Poesia Araba

July 13, 2017 | Autor: F. Lunaria | Categoría: Poesia
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Descripción

SALWA AL-NEIMI (Autrice Siriana) frasi tratte da "Il libro dei segreti" "Nascondila dietro ai sorrisi, l'amarezza, dietro a occhi che luccicano. Nascondila e cercati negli occhi altrui."

"Ho passato la vita dormendo. Il tempo passa inutile e agguanta con più precisione e non mi servirà a nulla. Ma sì, ma sì, che le mie mani restino pure vuote, che il tempo passi pure inutilmente."

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Poesie tratte dall'antologia "Non ho peccato abbastanza" a cura di Valentina Colombo (Oscar Mondadori) 2007

NADA AL-HAJJ (Libano) "Evasione" Se la nebbia è un'illusione, se l'onda è un'illusione la fragranza è un'illusione, il sogno è una via, distenderò il mio corpo come un ponte sulle illusioni. Se la follia è un'illusione, l'attesa è un'illusione, il tempo è un'illusione visiterò le mie illusioni da sola prima di dimenticare l'ultima mentre tu scriverai nell'ultimo brano dal titolo "Caduta": ho lasciato l'esilio e l'approdo in cerca dell'incerto e dell'ignoto non sono riuscito a tornare, mi allietavano le visioni e le particelle di anime in libertà 2

tra i respiri delicati per una libertà che cerca se stessa il tempo dell'assenza è amico, la terraferma è al tramonto le luci sono passate, le ombre si sono ritirate quando lacererai i veli per conoscere i cieli?

INAYA JABER (Libano) (qualche frammento) In questo corpo morirò nella sua magrezza inusitata. Si insedia un lungo silenzio quando ci incontriamo la nostra massima attenzione alle mani tra noi ne è il motivo. I tuoi passi sulla strada vuota i tuoi passi sul suo rettilineo triste la rimozione lenta l'annientamento di tutti i passi.

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SUZANNE ALAYWAN (Libano) "Disturbi della parola" (qualche verso) Un viso rifiutato dagli specchi, dagli occhi, dalla patria osservo nelle piogge che mi conoscono più delle mie lacrime dalle sorgenti lontane forse quando le verso vedo il mio antico amore ..... Perchè il mattino ha perso la tristezza perchè ho rinunciato al mio desiderio e ho svuotato le parole dai loro infiniti disturbi perchè, senza amori, il mio cuore è la rosa dell'oscurità il mio corpo è l'albero dell'assenza perchè l'inchiostro non è sangue. *** Il peccato il secondo vuoto la sconfitta più profonda del perdono. Come si chiama il vuoto 4

tra chi osserva la mia tomba e il mio certificato di nascita?

MARAM AL-MASRI (Siria) Lei che guardava alla propria tristezza come se fossero bolle di sapone e passava il tempo giocando con le unghie mentre annegava.

A'ISHA ARNA'UT (Siria) Silenziosamente 5

ha vissuto. Silenziosamente è morta. Vulva inutile dissero dopo aver saputo. Io sono caduta in ginocchio innanzi al suo cadavere le ho lacerato il sudario con le unghie ho scritto sulla sua tomba qualcosa.

Da quel momento ho continuato a infrangere specchi invano cercandone uno che non riflettesse più, uno specchio che infrangesse me.

Se dovessimo dimorare nel passato I nostri occhi guarderebbero sempre all'indietro.

Mi preoccupa che l'acqua sia priva di colore l'aria priva di sapore l'imene 6

privo di lacrime.

Non siamo altro che una delle probabilità dell'esistenza. La nostra vita... un equivoco di possibilità concesse

HODA ABLAN (Yemen) "Frammenti" Quando se ne è andato di lui mi è rimasto solo me stessa.

"Confessione" Talvolta, la sera, scoppio a piangere poi mi adiro per le mie lacrime, che hanno illuminato il mondo e consumato me. "Angolo" In un angolo oscuro della stanza 7

della mia ferita intravedo un'ombra due ombre fili di ombre che danzano con aghi di fuoco che lavorano il freddo fuori dalla soglia li indosso e il mio desiderio trema.

"Inizio" Tu sei lì, costruisci una casa e io sono qui, distruggo un ricordo: la nostra casa, aperta a tutti e la mia memoria che era aperta al tuo viso

"Straniero" Nessuno appartiene alla rosa tranne il suo sciogliersi nella mano di un triste amante che la coglie dal terrore ogni mattina e la pianta nel vaso una lacrima che tracima di dolore. Le insegna come canta l'amore e come respirare il segreto che si cela dietro gli occhi così che si possa rivelare senza parole.

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FATIMA NA'UT (Egitto) "Un fiore sulla mano di una donna" (qualche verso) Il mazzo di rose che tra un minuto avrò in mano è portato da una mano che perfeziona le parole il tuo corpo è stato consumato dalle donne il mio corpo è stato consumato dalla ruggine.

NAZIM AL -MALA ' IKA (Iraq) 9

"Io" (qualche verso) La notte chiede chi sono sono la sua insonne intimità profonda e oscura sono la sua voce ribelle. Velo la mia realtà con il silenzio e avvolgo il mio cuore nel dubbio. è triste, fisso lo sguardo mentre i secoli mi chiedono chi sono..... anchio mi chiedo chi sono. Sono la confusione che fissa le tenebre nulla mi da pace. Continuo a porre domande, ma la risposta continuerà a celarsi in un miraggio, continuo a credere che sia vicina ma se la raggiungo svanisce s'estingue e scompare.

"Anno Nuovo" ... Se solo temessimo la foglia se solo le nostre vite potessero essere disturbate dal viaggio o da un colpo, o dalla tristezza di un amore impossibile. Se solo potessimo morire come le altre persone.

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DUNYA MIKHAIL (Iraq) "Che cosa c'è di nuovo?" (qualche verso) ... Tombe disperse con i semi della mandragora. Un suono piagnucoloso penetrò il nugolo di persone. I giardini rimasero sospesi, paglia sparsa le parole. ... Altre cose stanno accadendo in segreto non so che cosa siano. Questo è tutto.

AMAL AL-JUBURI (Iraq) "Il velo della scrittura" 11

Non è la bellezza che mi riconduce a te, Scrittura, bensì la perdizione dell'anima. Bellezza, sei diventata un corpo meschino nell'anima delle parole.

"Il velo dell'inganno" E disse ancora Iblis (*) : Signore, perchè tu mi hai ingannato, ecco, Io farò bella agli occhi loro ogni turpitudine sulla terra e ingannerò loro tutti (Corano XV, 39) Se solo non lo avessi ingannato non lo avrebbe fatto. perchè, Signore, lo hai fatto? (*) Iblis è il Satana della tradizione islamica.

"Enheduanna e Goethe" (Enheduanna è stata una sacerdotessapoetessa sumera, vissuta tra il 2285 e il 2250 A.C) (qualche verso) ... Perchè mi biasimi quando chiamo a raccolta le schiere di amanti ed esiliati nel cimitero dei giorni? Hai risvegliato donne che ho rinchiuso nelle prigioni dell'inferno. 12

Occidente, sono perniciosa.... Nessuna pietà nel mio cuore. Ma sono la sacerdotessa dell'immenso dolore.

GOLALA NURI (Iraq) "Verde Profumo" Mi manchi mi appoggio ad un'ombra con monotonia sospinta dalla noia, dal freddo, dai rumori perchè rifiutata in silenzio e continuamente. Ogni volta che ricordavo che il tuo cuore è consacrato al passato e che io sono solo il verde profumo, il corpo ti attraversava con dignità e le notti erano solitarie. "Nero" Hanno rubato la notte. Mi rimane solo il tuo cuore nero per iniziare un nuovo giorno. 13

WAFAA LAMRANI (Marocco) "Emorragia" La solitudine delle notti mi consuma addenta la mia passione e poi mi sputa come un frammento per il bagliore fuggente. "Schema" Nego tutte le condizioni e sono stanca anche di negare. Se solo ci fosse un giorno, un colore, un significato.

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FAWZIYYA ABU KHALID (Arabia Saudita) "Esperimento" Ha mescolato acido di inchiostro con il sale del mare e ferite dell'anima. Ha mescolato ha scritto su un deserto calloso e cartaciemente ali e desideri e ha cercato di volare.

"Tomba" Crampi tormentano il mio corpo... Se dovessi respirare profondamente la pelle si lacererebbe.

"Poema D'Acqua" Ha intinto le dita nel deserto e ha scritto con l'acqua del miraggio una poesia... che cade cade cade in ritmo impercettibile.

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ZHABIYA KHAMIS (Emirati Arabi Uniti) "Naftalina" Trappola dell'esistenza che conduce ad un suicidio esemplare questa è la vita straordinaria di un corpo che mangia, dorme, e osserva il mondo, sino a essere invaso di naftalina apogeo dei desideri compiuti. Volto senza sorpresa e oggetti abbandonati dalla catena del tempo.

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MAISUN AL-SAQR AL-QASIMI (Emirati Arabi Uniti) "Un folle che non mi ama" L'instabile incedere dei giorni si sgretola e si placa solo quel che sporge dalle nostre finestre. Acquista forza con il vento che lo trasporta sulle spalle e lo fa volteggiare. Così come i giorni ci hanno fatto volteggiare. ... Non scambierò il mio corpo per un'ombra che attraversa un cielo vicino. Non lascerò il luogo, perchè il luogo è l'essenza del dolore ... Cerco il tuo viso nel sangue delle genealogie ho detto. Tu non mi ami e nulla rimane nel corpo tranne questa mia esangue anima.

HAMIDA KHAMIS (Bahrain) "Estasi d'amore" 17

Come posso disperdere questa nostalgia affinchè la sua parola possa alleggerirsi nel mio sangue?

FATIMA MAHMUD (Libia) Voglio indossare ferite che mi assomigliano

FAWZIYYA AL - SINDI (Bahrain) "Alla stanza, alla sua porta sempre nascosta" 18

(qualche verso) Per chi è l'azzurro di questo abito che ha le vertigini come il fondo del mare su quale ti abbandoni rapidamente? è senza esitare indossi quel che assomiglia al sangue qualora lui dovesse morire non sai che si tratta di inchiostro sprecato? il tuo corpo è forse un'imbarcazione offerta alla rivelazione? oppure una tomba riparata dalle onde? ..... Perchè tutta questa asfissia? l'aria riversa gemiti per privare con la delicatezza della corrente te e il tuo viaggio affrettato e un brivido scorre per l'arteria per chi, per chi combatti? ..... Una donna annulla l'indifferenza della vita con le pietre delle parole che non l'ascoltano per vedere il fiume delle parole ampliarsi in lente acque alla cui vista non sfugge nulla. Di chi hai paura? Sei forse tu?

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FADWA TUQAN (Palestina) "Solo tu solo tu" Nuda sotto il sibilo del sole solo tu ti rinchiudi nel deserto della stanza vuota ti asciughi e ti interroghi come un impiccato che oscilla senza risposta attraverso un vuoto, dentro un vuoto, dietro un vuoto.

JOUMANA HADDAD (Libano) "Il ritorno di Lilith" (qualche verso; il testo originale è un poema; è interessante notare come queste poetesse, spesso imprigionate o che vivono come rifugiate, nelle loro poesie abbiano dato voce a due figure forti femminili: la figura mitologica di Lilith, personificazione del sesso femminile, autonomo e fiero, e la sacerdotessa20

poetessa sumera Enheduanna, personificazione del potere spirituale, di riflesso, della Dea Madre, Dea Creatrice, quasi a proporle come eroine contro il potere maschile-islamico fondamentalista ) Io sono Lilith, la dea delle due notti Io sono Lilith, la donna che ritorna dall'esilio-destino nessun maschio le è mai sfuggito e nessun maschio desidera sfuggirle. .... Io sono la donna-paradiso che cade dal paradiso e sono la caduta-paradiso .... Io faccio l'amore e mi riproduco per creare un popolo del mio lignaggio poi uccido i miei amanti per lasciare spazio a coloro che non mi hanno ancora conosciuta. .... Perchè Io sono la prima e l'ultima la cortigiana vergine la concubina temuta l'adorata disprezzata e la velata nuda. Perchè sono la maledizione di ciò che precede. Il peccato scomparso dai deserti quando abbandonai Adamo.

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"Il tuo paese, questa notte ardente" Il tuo cielo che in alto dimora addolcisce la noia la tinge di una fragranza cupa come l'orizzonte conquistato. Dimmi come può la tua immaginazione custodire l'essenza come possono i tuoi desideri cicatrizzarsi all'alba e spingere la tua brama a denudarsi? Come può ogni levar del sole possedere una lama straniera, come puoi?

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Qualche Poeta antico...

La Letteratura Poetica Araba si può dividere in tre epoche: - L'epoca pre-islamica (450): prima e seconda Giahilyya, "barbarie", ovvero la Poesia dei beduini (Badw) nel deserto. I nomadi vivevano di scorrerie (Ghazw), vendette per difendere l'onore (Sharaf) e culti politeistici. In genere, vi era un capotribù (Sayyid) o uno sceicco (Shaykh). La poesia era orale, e spesso, si tenevano delle vere e proprie gare di poesia: le poesie lunghe erano "Muallaqàt", quelle brevi, "Qasida". Erano previsti balli di fanciulle alla musica dei flauti e dei tamburelli, vino di datteri, e la poesia migliore, premiata dalla giuria, veniva incisa con lettere d'oro e appesa nella Ka'abah. Esisteva anche un gruppo di poeti-ladri, i Saalik. I temi erano l'amore, l'avventura, il deserto. - L'epoca dei califfi Omayyadi (661-750) - L'epoca degli Abbasidi (750-1285)

Qui riporterò i versi di una Poetessa, Tumadir (Tamadur) dei Banu Sulaim, figlia di Amr, detta al-Khansà per la bellezza dei suoi occhi e del suo piccolo naso. Nata nel 575 e morta nel 664, fu una Poetessa Mukhadram, vissuta a 23

cavallo tra l'epoca pre-islamica e quella islamica. Rifiutò di sposare un ricco sceicco, innamorandosi di Abd al-Uza. Divenne Poetessa di elegie del doloroso pianto, e sposò Murdas alSulmi.Anche la morte dei suoi fratelli Mu'awiya e Sakhr venne commemorata nelle sue elegie. La sua eredità fu raccolta dalla figlia Amra. Il genere "al-Khansà" è propriamente il compianto funebre.

Fieno oppure cenere fa lacrimare i miei occhi al pensiero di una dimora cupa e abbandonata? Il suo ricordo fa cadere incessantemente lacrime calde sulle mie guance come un diluvio in piena, senza fine. Piango per Sakhr sepolto sotto la sabbia, Piango continuamente finché avrò vita colpita e indebolita; piango per Sakhr e questo è quello che mi aspetta, poichè il destino che complotta questa volta mi ha colpita. Il sorgere del sole mi fa ricordare Sakhr e io lo ricorderò al suo tramonto...

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Abu Muhammad Qasim al-Tamimi (Secolo XI) E la tua vita non ebbe giorno, già l'aurora era avvolta dalla notte Da quanto splendono sembrano soli, ma in ogni sole è inscritto il suo tramonto Dolce mi è in te l'amara notte 24

quanta amara mi è in te la dolce luce. *** Abu 'L-'Atahiya (748-828) "La Conoscenza Della Negazione" La Morte è un diritto ma provo ancora gioia come se della morte conoscessi la negazione. *** Al- Ma'Arri (973-1058) "Oh Morte!" Oh Morte, sana la mia vita e il male! Quando il domani arriva, il giorno andato non mi agita la vita che ha agitato. Questa è la condizione del mortale: ciò che è stato già ieri fra le mani, non diverrà sostanza del domani.

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