Poesia Spagnola-Portoghese \'800-\'900

July 7, 2017 | Autor: F. Lunaria | Categoría: Poesia
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Descripción

AUGUSTO DE ANJOS (traduzione di Marco Ponzi, Darkitalia.it)

Guardate! Chi vide il formidabile funerale dell'ultima chimera? Solo l'ingratitudine - pantera Unica compagna inseparabile! Abìtuati: il fango già ti aspetta! Uomo, sulla terra miserabile abiti tra le bestie, così senti necessità di essere una bestia. Fuoco: la sigaretta che si accende. Il bacio, amico, è gravido d'insulti, la mano che accarezza poi ti offende. Ferisci dunque quella mano vile, se del tuo mal alcun cura si prende, e sputa nella bocca che ti bacia!

Qualche verso di JUAN RAMON JIMENEZ 1

"Patio" Silenzio solo resta odore di gelsomino, l'unico uguale a un tempo, a tante volte, poi, caducità infinita!

"Pioggia d'Autunno" L'acqua lava l'edera verdescura si frange l'acqua; l'acqua lava la pietra... e nel mio cuore ardente piove, piove dolcemente.

"Il vincitore occulto" (una delle mie preferite!) Sto vivendo. Il mio sangue sta consumando la bellezza. Vivendo. Il mio duplice sangue sta esalando tenerezza. Sto vivendo. Il mio sangue sta distillando coscienza.

"Notturno" (bellissimo) *.* La mia lacrima e la stella si toccarono e all'istante furono una lacrima sola, una sola stella furono. Rimasi cieco, rimase cieco d'amore, il cielo. 2

Fu tutto - e nient'altro - il mondo pena di stella, luce di lacrima. Tra nuvole drammatiche, sorge, sporca, l'Aurora. tra nuvole drammatiche, sorge, sporca l'aurora il levante? Il ponente? I confusi mulini spettrali, chiusi, inutilmente girano al vento malinconico del sud rattristato. Valli fantasmagoriche, d'una vaga dolcezza svelano, tra la nebbia, qualche gregge impreciso. La rozza figuretta del pastore, su un rosso vetro di cristallo, staglia il suo nero d'idillio grigi borghi di pietra, cimiteri di gesso, opachi, senza verde - oh, senza rose e nidi! ... Un sole arduo che, lentamente, rivela maggesi gialli, campagne deserte...

"Viene una musa languida" La luna, la dolce luna, tinge di bianco gli alberi, e, tra i rami, la fontana alza un filo di diamante silenziose, le stelle tremano; lungi, il paesaggio muove luci melanconiche, latrati, lunghi lamenti.

MANUEL VAZQUEZ MONTALBAN "L'uno" Sotto la pelle della palpebra lo scenario si sommerge perche la notte 3

complica la solitudine affonda le facciate si ritorna al primo istante sorde le bocche forse il pianto in solitudine mai tanto solo il giorno gli occhi muti ciecamente mai tanto ciechi si viveva il selvaggio assoluto dell'inizio urgente ogni cammino usciva dal labirinto presentita città senza al di là nel tempo o in suo difetto una riuscita ti annuciava perfetto e le ombre erigevano paesaggi strade molli e alberi sonori nubi cariche di piogge dolci sole di inverni menzogna dell'estate oh città della pienezza che cementavi speranze negli dei e nei sogni.

ISABEL ARY DOS SANTOS (Poetessa Portoghese) La comunicazione è il superamento delle cicatrici dissotterarci dal nostro limite soprattutto questo.

RAFAEL ALBERTI Poesie tratte "Degli Angeli" (Einaudi) "Paradiso Perduto" 4

Lungo il corso dei secoli per il nulla del mondo io che insonne ti cerco. Dietro di me, impercettibile, senza sfiorarmi gli omeri, il mio angelo morto, in vendetta. Dove sta il Paradiso ombra che ci sei stata? Mi risponde il silenzio. Città senza risposta fiumi senza parole, vette senza echi, oceani muti. Non sanno, uomini fissi, in piedi, sulla sponda delle immobili tombe. M'ignorano tristi uccelli, canti pietrificati, sulle estatiche rotte, ciechi. Non sanno nulla. Antichi venti, senza sole, inerti, con tante leghe da fare, calcinati si levano, ricadono all'indietro, poco dicono. Diluiti, un'informe verità in sé, occultando, fuggono da me i cieli. Al limite terrestre già sull'ultimo filo, con lo sguardo che scivola. Morta in me la speranza in quel portico verde cerco nei neri abissi. O che traforo d'ombra! Bulicame del mondo! Confusione di secoli! Indietro! Che spavento di ammutolite tenebre! Anima mia perduta! 5

Angelo morto, risvegliati! Dove sei? su, illumina col tuo raggio il ritorno. Silenzio. Altro silenzio. Senza battito i polsi della notte infinita. Paradiso perduto! perduto per cercarti. Senza luce, io, per sempre.

"L'alba denominatrice" A spinte rosa e soavi, l'alba ti andava mettendo nomi: sogno sbagliato, angelo senza uscita, bugia di pioggia in un bosco. Sulla soglia della mia anima che ricorda i fiumi indecisa, fu in dubbio, immobile: stella versata, luce confusa in pianto, cristallo senza voce? no. Errore di neve, nell'acqua, era il tuo nome.

"Giudizio" O sorpresa di neve discinta, vigilante, invadente! Voci velate, per rubare l'aurora. Ti portano via detenuta. Già la sentenza della luce annega il suo grido giudice d'ombra, nel tuo nulla (e nel mondo fu spenta una stella e un'altra, nell'infinito)

"Madrigale senza rimedio" Poichè alfine ti perdettero fuochi tristi e fumi lenti vegliarono, negarono il castello, niveo carcere, 6

dove la rosa scorda i suoi fantasmi, il mio cuore senza voce, né battaglioni muove solo all'assalto di quelle luci, specchi di cenere, che conducono a un morto sud di morti. Guarda il suo petto asceso in due fiumi d'acqua e di sangue verso il tuo già bruciato da vuoti tizzoni facili, falsi, fiore, pena mia, senza rimedio.

"L'Angelo Falso" (qualche verso) ... Ci son ragni che agonizzano senza nido e edere che al contatto di un omero s'infiammano e piovono sangue. La luna fa trasparente lo scheletro delle lucertole. ... Perchè camminare ancora? Le umidità sono intime dei vetri a punta e dopo un brutto sogno la brina ridesta chiodi o forbici capaci di gelare il lutto dei corvi.

"Castighi" (qualche verso) E quando golfi e baie di sangue coagulati d'astri defunti e vendicativi inondano i sogni. ... Quando sanno di zolfo i venti e le bocche notturne di osse, di vetro e di fil di ferro. ... All'avvento del freddo nei sogni che si trascurano ai precipizi della morte sopra lo scheletro del nulla.

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RODOLFO J. WILCOCK (autore nato a Buenos Aires) Poesie tratte da "La parola morte" Orrido e gola senza anfratti con solo il vento che non muove nulla dove nulla si muove, senza animali, né vegetali, buio nel buio siderale, che a un tratto inondano luce gioiosa umide piante colorate, fauna gentile agli occhi umani. La metamorfosi è verbale. Non altrimenti le parole che fanno della morte vita e della vita morte possono fare di questa luce gioiosa e umide piante colorate e fauna cara agli occhi umani, buio nel buio siderale, senza animali né vegetali, con solo il vento che non muove nulla dove nulla si muove orrido e gola senza anfratti.

Un ampio vuoto curvo di diametro infinito una sfera il cui centro si trova in ogni punto, percorsa da molecole fatte da atomi vuoti contenenti elettroni i quali non si trovano mai in un dato luogo. Ciò gira e si dimena nel nulla circolare e tutto si interpenetra nei millenni istantanei slittando sulle linee 8

di forza immaginarie senza mai uno scontro né un'azione a distanza. Uomo, di questo nulla girevole sei fatto che non conosce morte perchè è una salma vuota.

Pensa all'orrore, se tu vivessi di, nel sussulto rabbioso di un linguaggio, vedere il nulla separarsi in ore e in quelle ore riaperte sistemarsi la vecchia plebe delle sensazioni che ritornate parole e memoria ti invadono come topi morsicatori fanno gli zingari dentro di te accampati, mandano messaggeri per tutti gli arti, piantano tende nei tuoi momenti sfitti litigano o si scelgono governi per proclamare in tua rappresentanza che tra non molto ti farai sentire, anzi fin d'ora sei pronto a unirti agli altri, come te presi dal sussulto rabbioso come te trascinati nella danza che nella bara speravi di eludere.

ANTONIO PATRICIO "Che cos'è vivere?" Vivere è solo sentire come la Morte cammina e come la Vita la vuole e come la Vita la chiama... Vivere, principessa mia poverina è questa morte triste di chi ama.

MANUEL LARANJEIRA 9

"La tristezza di vivere" Ansia di amare! Oh, ansia di vivere! Un'ora solo che sia, ma vissuta e soddisfatta... e si può morire perchè si muore benedicendo la vita! Ma quest'ora suprema in cui si vive quanto si possa sognare di fortuna oh, vita ingannevole, oh, vita impura, l'ho attesa, l'ho attesa e mai l'ho avuta! E quanti come me l'han desiderata! E quanti come me mai l'hanno avuta un'ora d'amore come l'han sognata! In quanti occhi tristi io ho letto la disperazione di quelli che non hanno vissuto questo sogno di amore incompreso!

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