCA DELLO STATO LIBRERIA DELLO STATO

rileva l'A., "la modernità del pensiero di Cassiodoro ... fu quella di non limitare il proprio operaro ... a un'im­ pwbabile restaurazione del mondo amico ma di sp inger­ si olrre, sino alla creazione di qualcosa di nuovo che fosse al conrempo solidamenre ancoraro alla cultura amica". Si rearra - sempre secondo l'A. - di riconoscere che "le opere del passato non sono più in cominuità col presen­ re"; d'altro canto è lo stesso Cassiodoro a sostenere - an­ ticipando un concetro sicuramente moderno - che non si possa agire attraverso un comporramemo selerrivo, cioè secondo il "principio della preferenza", accettare che una cosa avvenga a discapito di un'alrra, ciò che si evince con chiarezza proprio dalle sue parole: "proinde moderna si­ ne priorum imminutione desideramus erigere: quicquid enim per alienum venit incommodum, nostrae iustitiae non probatori accepmm". È quesra un'affermazione che - come rileva giusta­ mente Alessandro Pergoli Campanelli - "da sola baste­ rebbe a conferire a Cassiodoro un pOSto indelebile nella storia della conservazione e del restauro dei monumenti"; in efferri, analogamente a quanto espresso per la dialetti­ ca passato e presente, anche per il binomio moderno e antico non individua contrapposizioni, anzi, rivolgendosi alle problematiche che in parallelo toccano la scala urbana, relaziona la bellezza alla consistenza dell'organismo città inquadrando i rermini antico-nuovo entro un rapporro di complementarietà. Parimenti, altri aspetti operativi sembrano mostrare nma la loro valenza di coscienza critica: dall'impegno a rispettare i frammenti antichi al pwposito di reimpiegar­ li conservandoli in Si/IL, all'ucilizzo corretro di materiali di buona 'qualità' resi distinti dall'apposizione dei propri segni identificativi, alla ricerca della dovuta 'armonia' fra le parti. Comunque è importante osservare che que­ sri intendimenti hanno efficacia in specifiche situazioni e solamente in relazione a determinate testimonianze del passato. Naturalmeme, queste ed altre osservazioni tendono a richiamare alla menre - non certo ad esaurire - questioni dotrrinarie che presen tano una molteplicità di declina­ zioni concettuali e una miriade di singolarissimi episo­ di, ciascuno dei quali posrula, a sua volta una riflessione specifica. In sostanza, schematizzando, si può di certo rirenere che, senza definire un sistema organico di principì, già al tempo di Cassiodoro, ne vengono introdotti i fondamen­ ri; contributi di pensiero che acquistano chiarezza e, nel mentre si continua ad "aggiornare" le opere del passato modificandone la compagine esistente, aprono il campo ad azioni rivolre, almeno come tendenza, alla conserva­ zione di elementi antichi e alloro sostanziale 'rispetto'. È certamente interessante domandarsi quando si pro­ spertano tali proponi menti: un rema suggestivo che Alessandro Pergoli Campanelli inquadra nel momento in cui cerca di collocare le "origini della moderna idea

di resrauro": un concerro variegaro, difficile da definire anche pet le diverse condizioni culturali e temporali nelle quali s'invera. In efferri, parrendo dalle differemi opinioni circa la nascira sressa del resrauro, il lavoro cerca nuove risposre e una prima determinazione si delinea proprio in quel rapporro di tOnf;nttità che lega il passato al presente; ciò che rende le argomentazioni proposte dal volume di Pergoli Campanelli attuali e stimolanti, forse insolite, comunque intese a pun rualizzare le conoscenze fin qui acquisite. MARIA PIERA SETTE

A. COCOLA GANT, El Barrio G6titO de Banelona. Plani­ ficaci6n del Pasado e Imagen de Marca, Barcelona, Ediciones Madrono, 20 Il, 259 pp., ilI. b/n.

Il volume, elaborazione della Tesi di Dottorato che Agusrfn Cocola Gant ha discusso presso il Dipartimen­ ro di Storia dell'Arre dell'Università di Barcellona il 5 novembre 2010, analizza le vicende urbanistiche e archi­ tertoniche dell'antico quartiere cittadino, il cosiddetro "Bareio G6rico", dalla metà dell'Ot rocento fino al con­ cludersi del secolo trascorso. Si tratta di un viaggio ap­ passionatO negli ulrimi cento anni della sroria culrurale e architetronica caralana, di cui l'A. documenta i pas­ saggi in una sequenza serrata ma estesa, presenrando in maniera mirata le diverse rematiche che caratterizzano il periodo analizzaro. Lo studioso, attraverso uno scrupolo­ so e atrento lavoro di ricerca negli archivi e nelle riviste dell'epoca, raccoglie, ricostruisce e sottopone a vaglio ceitico l'intero processo di meramorfosi della città di Barcellona. L'antica facàata della cattedrale alla fine del XIX m·olo.

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Barcellona. Facciata delfa cattedrale nel 1913.

Barcellona in moderna metropoli, industriale e euristica; nello specifico, vengono indagati gli interventi urbani e architettOnici - pianificati a partire dalle prime decadi del XX secolo - che hanno determinaro la trasformazio­ ne del medievale "Barrio della Cattedrale" ne! moderno "Barrio Gotico", ambiro urbano caratterizzaro oggi dalla presenza di 'spazi tematici' destinati esclusivamente al consumo turistico. Nel Novecenro, infatti, nel quartiere cenrrale della città numerose costruzioni originali vengono restaurate in stile gOtico, elementi antichi vengono traslati da al­ rri quarrieri della citrà e il telativo contesro del monu­ menro arricchitO con scenografie e ambienti medievaleg­ gianri. Il panorama urbano viene modificato per meglio armonizzarlo ai codici linguistici medievali che in quel momento identificano la storicità regionale e fortificano l'" iden tirà catalana". Lo studio prende avvio dalla ricerca delle motivazio­ ni e delle influenze che hanno porcato la Spagna, dopo gli eventi della Rivoluzione Francese, a rivedere e tior­ ganizzare il proprio passaro, a 'inventare' un reperrorio

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monumenrale per la propria Storia; in questo momenro, infatti, il monumenro viene visto più come bene da valo­ rizzare politicamente ed economicamenre piurrosto che come memoria di periodi estinri, e come eutto questo abbia avuto ripercussioni nella regione di Catalogna. L'A., sin dall'Introdllccion, evidenzia come in Spagna il recupero del 'passato monumenrale', iniziaro proprio a seguiro dell'influsso culturale degli eventi francesi, possa essere arri colato in due fasi ben distinre: un ptimo mo­ mento in cui i nazionalismi cominciano a modificare la Sroria con il preciso scopo di trovare legittimazione nel presenre; a questa fase segue un secondo petiodo in cui la "storia nazionale" viene utilizzara per promuovere la città e incrementarne il flusso eurisrico. Si decide, infarci, di dare al centro urbano un'immagine sedurriva, rrasfor­ mando il passaro glorioso della nazione in un'attrattiva euristlCa. Il saggio inrroduttivo, oltre a creare le basi per succes­ sive riflessioni, conreseualizza le vicende culturali, socia­ li, politiche e architetroniche dell'Orcocenro e del Nove­ cenro europeo; con grande attenzione viene ricostruita la

}ero17i Marlore11. Proposta per l'area deLLa cattedraLe di BaneLLona, 1920.

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nascica del moderno inrendere del restauro a panire dai primi esordi francesi, passando poi per il mondo inglese, fino alla nascita di un vero inreresse per la conservazione in Spagna, con la formazione del nuovo staro nazionale

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BaneLLona, Casa dei Canonici, prospetto 1920.

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pLaza de La Piedad.

(1873-74). Il I capitolo (La invencù5n del monumento hiJtorico. De la Revolucion FmnceJa a Ripoll) analizza gli evenri legati al conresro francese, dal sistema feudale al Capitalismo, sino al nascenre concetto di nazione_ In queste pagine l'A., riconoscendo una nuova funzione politica alla cul­ tura, sottolinea come il distacco con il passaro avvenga proprio con la Rivoluzione Francese, quando la nascita di una nuova identificazione collerriva spinge a ritrovare e, se necessatio, a reinvenrare le proprie 'rradizioni'. Gli altri capitoli - otto in tutto - sono inreramenre dedicati ai diversi momenti della ricostruzione del "Bar­ rio de la Caredral" e delle sue emergenze architettoniche, con un notevole corredo di documentazione grafica e fo­ rografica. Un altro asperro finora poco indagato, ma brillanre­ menre approfondito dall'A., riguarda il ruolo svolto, a

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Barcellona. Casa dei Canonici, p,·o.lpetto attuale su plaza de la Piedad (foto dell'A.).

parrire dalla seconda merà dell'Orrocenro, dalla borghe­ sia industriale catalana che, per necessità di circolazione veicolare, conrrollo, igiene e funzionalità u tbana, solleci­ ta le autOtÌtà municipali per dare il via alla disttuzione dei rracciati urbani medievali e di molti dei suoi edifici stotici (II capitolo: }osep Puig i Cadafalch, la produccion de la historia y la arquitectltra medieval catalan); viene, altresì, evidenziata la successiva influenza esercitata dall'indu­ stria turistica, aspetto questo che porta l'A. a indagare le complesse relazioni instautatesi tra architettura e tu­ rismo. A partire dal 1854, quando l'intera arca centrale viene caralogata come "città vecchia"! ha inizio una vera e pro­ pria 'pianificazione' della sroria urbana e archi terconica catalana; tutro prende le mosse con la demolizione del­ le muta utbane (1854) e l'imposrazione, tra il 1887 e il 1912! di una' nuova' facciata per la cattedrale, realizzata 150

su disegno di Augusr Fom i Carreras il quale afferma di aver seguito "le regole di proporzione dare da Violler­ le-Duc". D'altra parre le presctizioni emanare dalla Real Reglamentaci6n, del 1850, in linea con le azioni di tutela delle nazioni geograficameme più vicine, ricercano "il ri­ spetto del pensiero originale adatrando le parri nuove al carattere della fabbrica e ptocurando che le parti antiche e quelle moderne si somiglino e sembrino della stessa epoca". la programmazione del passato monumentale trova un'accelerazione nel 1920 in prossimità dell'evemo che presema la città caralana al mondo: l'Esposizione inter­ nazionale del 1929. la rassegna rappresema, infarti, un modo per favorire la circolazione di capitali e incalzare l'aspirazione di converrire Barcellona nella città sognara, situandola all'imerno del mercato imetnazionale del na­ scente turlSmO europeo.

Barcellona. Ponte neogotico nella calle del Obispo (da «Barcelona Atraccion», 1934), Barcelloncl, Plaza del Rey nel 1926.

La prima occasione è rappresenrara dalla 'messa in valore' del "Barrio della Carredrale" converrendo turra l'area nel cosidderro "Barrio Gorico", spazio urbano che assume un'inedira funzione, quella di pura artrazione per il rurisra e il visi raro re. In quesra fase della riforma urba­ na viene espliciramenre dichiararo che il vero fine di rurri gli inrervenri deve essere quello del richiamo ruristico; la città deve 'lavorare' per aumenrare il suo "impano emo­ zionale" e pet sviluppare un "potere meraviglioso di sug­ gestione". La vicenda si conclude, nel periodo compreso tra 1927 e 1970, con la definitiva e completa 'monu­ menralizzazione' dell'intero "Barrio Gotico" con giochi scenografici e gtandiose visuali. Tali operazioni vengo­ no impostate sui ben noti codici del resrauro 'in stile', secondo gli srrumenri opetarivi francesi anticipati da Prosper Mérimée e Louis Vitet e, indi, applicati in rutte le loro possibili sfaccettature da Viollet-le-Duc. Impo­

srazione srilisrica quesra che domina, senza impedimenti significarivi, fino al 1920 ma che si prorrae a Barcellona fino alla fine degli anni Settanra del Novecenro. Il volume, inoltre, affronra e chiarisce il quadro della commirtenza e il ruolo svolro da architetti maggiori e minori, con una dettagliata ricostruzione delle vicende dei diversi canrieri, La parte cenrtale, infatti, è arricchita da un'esaustiva indagine documenraria sul ruolo opera­ tivo svolto, a partire dalla fine dell'Otrocenro, dai ptin­ cipali operarori dell'epoca: da Ildefons Cerdà (1815-76) e la sua proposta di riforma per la città storica (1859) che compatta l'applicazione di uno schema orrogonale a tutro il cenrco urbano e la creazione di nuovi assi srtadali, per favorire il collegamenro con il portO e la nuova stazio­ ne centrale da dove si diramano le tre grandi arterie che conducono in linea retta al centro StOrico della città; al successivo progetro di Àngel Baixeras (1879) voltO a va­

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Barcellona. P!aza de!

Rey ne!

1943.

Barcellona. Facciata da! Title!! ne! 1937.

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Barcellona. Plaza dei Rt)' nei ] 956.

lorizzare il cenero urbano atrravetso nuove louizzazioni e operazioni di bonifica per dare un'immagine monumen­ tale e moderna; da .losep Puig i Cadafalch (1867-1956), con il concetco di 'messa in valore' dei monumenci e di 'decoro urbano', a Lluis Domènech i Moncaner (1850­ 1923) il quale partecipa ditettamente alla modifica del "Batrio della Cateedrale" inaugurando il cosiddetco "re­ stauro pirtoresco" per creare prospettive, visuali e sce­ nografìe storiche tra i principali monumenti della zona (casa dell'Atcediano, edificio del Centro escursionista di Catalogna); da Ferran Romeu (1862-1923) che attraverso i suoi viaggi in Italia apprende le nuove correnti del re­ srauro filologico e scientifico basate sulle teorie di Camil­ lo Boito e Gustavo Giovannoni ad AdolE Florensa (1889­ 1968), architetto municipale responsabile dei restauri del nucleo ancico della cirrà ed esponente del cosiddet­ to "NollcentiJme caralano", movimento di rinnovamentO culturale. Per chiudere con la figura di leopo1do Torres Balbas (1888-1960), storico e architettO, che tramite gli studi compiuti in Italia diventa il principale esponente del restauro filologico-scientifico spagnolo. Nel 1918, lo studioso pu bblica lln articolo, neUa rivista madrilena

«Arquitectura», in cui elogia il "criterio moderno" dei lavori di restauro dei monumenci in Spagna, apprezzando l'opera degli architetti .leronimo Martorel (1877-1951), incaricaro della catalogazione e conservazione degli edi­ fici storici dall'istitutO di Studi Catalani, e Puig i Ca­ dafalch, studioso dell'architettura romanica di Catalogna e fautore della conoscenza scientifica dei monumenti. l'intervenro classifica come apparrenenti alla "scuola re­ stauratrice" quegli archi tetti che praticano ricostruzioni stilistiche alla maniera di Viollet-le-Duc, mentre i nuovi operacori preoccupati della conservazione del valore do­ cumentale degli edifici storici fanno patte della "scuola conservatrice", C6cola Ganc analizza poi diversi intervenci di restauro (III capitolo: La refòrma interior de Barcelona y el barrio de la Catedraf), a cominciare dalle operazioni intraprese nel "Barrio del Duomo" eseguite da AdolfFlorensa, diretcore per trent'anni del Servizio degli edifici arristici e archeo­ logici. Parricolare attenzione viene data aUe vicende che determinano l'impostazione urbana di via layetana nel 1908 (IV capitolo: La apertura de la Via Layetana y la idea del Barrio Gotim), facendo continui riferimenti anche

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all'influenza di personaggi europei quali Camillo Sitte (1843-1903), urbanista austriaco figura rilevante nel di­ battito internazionale sull'ampliamenro e l'assetto urba­ nistico delle città, e Charles BuJs (1837 -1914), borgoma­ stro della città di Bruxelles, che proprio in quegli stessi anni imposta il rinnovamento della città belga. U n'ulteriore sezione analizza, poi, con riferimenti gra­ fici e documentali, il restauro di alcuni degli edifici sim­ bolo del Battio (VII-VII capitoli: Adolj Florensa y Agust! Duran i Sampere. La 1'eslauracùfn del Palacio Real y la plaza del Rey; La politica del Barrio Gotico. De la catedral a la calle Montcada). Tra questi: le trasformazioni della casa dei Ca­ nonici, edificio del XII secolo che viene restaurato da Je­ roni Marrorell eJoan Rubiò i Bellver (1871-1952). In un primo progetto, non realizzatO, viene ipotizzato il ritor­ no alla conformazione originaria ma successivamente una revisione, pur inserendo elementi 'tipo' come le finestre arcuare e la galleria superiore, prevede l'inserimento di forme "semplici", senza eccessivi dettagli; inoltre, dove non esiste la sicurezza degli elementi si tinuncia alla ri­ proposizione. Il progetto in seguito realizzato non segue tali indicazioni; Martorell propone, infatti, un'eccessiva goticizzazione dell'opera 0927-1930), attraverso il ri­ pristino di parti non pertinenti al 'tipo' e l'inserimento di frammenti provenienti dalla demolizione degli edifici sulla vicina via Layetana. Barcellona. Plaza de S071 Ivo nel 1945.

Barcellona. Plaza de Son 1vo con il portico costruito da F10­ rmsa (/oto delL'A.).

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BarceLLona. Plaza de 13erenguer y Santa Agueda nel ] 94.3, Tmwa facciatet posteriore della casa Padellàs.

Vicende complesse quelle del COnvento di S. Chiara che occupa una porzione del Palazzo reale, esattamenre la parte posteriore del Salon Tinell; in quesro serrore urbano l'inserimenro, tra il 1944 e il 1948, del museo Frederic Marès comporra, nella piazza di Sanr'Ivo, la demolizio­ ne, secondo il progerro Florensa, della scala d'ingresso sostiruira con un ponico di accesso. Molti degli elemenri oggi visibili sono sicuramenre originali ma provengono da alrri edifici smanrellari in quegli stessi anni. Per il loggiaro, nel 1951, vengono elaborati due progetti: uno che ne prevede il ripristino seguendo la teoria di Viollet­ le-Duc, l'altro, invece, 'forme semplificate' e ambientate nel contesro, secondo le indicazioni boitiane. I! restauro della sala dell'Udienza, operazione direr­ ta ancora una volra da Florensa, viene realizzaro tra il 1944 e il 1948; a tale proposito il restauracore scrive che "per adattare l'edificio al suo atmale destino di mu­ seo si è ricostruita la galleria, anche se in questo caso è poco scienrifico parlare di resrauro, infarri sebbene gli

elemenri ritrovati hanno suggeriro la forma dei pilastri, con base e capitellWi, e la dimensione e forma degli archi, nOn si conosce il numero di questi pilasrri; si erat­ ta di una ricostruzione ipotetica, basata però su elemen ti cerri", Con questi obietrivi, Florensa riassume rre rego­ le generali per il resrauro: "la prima, naruralmenre, è restaurare e onorare adeguatamente i monumenri e gli edifici che danno valore al barrio; la seconda regola è procurare, sempre se non sia inevitabile sopprimere o smonrare alcun edificio e elemenro di valore storico o artistico, andare a montarlo nel barrio gotico; la rerza regola è necessario in determinati casi, armonizzate ciò che è insulso", La parte conclusiva (CortdtfSion) è costituira dall'elabo­ razione critica di tutti i dari, esclusivi e inediti; Cocola Ganr, merrendo insieme le fonri documenrarie, grafiche e fotografiche, riesce a tracciare un quadro innovativo ed esaustivo delle rrasformazioni di un importanre nodo ur­ bano come quello del "Barrio GOrico".

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Ban'cllona, CallcMontcada. 15, ilpationcl1955. Barcellona. Calle Montcada, 15, il patio nel 1964.

L'A. riasswnendo evidenzia come nel caso di Barcellona la monumencalizzazione della città storica, inizialmeore sollecitata dalla classe borghese locale con lo scopo di va­ lorizzare l'architenura nazionale catalana, nella 'realtà' dei fatti trovi la sua sostanziale giustificazione nella volontà di richiamare un nuovo rurismo urbano, al quale 'piace' contemplare costruzioni apparentemente antiche, siano es­ se più o meno 'originali'. Di conseguenza, viene analizzato l'uso politico del passato, la sua posteriore conversione in una 'qualsiasi mercanzia' e come quesro arreggiamento ab­ bia definitivamente influenzato il restauro dei monwnen­ ti in Spagna. Non mancano riferimenti alla sociologia, in particolate alla sociologia del 'riconoscimento', di Karl Marx che parre dall'idea che tutto quello che è prodorto wnano rappresenta un ptodotto sociale. Tale elaborazione implica che la Storia e il suo patrimonio sono oggetto di una selezione cosciente che tende a rifiutare quei personag­ gi o quelle epoche del passato che non interessa celebrate; a tale tiflessione si oppone la necessità di verità oggettive valutare attraverso un indiscutibile metodo scientifico,

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La ricerca svolra da Agustfn C6cola Gane rappresenta un utile approfondimento sulle origini dell'idea di resrauro in Catalogna, attraverso l'esplorazione di contesri e argomen­ ti spesso tralasciati o indagati solo superficialmente. La qualità dell'opera è sottolineata anche dalla vas­ tissima e esaustiva bibliografia e dalle foori documen­ tali che accompagnano il libro. L'A., seppur alla sua prima esperienza, dimostra grande padronanza, coerenza metodologica e appropriate riflessioni concettuali. È' sicuramente un libro inedito che ricostruisce in modo organico e completo le vicende archirertoniche, culturali, sociali e poliriche spagnole. In questo suo pri­ mo lavoro, che si auspica sarà seguito da altri successivi contributi, Agustin Cocola Gant è riuscito a perfezionare la storiografia sull'argomento con un contributo di ta­ glio monografico che ha saputo aggiornare le conoscenze acquisite negli ultimi anni dalla letteratura, soprattutto artraverso l'opera dello srorico Joan Ganau Casas. MARIA GRAZIA TuRCO

ISSN 0031-0379

Associ.w.II·USPI Unione S
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