Moneda e identidad territorial: algunas reflexiones

May 23, 2017 | Autor: P. Ripollès Alegre | Categoría: Ancient Greek Numismatics, Ancient Roman Numismatics, Ancient Numismatics, Ancient Iberian Numismatics
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Descripción

SEMATA e SIGNA Collana di Studi di Iconografia monetale diretta da Maria Caccamo Caltabiano 8

Semata e signa sono i nomi che indicano le immagini monetali al loro primo apparire in Grecia e a Roma. I due termini hanno una valenza polisemica che insiste soprattutto sulla funzione comunicativa del potere d’acquisto della moneta, garantito da valori sacrali e giuridici inerenti all’immagine/tipo che la caratterizza. Le immagini monetali esprimono ideologie e credenze attinte dal patrimonio culturale dei popoli, e veicolano messaggi che l’emittente/proprietario della moneta rivolge all’utente/destinatario. La Collana nasce come raccolta di studi e di incontri seminariali a carattere metodologico, propedeutici alla realizzazione del Lexicon Iconographicum Numismaticae (LIN), all’interno di un progetto interuniversitario a carattere nazionale, ma è aperta anche a contributi e collaborazioni internazionali. L’approfondimento, con metodo multidisciplinare, del significato assunto nello spazio e nel tempo da singoli tipi monetali o da tipi che afferiscono a tematiche più ampie, mirano alla conoscenza dei criteri e delle regole che soggiacciono al linguaggio speciale delle iconografie monetali in uso in età antica e medievale. L’obiettivo finale è la valorizzazione della moneta quale fonte diretta e il recupero della tradizione iconica – di cui essa è peculiare ed emblematica espressione – quale documento storico.

MONETA E IDENTITÀ TERRITORIALE: Dalla polis antica alla civitas medievale. Progetto PRIN 2009 coordinato da Maria Caccamo Caltabiano

Atti del III Incontro internazionale di studio del Lexicon Iconographicum Numismaticae (Bologna, 12-13 settembre 2013)

a cura di Anna Lina Morelli, Erica Filippini

FALZEA EDITORE

Il presente volume è stato pubblicato con fondi MIUR del progetto PRIN 2009 Moneta e identità territoriale: dalla ‘polis’ antica alla ‘civitas’ medievale – Unità di ricerca delle Università di Messina (M. Caccamo Caltabiano), Bologna (A.L. Morelli), Genova (R. Pera) e Milano (L. Travaini)

Immagine di copertina Antiochia, tetradramma, AR, 2 a.C. (rovescio) Cfr. RPC I, n. 4155 © Yale University Art Gallery, n. reg. 2001.87.4522

ISBN 978-88-8296-464-1 Copyright 2016 © Falzea Editore s.r.l. Viale Calabria, 60 89133 Reggio Calabria (Italy) [email protected] www.emozionidaleggere.it

I diritti di riproduzione, memorizzazione elettronica e pubblicazione con qualsiasi mezzo analogico e/o digitale (comprese le fotocopie e l’inserimento in banche dati) e i diritti di traduzione e di adattamento totale o parziale sono riservati per tutti i paesi. Le fotocopie per uso personale del lettore possono essere effettuate nei limiti del 15% di ciascun volume/fascicolo/periodico dietro pagamento alla SIAE del compenso previsto dall’art. 68, commi 4 e 5, della legge n. 633 del 22 aprile 1941. Le riproduzioni effettuate per finalità di carattere professionale, economico o commerciale o comunque per uso diverso da quello personale possono essere effettuate a seguito di specifica autorizzazione rilasciata da: AIDRO, Corso di Porta Romana n.108-20122 Milano (E-mail: [email protected] - Sito web: www.aidro.org).

INDICE

Saluti delle Autorità GIUSEPPE SASSATELLI LUCIA CRISCUOLO

p. 11 » 13

Premessa ANNA LINA MORELLI, ERICA FILIPPINI

» 15

Introduzione MARIA CACCAMO CALTABIANO

» 17

Elenco delle abbreviazioni

» 23

Relazioni MARIA CACCAMO CALTABIANO Nike e la Città alata

» 25

CARMELA RACCUIA Definire la città, raffigurare la città

» 43

ELENA SANTAGATI Legende monetali ed identità poleiche: alcuni esempi

» 61

DANIELE CASTRIZIO La città e il suo porto. Note di iconografia monetale

» 79

ANTONIO CELESTI, ANDREA NUCITA, MARIANGELA PUGLISI, GRAZIA SALAMONE Presentazione di DIANA. Digital Iconographic Atlas of Numismatics in Antiquity GIAMPIERA ARRIGONI L’Amazzone inginocchiata su due monete di Efeso e l’Amazzonomachia di Dioniso

» 95

» 119

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TOMMASO GNOLI Fortuna/Genius, Tyche/Gad. Rappresentazioni identitarie nel Vicino Oriente della prima età imperiale

» 135

ROSSELLA PERA Il fiume sulle monete imperiali di Asia Minore: una tipologia “etnicogeotopografica”

» 151

MICHELA FERRERO La rappresentazione del fiume dalla storia dell’arte alla numismatica

» 161

FEDERICOMARIA MUCCIOLI L'eroe necessario. Appunti sulla fortuna di Temistocle dal V secolo a.C. all'età imperiale

» 173

FRANCESCA CENERINI Donna e città romana: identità civica e genere a confronto

» 185

PANAGIOTIS P. IOSSIF The Last Seleucids in Phoenicia: Juggling between Civic and Royal Identity

» 195

CLAUDIA PERASSI Melita e Gaulos: due identità territoriali a confronto attraverso il documento monetale

» 197

MARÍA DEL MAR ROYO MARTÍNEZ La identitad de las ciudades hispanas a través de sus emisiones provinciales romanas

» 213

CARLO POGGI Produzioni locali e identità etniche: note intorno al gruzzolo di S. Cesario sul Panaro (Modena)

» 233

LUCIA TRAVAINI, MAILA CHIARAVALLE, FEDERICO PIGOZZO La città, il signore e l’imperatore. Segni di identità su monete medievali e moderne: alcuni esempi

» 235

LUCIA TRAVAINI, STEFANO LOCATELLI La città nelle mani del santo: studi di iconografia monetale

» 251

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ALBERT ESTRADA-RIUS Tipos monetales e identidad cívica: el modelo de las emisiones episcopales catalanas (s. X-XII)

» 269

Tavola rotonda CARMEN ARNOLD-BIUCCHI “Coinage and Territorial Identity: From Ancient Polis to Mediaeval Civitas”: Concluding Remarks

» 287

ERMANNO A. ARSLAN » 293 Moneta e identità territoriale: considerazioni a margine del Convegno FRANÇOIS DE CALLATAŸ Production et réception des types monétaires dans le monde grec: des choix sous contrainte

» 301

PERE PAU RIPOLLÈS Moneda e identidad territorial: algunas reflexiones

» 309

Conclusioni MARIA CACCAMO CALTABIANO LIN - Lexicon Iconographicum Numismaticae Convegni, seminari e pubblicazioni (2001-2014)

» 317 » 333

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Elenco delle abbreviazioni AE = L’Année épigraphique, R. Cagnat et alii (éds.), Paris, 1888 ss. ANRW = Aufstieg und Niedergang der römischen Welt. Geschichte und Kultur Roms im Spiegel der neueren Forschung, H. Temporini, W. Haase (Hrsgg.), Berlin-New York, 1972 ss. BMCGC = A Catalogue of the Greek Coins in the British Museum, R.S. Poole et alii (eds.), London, 1873-1927 (ripr. facs.: Bologna, 1963-1965). BMCRE = Coins of the Roman Empire in the British Museum, H. Mattingly et alii (eds.), London, 1923-1975. BNJ = Brill’s New Jacoby, I. Worthington (ed. in chief), online: ‹http://referenceworks. brillonline.com/browse/brill-s-new-jacoby›. BTCGI = Bibliografia topografica della colonizzazione greca in Italia e nelle isole tirreniche, G. Nenci, G. Vallet (a cura di), Pisa-Roma-Napoli, 1977-2012. Bull. ép. = Bulletin épigraphique, REG, 1888 ss. CIL = Corpus Inscriptionum Latinarum, consilio et auctoritate Academiae litterarum regiae Borussicae editum, Berolini 1863 ss. CIS = Corpus Inscriptionum Semiticarum, Parisiis, 1881-1962. CNI = Corpus Nummorum Italicorum. Primo tentativo di un catalogo generale delle monete medievali e moderne coniate in Italia o da Italiani in altri paesi, Roma, 1910-1943 (ripr. facs.: Bologna, 1969-1987). CNS = R. Calciati, Corpus Nummorum Siculorum. La monetazione di bronzo, Milano, 19831987. DDD = Dictionary of Deities and Demons in the Bible, K. van der Toorn, B. Becking, P.W. van der Horst (eds.), Leiden-Boston-Köln, 1999 (seconda ed. rivista). DOC = Catalogue of the Byzantine Coins in the Dumbarton Oaks Collection and in the Whittemore Collection, A.R. Bellinger, P. Grierson, M.F. Hendy et alii (eds.), Washington, 19661999. DNP = Der neue Pauly. Enzyklopädie der Antike, H. Cancik, H. Schneider, M. Landfester (Hrsgg.), Stuttgart-Weimar, 1996 ss. EAA = Enciclopedia dell’arte antica, classica e orientale, Roma, 1958-2003. EAM = Enciclopedia dell’arte medievale, Roma, 1991-2002. FGrHist = F. Jacoby, Die Fragmente der griechischen Historiker, Berlin (poi Leiden), 19231958. GGM = C. Müller, Geographi Graeci Minores, Parisiis, 1855-1861 (ripr. facs.: Hildesheim, 1965). Gnecchi = F. Gnecchi, I medaglioni romani, Milano, 1912 (ripr. facs.: Bologna, 1968). Hunterian = G. MacDonald, Catalogue of Greek Coins in the Hunterian Collection, University of Glasgow, Glasgow, 1899-1905 (ripr. facs.: Bologna, 1975). IDD = Iconography of Deities and Demons in the Ancient Near East. An Iconography Dictionary with Special Emphasis on First-Millennium BCE Palestine-Israel, electronic pre-publication online: ‹http://www.religionswissenschaft.uzh.ch/idd/prepublication.php›. IG = Inscriptiones Graecae, consilio et auctoritate Academiae scientiarum Berolinensis et Brandenburgensis editae, Berolini, 1873 ss. IGLAM = Inscriptions grecques et latines recueillies en Asie Mineure, P. Le Bas, W.H. Waddington (éds.), Paris, 1870 (ripr. facs.: Hildesheim-New York, 1972).

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IGLS = Inscriptions grecques et latines de la Syrie, L. Jalabert, R. Mouterde et alii (éds.), Paris (Bibliothèque archéologique et historique), 1929 ss. IEph. = Die Inschriften von Ephesos, H. Wankel et alii (Hrsgg.), Bonn, 1979-1984. LfgrE = Lexikon des frühgriechischen Epos, B. Snell et alii (Hrsgg.), Göttingen, 1955 ss. LIMC = Lexicon Iconographicum Mythologiae Classicae, Zürich-München-Düsseldorf, 19812009. MEC = Medieval European Coinage, P. Grierson, M. Blackburn et alii (eds.), Cambridge, 1986 ss. MGH = Monumenta Germaniae Historica inde ab a.C. 500 usque ad a. 1500, G.H. Pertz et alii (edd.), Hannoverae-Lipsiae-Berolini, 1826 ss. NCP = F. Imhoof-Blumer, P. Gardner, Numismatic Commentary on Pausanias, London 1887. OGIS = Orientis Graeci Inscriptiones Selectae, W. Dittenberger (ed.), Lipsiae, 1903-1905. PAES = Publications of the Princeton University Archaeological Expeditions to Syria in 1904-5 and 1909, H.C. Butler et alii (ed.), Leyden, 1907-1949. PAT = Palmyrene Aramaic Texts, D. Hillers, E. Cussini (eds.), Baltimore-London, 1996. PMG = Poetae Melici Graeci, D.L. Page (ed.), Oxford, 1962. RE = Paulys Realencyclopädie der classischen Altertumswissenschaft. Neue Bearbeitung, G. Wissowa et alii (hrsgg.), Stuttgart-München, 1893-1978. RIC = The Roman Imperial Coinage, H. Mattingly, E.A. Sydenham et alii (eds.), London, 1923 ss. RPC = Roman Provincial Coinage, A. Burnett, M. Amandry, P.P. Ripollès et alii (eds.), London-Paris, 1992 ss. RRC = M.H. Crawford, Roman Republican Coinage, Cambridge, 1974. SNG ANS = Sylloge Nummorum Graecorum. The Collection of the American Numismatic Society, New York, 1969 ss. SNG Cop. = Sylloge Nummorum Graecorum. The Royal Collection of Coins and Medals, Danish National Museum, Copenhagen, 1942-1977. SNG Levante = Sylloge Nummorum Graecorum. Switzerland I, Levante-Cilicia, Berne, 1986. SNG Leypold = Sylloge Nummorum Graecorum. Österreich, Sammlung Leypold, Wiener Neustadt, 2000 ss. SNG Lloyd = Sylloge Nummorum Graecorum. The Lloyd Collection, London, 1933-1937. SNG München = Sylloge Nummorum Graecorum. Deutschland, Staatliche Münzsammlung München, Berlin, 1968 ss. SNG Paris = Sylloge Nummorum Graecorum, France, Cabinet des Médailles, Paris, 1993 ss. SNG von Aulock = Sylloge Nummorum Graecorum. Deutschland, Sammlung v. Aulock, Berlin, 1957-1968. Per le abbreviazioni dei periodici si rimanda al prospetto delle sigle utilizzate dall’Année philologique.

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Moneda e identidad territorial: algunas reflexiones Pere Pau Ripollès Universitat de València La lectura de las comunicaciones presentadas en el “III Incontro internazionale di studio del Lexicon Iconographicum Numismaticae” me ha hecho reflexionar sobre los aspectos tratados y me ha llevado a estudiar el territorio de la Península Ibérica para comprobar si el comportamiento en los temas aquí tratados fue coincidente. Antes que nada debo decir que, sin duda, la existencia de una base de datos de diseños monetarios, como el de DIANA1, constituye un instrumento básico para el estudio de la iconografía monetaria, facilitando la recopilación de materiales, la visualización por parte de los usuarios y la cronología de empleo. La sinergia y las posibilidades de estudio que crea este tipo de instrumentos son enormes y justifican todos los esfuerzos y recursos que a ello se dediquen. Un ejemplo de ello es la fuerza con la que se están desarrollando las bases de datos monetarias más utilizadas (OCRE, MANTIS, acsearch.info, entre otras). Todos estamos de acuerdo en que, como bien han escrito A.L. Morelli y E. Filippini, en la presentación de este Encuentro, “Le immagini, intese come strumento di comunicazione, assumono la funzione di elementi lessicali di un linguaggio codificato di trasmissione e divulgazione di valori collettivi” de diferentes grupos sociales y de individuos particulares. Los diseños monetarios, con toda seguridad, vehicularon valores y mensajes diseñados por la autoridad emisora, sea cual sea su naturaleza, ya que esta faceta de la moneda fue cuidadosamente elegida. Por esta razón, la Numismática contribuye de forma eficaz al conocimiento de las sociedades que las acuñaron. Metrología, denominaciones y diseños permiten definir unidades culturales, territorios y ciudades. A veces es difícil valorar el verdadero significado de los tipos, porque no puede ignorarse que existieron condicionantes que aminoran la carga ideológica de los mismos. Vivimos en una sociedad repleta de imágenes, pero en el mundo antiguo el número de imágenes a las que los pobladores indígenas que vivían un poco alejados de las áreas costeras del Mediterráneo tuvieron acceso fue muy limitado, pero aún así, la elección de unos modelos y no de otros, también tiene implicaciones para comprender la evolución, las relaciones y la identidad de un territorio. No podemos olvidar, sin embargo, que la iconografía monetaria fue un

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Celesti, Nucita, Puglisi, Salamone en este mismo volumen.

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elemento creado por la autoridad emisora y que no conocemos el impacto efectivo que tuvo sobre los usuarios. En el mundo antiguo las monedas circularon con gran libertad, superando ampliamente el marco local, por ello es difícil decir hasta qué punto los diseños conservaron el mensaje original una vez que las monedas se difundieron a lo largo y ancho del Mediterráneo y llegaron a manos de usuarios diversos y con capacidades de lectura diferente. Las temáticas de los diseños fueron tremendamente variadas, ya que en mayor o menor medida, las figuras monetarias cubren prácticamente todos los temas posibles. Una parte de esos diseños vehicularon ideas que enfatizan el concepto de ciudad o que tratan de desarrollar una singularidad que les distinga de su entorno y que refuerce la autonomía o independencia del territorio. Aunque los diseños representan una parte decisiva en el estudio de la identidad de las ciudades, en este Encuentro también se ha señalado la función que en algunos casos pudieron desempeñar las leyendas en el intento de definición de las ciudades, potenciando en algunos casos los diseños a los que acompañan. Lo hemos visto en la comunicación de Santagati relacionado con algunos casos de ciudades con acuñaciones de la primera mitad del siglo V, como Catania (Aitna) y Zancle (Messana). Sin duda, es importante esta línea de estudio, ya que puede contribuir a conocer la estructura del territorio. En la Península Ibérica la mayor parte de las leyendas corresponden a topónimos de ciudades bien establecidas, pero una parte de ellas se refieren a sus habitantes con el uso del genitivo del plural (e.g. Laiesken)2, pudiendo corresponder en algunos casos a una ocupación del territorio diseminada, aludiendo a sus habitantes en vez de a un núcleo poblacional concreto. El contexto histórico y político en el que se produjeron las emisiones monetarias es determinante para valorar el significado, uso y función de las figuras y, en consecuencia, para comprender la razón por la que se eligieron los valores o las informaciones que se quisieron transmitir. No obstante, dado que el estatus político de las ciudades fue muy diverso y que tuvieron distintos grados de autonomía, en lo que respecta a los diseños, en las ciudades convivieron distintos niveles de autoridad, por lo que circularon monedas con usos e iconografías acordes con su naturaleza. A grandes rasgos podemos distinguir dos grupos de emisiones, las que realizaron las ciudades independientes y las que proceden de ciudades dependientes de otras o que formaron parte de estados e imperios. La pertenencia a uno de estos dos grupos va a condicionar una buena parte de la carga ideológica de los diseños. Éstos, además de representar temáticas religiosas o sociales propias,

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Villaronga 1994, 191-194.

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también pueden ser reivindicativos, identitarios o de aproximación a un nuevo grupo social o de poder. Cuanto mayor y más poderoso fue un imperio, sus acuñaciones suelen transmitir mensajes relacionados con su estrategia de poder estatal y no con el poder local. Un buen ejemplo lo encontramos en Macedonia, en los reinos helenísticos. Por el contrario, cuando más pequeño y amenazado se encuentra un territorio más interesa marcar diferencias con el entorno, mediante la elección de diseños específicos que contienen una gran carga ideológica relacionada con los fundamentos de su existencia y de sus divinidades protectoras. La inscripción de Sestos3 dice que uno de los motivos para acuñar, además del provecho, fue que circulara el blasón de la ciudad, lo cual ha dado pie a pensar que al margen de la función económica de la moneda, la acuñación de moneda llevaba asociada, además, motivaciones ideológicas y el deseo de las ciudades de publicitar su iconografía distintiva. Pero no siempre las ciudades o las poblaciones estructuradas se comportaron de un modo lineal es este campo y no se puede afirmar de modo general que existiese un deseo expreso de marcar o publicitar su identidad cívica. En ocasiones se prefirió potenciar o transmitir la idea de pertenencia a un grupo que puede ser étnico o no, que con el reiterado uso de un mismo diseño por parte de un número creciente de ciudades se convirtió en un modelo estándar de moneda, en el que se produjeron escasas variaciones simbólicas. Nos referimos, por ejemplo, a las acuñaciones Celtibéricas de la Península Ibérica, en las que de forma reiterada se utilizaron las mismas figuras para los anversos y reversos, con la única diferencia de los objetos que acompañan al retrato y los que porta el jinete: palma, lanza, espada, gancho, entre otros4; también la leyenda es distinta, pero es difícil valorar su papel como elemento de identidad política, dado el presumible bajo índice de alfabetización de la población. De algún modo, también podemos relacionar los fenómenos de imitación con el escaso interés por singularizar las emisiones propias, como los que afectaron al oro y plata macedónicos, las dracmas de Rhode y de Emporion y las dracmas y divisores de Massalia. El nivel socio-cultural y el grado de estructuración de la población, sin duda, tienen mucho que ver en la adopción de esta práctica, pero no es suficiente para justificarlo plenamente, ya que otras localidades con grados de organización cívica similar sí que lo hicieron. Poggi5 aporta un ejemplo más de ese otro modo de ver la función de la moneda, copiando y adaptando un modelo monetario foráneo en todos sus 3

OGIS I, n. 339, ll. 45-50. Villaronga 1994, 231-300. 5 Poggi (resumen) en este mismo volumen. 4

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aspectos. Es complicado saber qué razones llevaron a suministrar un tipo de moneda basada en modelos externos y no es posible conceptuar de modo similar y como consecuencia de un mismo fenómeno, las imitaciones tracomacedónicas, padanas, ibéricas o galas. Es posible que las estructuras comerciales y financieras fueran más fuertes que las cívicas, las cuales debieron tener un grado de codificación del comportamiento social bastante bajo. La existencia de diversos niveles de autoridad, de contextos y de ámbitos de uso ha permitido generar uno de los corpora más generosos de representaciones figuradas y de diseños que se vinculan con la personificación e identidad de la ciudad. Pero también aquí encontramos que no siempre hay un deseo expreso de marcar distancias identitarias a través de los diseños para singularizar un territorio específico o a un grupo étnico o cívico particular. Se trata, sin duda, de un contexto en el que las ciudades se encuentran bajo el dominio de un estado y en el que se permitieron las acuñaciones con metales poco valiosos, que en ningún caso interfirieron las finanzas ni la economía imperial o estatal. En muchos casos, aunque pudieron, no estuvieron interesadas en la singularización, sino en enmarcarse dentro de la corriente general y enfatizar su pertenencia a un grupo social, como fue el caso de las emisiones provinciales romanas de Hispania, mediante la elección de los diseños más convenientes para su propósito. La elección de los tipos con intención definitoria de la ciudad también difiere en función de su localización, aunque no es necesario que tuviera siempre esa intención, ya que, en bastantes casos los diseños pueden proceder o aludir a facetas muy diversas de las ciudades. En el caso de las ciudades localizadas en la costa, objeto de estudio de la comunicación de Castrizio6, no sólo lo diseños de puertos, esculturas portuarias y faros evocan la existencia de un puerto importante, sino también pueden y suelen hacerlo otros diseños como naves7 y fauna marina8 en posición prominente. Las imágenes que fueron elegidas como personificación de la ciudad o como alusión directa a ella fueron muy diversas, tanto si lo fue de modo consciente o no. En este Encuentro se tratan las principales, la más características, aquellas que fueron claramente reconocibles mediante los atributos que las acompañan, como las Tychai en sus diversas formas de representación (retrato o figura completa de pie o sentada); pero también han sido objeto de estudio otras representaciones que proponen un lenguaje nuevo, como la de los santos patronos sosteniendo la maqueta de la ciudad. Otros tipos de iconografía también aluden a la ciudad, aunque no personifica 6

Castrizio en este mismo volumen. Carteia: Chaves Tristán 1979; Arse-Saguntum: Ripollès, Llorens 2002. 8 Gadir: Alfaro Asins 1988; Seks y Salacia: Villaronga 1994, 103-107, 133-135.

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su esencia. En este sentido, el desarrollo o la alusión a mitos propios constituyen de algún modo una forma de individualización que nos permite comprender mejor los mecanismos de mantenimiento y potenciación de una identidad cívica. El mundo de las emisiones monetarias romanas es una fuente inagotable de testimonios sobre ello. En este Encuentro, este tipo de evidencias ha sido tratado por Arrigoni9, como un ejemplo más de que los tipos que se vinculan con divinidades y mitos de toda índole son muy numerosos y pueden ser muy diversos. No menos interesante en este punto son las alusiones a ríos o accidentes geográficos singulares. De ellas la que tiene una trayectoria más larga y específica es la que se refiere a los ríos, a la que se le han dedicado dos intervenciones en este Encuentro10, una de Pera y la otra de Ferrero, abordando el tema desde diferentes ángulos y ámbitos de uso. Las dos comunicaciones nos han llevado a indagar sobre su incidencia en las acuñaciones hispanas y el resultado es aparentemente bastante escaso y sugiere que este tema tuvo una escasa aceptación y que la personificación de los ríos no fue una temática preferente. Sólo tres modelos de representación de ríos han sido documentados. El más usual es el del toro con cabeza humana barbada que encontramos en Emporion11 y, reiteradas veces, en Arse12; los otros dos corresponden a retratos de frente o de perfil arrojando agua por la boca (Carthago Nova, elegido como símbolo parlante de un magistrado llamado Hiberus)13 o de un ánfora (Emerita)14, presumiblemente personificando al río Anas. Sobre la memoria histórica de las ciudades es difícil decir nada de las que, no siendo griegas, se localizan en Occidente, debido a la ausencia o escasez de textos literarios. Sin duda debió existir, pero no parece que fuera un recurso frecuente en el momento de la elección de los diseños o por lo menos no han sido identificados. Disponemos de algún indicio sobre la existencia de memoria histórica en las ciudades; dos inscripciones de época imperial halladas en Saguntum15 rememoran el final del dominio cartaginés y honran la figura de Scipio como libertador, todo ello acontecido durante la II Guerra Púnica, a fines del siglo III a.C. Las mujeres tuvieron un rol oficial y político muy limitado en la vida ciudadana,

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Arrigoni en este mismo volumen. Pera y Ferrero en este mismo volumen. 11 Villaronga 2003, 18, nn. 8-13; Villaronga 1997, nn. 177-179, 449. 12 Véase Ripollès, Llorens 2002, nn. 61-67, 82-94. 13 RPC I, n. 160. 14 RPC I, nn. 10-11. 15 CIL II, n. 3836; CIL II2, 14, n. 328. 10

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como nos ha recordado Cenerini16, al no poder desempeñar magistraturas de gestión; no obstante, las más adineradas alcanzaron notoriedad social y cívica, mediante el ejercicio de algunos cargos religiosos, lo cual permitió a las ciudades captar una parte de sus recursos económicos en beneficio de la ciudad, como hacían los hombres ricos a través de los pagos ob honorem que imponían las magistraturas que desempeñaron. En el campo monetario la presencia de las mujeres fue mucho más escasa. Dejando a un lado las menciones relativas a las mujeres de la casa imperial, los escasos testimonios tienen un gran paralelismo con lo que sucede en otros ámbitos de la vida ciudadana, ya que se vinculan igualmente con el usufructo de sus recursos o con actos de evergetismo17. La comunicación de Iossif18 nos adentra en un terreno interesante relacionado con la autonomía de las ciudades en la elección de los diseños, metales y volumen de emisión. Este es un tema crucial a la hora de valorar su significado y propósito. En este campo las posibilidades son diversas de acuerdo con su estatus, yendo desde la plena autonomía o soberanía como ciudad estado, en donde todo es competencia de las ciudades, hasta la dependencia en grados diversos, ejecutando directrices y decisiones concretas impuestas. En determinados casos pudieron intervenir en alguno de los aspectos formales y de volumen, cuando se trataba de monedas de reducido valor, especialmente monedas de bronce, emitidas a expensas de los recursos de la ciudad. Todo esto nos lleva de nuevo a constatar que el estatus jurídico de las ciudades es determinante a la hora de poder valorar sus diseños y su función. Un ejemplo de esta autonomía limitada la tenemos en las emisiones romanas provinciales. En las provincias romanas las monedas de oro fueron siempre imperiales, con denominaciones e iconografías imperiales; las de plata fueron, en mayor medida, imperiales, aunque también se emitieron denominaciones griegas de plata con iconografías ajustadas, de modo intencionado, al gusto imperial; sin embargo, existió una gran libertad en lo que concierne a las de bronce, tanto en diseños como en volumen de acuñación. La posibilidad de elección de los diseños por parte de las ciudades es una de las razones por la que los tipos monetarios de las emisiones romanas provinciales proporcionan una de las fuentes más importantes sobre la vida cívica de época imperial, en todas sus vertientes. Se trata de acuñaciones realizadas por colonias, municipios y ciudades griegas con diferentes estatus, con sus propios recursos económicos, y destinadas a cubrir sus necesidades locales o a desempeñar funciones que se inscriben dentro de la órbita ciudadana. 16

Cenerini en este mismo volumen; véase también Hemelrijk, Woolf 2013. Paestum: Crawford 1973, n. 38; Acmonea: RPC I, nn. 3170-3177. 18 Iossif (resumen) en este mismo volumen. 17

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Las emisiones provinciales de Hispania, de las que nos habla Royo Martínez19 nos dan un ejemplo claro del alcance de la autonomía cívica en materia de acuñaciones; en la que los metales preciosos no pudieron ser acuñados, mientras que las acuñaciones de bronce pudieron emitirse previa autorización del emperador o del gobernador, con plena autonomía en la elección de tipos, denominaciones y volumen. Esta es la razón de la variedad de diseños que, en buena medida, reflejan el origen y la ascendencia cultural de las ciudades. En este caso, dado que los municipios fueron ciudades indígenas o nativas romanizadas los diseños fueron en bastantes casos una continuación de los que utilizaron en acuñaciones previas, de los siglos II-I a.C. (e.g. Bolskan, Bilbilis, Emporiae o Segobriga). Sin embargo, en las colonias, fundadas con población foránea, romana o itálica, esta libertad de elección de tipos se manifiesta en el uso de diseños, que proceden del repertorio iconográfico romano, aludiendo, en ocasiones, a mitos, ritos y liturgias, ajenas a las culturas nativas de la Península Ibérica, así como al origen militar que la mayoría de ellas tuvieron20. En época imperial el concepto de ciudad en Occidente no tiene cabida en el mundo monetario, a causa de la centralización de las emisiones monetarias por parte de Roma, a partir del reinado de Claudio I, ya que no dio oportunidad para su desarrollo por parte de los poderes locales. En Oriente se producirá el mismo fenómeno, pero a partir de Tácito, cuando las acuñaciones romanas provinciales dejen de acuñarse. No será hasta la descentralización del poder y la ruptura de los diversos imperios y grandes dominios, cuando aparezca de nuevo la iconografía monetaria que personificaba a las ciudades, esta vez con un lenguaje nuevo. Ya hemos comentado que el estatus jurídico de las ciudades condicionó el mensaje y las consignas que vehicularon las monedas. Un buen ejemplo de ello nos lo proporcionan las comunicaciones de Taravaini, Chiaravalle y Pigozzo; Travaini, Locatelli; y Estrada-Rius21. En ellas se pone de manifiesto cómo los señores y los eclesiásticos eligieron diseños que permitieran publicitar su dinastía familiar y / o legitimar la emisión de moneda. En unos casos los diseños enfatizan los símbolos familiares, mientras que en otros las simbologías eclesiásticas y los santos son los encargados de legitimar no sólo a la institución gobernante, sino también a los administradores de la ciudad y su territorio, por propio derecho o como vicarios que gestionan los derechos políticos y fiscales atribuidos a los santos titulares de las ciudades o de los territorios episcopales.

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Royo Martínez en este mismo volumen. Ripollès 2010, 24-29. 21 Todas ellas en este mismo volumen. 20

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Bibliografía

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