Manuel Llanes, Rafael Américo Henríquez, Freddy Gatón Arce, Antonio Fernández Spencer, José Manuel Glass Mejía - di Manuel Paolino

May 24, 2017 | Autor: Manuel Paolino | Categoría: Poesia
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Descripción

Manuel Llanes nacque a Santo Domingo il 5 maggio 1899. Dopo essere appartenuto alla corrente del postumismo si integrò al movimento della poesia sorprendida insieme al poeta e amico Rafael Américo Henríquez. La sua produzione più importante fu El fuego (Collana La Isla Necesaria, 1953); in essa le fonti, che probabilmente coincidono con la Bibbia, si trovano mescolate e fuse con grande proprietà all’interno di un nuovo contesto letterario; il risultato coincide con la creazione di una lunga poesia considerata una delle più caratteristiche e originali della nuova estetica sviluppatasi in Repubblica Dominicana. Venne definito per il suo carattere e per la sua poetica come uno dei poeti maggiormente spirituali della sua epoca, tanto da essere soprannominato ‘Buda viviente’. Morì il 4 maggio del 1976 a Santo Domingo. EL FUEGO Y otro ángel salió del altar, el cual tenía poder sobre el fuego, y clamó con gran voz al que tenía la hoz aguda, diciendo: Mete tu hoz aguda, y vendimia los racimos de la tierra; porque están maduras sus uvas. Apocalipsis: 14-18 Escucha las indeterminadas palabras: ¿Quién sabe de ti? ¿Quién eras aún? Llegas desde una vez y trasciendes fugaz para siempre. A solas permea tu luz fría, en clara gestación del cielo y loado sea tu espíritu en el fuego celeste. En ese andén de las incontables sombras, ¿cuál eres? Ni tú ni yo lo sabemos. Pero dime, aún antes de que seas signo: ¿Por qué sonó la voz de Dios desde donde te tiendes y detuvo la primera pareja en las volantes hojas? ¿Qué será de mi dolor sin una eternidad? ¡Oh, fuego! Levanta adversa tu frente a la soledad que nos traen las primeras angustias, a las clementes candilejas, temblorosas, en el aire, pues sólo existes para mí en una divisa, porque de mí a ti, con tus demencias quizás, me haces tu intercesor. Acabarás, inconsolable, una breve escala de oro para que hasta mí bajen los ángeles encendidos. Tu culpa es sola, se sostiene, apenas se siente trayéndonos la sangre entre gritos y cadenas, y es un entrechocar de danzas, de cantos y banquetes donde se ven los que vienen delante, no los de atrás. (vv. 1-25)

Cuando tú gritas a un túmulo desesperadamente, Dios tiene las alteraciones de su fiebre, y empiezan las descargas de las tronadas para vernos en los solsticios. Yo sé que la luz es igual: mata en una porfía, y admitamos, hermano fuego, el trueque de las grandes radiaciones de esa luz que vuelve a la tierra en menos tiempo que la alondra; quien puede ahora alcanzarte no lo sabe aún decir, por la integridad de las ánimas que me causan terror mientras persigo las hurentes tizonas de los fuegos fatuos, cuando alguien ve delante a las bestias heridas en la hora de los atontecidos, para correr a prisas. Es que tú tocas un clave que arde, interrumpes un concierto, muchas veces, de voces. Y la casa, ¿en dónde? Vuela. Ella no nos pertenece. Así estoy seguro que se aparta, puedes decirme: ahora que están aquí, no está nadie conmigo y la vida tuya y la mía continúan calladas, en una meta, al levantarse el orto y acostarse el día, en el ocaso. Salgo y voy como un pájaro enigmático y sombrío a buscarla en un reino. Escuchamos formarse un acto en el fuego de los aires. (vv. 99-123) IL FUOCO E un altro angelo uscì dall’altare, il quale aveva potere sul fuoco, e chiamò a gran voce colui che aveva la falce affilata, dicendo: prendi la tua falce affilata, e raccogli i grappoli della terra; perchè sono mature le sue uve. Apocalisse: 14-18 Ascolta le indeterminate parole: Chi sa di te? Chi eri ancora? Arrivi una volta e penetri fugace per sempre. Da sola la tua luce fredda impregna, nella chiara gestazione del cielo e sia lodato il tuo spirito nel fuoco celeste. In questa piattaforma di innumerevoli ombre, quale sei? Né tu né io lo sappiamo. Ma dimmi, ancora prima di essere segno: perchè è risuonata la voce di Dio da dove ti stendi

e ha trattenuto la prima coppia tra le foglie volanti? Che ne sarà del mio dolore senza un’eternità? Oh, fuoco! Alza la tua fronte avversa alla solitudine che ci porta le prime angustie, alle clementi luci, tremanti, nell’aria, allora per me esisti soltanto in una veste, poichè tra di noi, con la tua demenza forse, mi rendi il tuo intercessore. Terminerai, inconsolabile, una breve scala d’oro, in modo tale da far giungere fino a me gli angeli accesi. La tua colpa è sola, si sostiene, si sente appena portandoci il sangue tra gridi e catene, ed è uno spingersi di danze, di canti e banchetti, dove si vedono coloro che stanno davanti, non quelli dietro. (vv. 1-25) Quando gridi disperatamente sopra un tumulo, Dio stringe l’alterazione della sua febbre, ed iniziano le scariche dei temporali per scorgerci nei solstizi. Io so che la luce è uguale: uccide con ostinazione, e ammettiamo, fratello fuoco, il baratto delle grandi radiazioni di quella luce che torna alla terra in meno tempo dell’allodola; chi può adesso raggiungerti ancora non lo sa dire, per l’integrità delle anime che mi causano terrore mentre inseguo i tizzoni ardenti dei fuochi fatui, quando qualcuno guarda oltre le bestie ferite nell’ora degli afflitti, per correre più in fretta. È che tu tocchi una chiave che arde, interrompi un concerto, molte volte, di voci. E la casa, dov’è? Vola. Lei non ci appartiene. Così sono sicuro che si allontana, puoi parlarmi: ora che loro sono qui, che non c’è nessuno con me e la tua vita e la mia continuano in silenzio, verso una meta, dalla sveglia dell’orto all’andare a dormire del giorno, nel crepuscolo. Salgo e vado come un uccello enigmatico e cupo a cercarla in un regno. Ascoltiamo formarsi un atto nel fuoco delle arie. (vv. 99-123)

Rafael Américo Henríquez nacque il 30 settembre 1899 a Santo Domingo. Figlio del poeta romantico Enrique Henríquez Alfau e Lea de Castro, completò i suoi studi negli Stati Uniti. Al ritorno nel paese natale la sua casa diventò ben presto un punto di riunione dei più rilevanti intellettuali dominicani di quel periodo, e venne battezzata La cueva. Inizialmente affiliato al postumismo, in seguito si incorporò al movimento della poesia sorprendida, gruppo con cui collaborò per molti anni, diventando uno dei direttori della rivista. Il suo stile, fortemente sensoriale e immaginativo, fu influenzato, tra gli altri, da Federico Garcia Lorca. Compose anche varie prose poetiche, tra le quali la piu importante, Rosa de Tierra. Morì l’11 gennaio del 1968 a Santo Domingo. “Non conosco in tutta la poesia dominicana un poeta come questo capace di disprezzare l’uso dell’idea, fino al punto di convertire i suoi componimenti in pure astrazioni. In esse il contenuto è la parola; e la parola non è tale, ma il riflesso della parola, riflesso del riflesso della parola...” (Manuel Rueda, dall’introduzione di Briznas de cobre, 1977)

PAZ Ademanes de barro de manos sembradoras han tomado la tarde. Jícaras amarillas la gozan prisioneras, la muestran triunfadoras, que tales son bandadas sonoras de semillas. Oro móvil, espigas, color y campanadas son presencias de luz, pájaros forasteros en esferas de sol, en lumbres alcanzadas por el propio rebrillo. Irrumpen los primeros heraldos de la paz. Ya no siembra la moza mil diamantes azules llovidos de la frente cándida, nazarena; en rojez alboroza un naranjo dormido. Y rezuma la gente y mecen los frutales arpegios de laguna, reflejos de senderos. .. ¡Despereza la luna! PACE Gesti fangosi di mani seminatrici si sono presi il meriggio. Ciotole gialle godono prigioniere; le mostrano trionfatrici, stormi sonori di semi. Oro mobile, spighe, colore e rintocchi di campane sono presenze di luce, uccelli forestieri in sfere di sole, in fuochi raggiunti, dal proprio brillio. Irrompono i primi araldi della pace. Non semina più la fanciulla mille diamanti azzurri piovuti dalla fronte candida, nazarena; esulta nel rossore un arancio addormentato. E trasuda la gente e ondeggiano i frutteti, arpeggi di laguna, riflessi di sentieri. .. Si stiracchia la luna!

PAISAJE REFLEJADO Sombras de pájaros inútilmente el aire quiebran, a la luz embisten, pues los árboles y la paz resisten, y en cárcel fía la voz de la fuente. Gajos de bronces van a la corriente, de frutas la ponen, de sol la visten, y frutas y sol si corren existen y sangran colores y crían serpiente. Redondez de miel de quedar gozosa, suaviza la luz en luz reflejada y por gracia tal de sí desnudada. Y de nubes ebrios Dios y la moza mezclan sus rosas con rosas de viento y mudan la sed en florecimiento. PAESAGGIO RIFLESSO Ombre d’uccelli inutilmente fendono l’aria, assalgono la luce, gli alberi e la pace resistono, e dalla carcere ressicura la voce della fonte. Spicchi di bronzo vanno alla corrente, la decorano di frutti, la vestono di sole, e frutta e sole correndo appaiono e sanguinano colori e generano serpenti. Gioiose rotondità di miele, la luce soavizza nella luce riflessa e per grazia infine nuda. E ebrio di nuvole Dio e la fanciulla mescolano le sue rose con rose di vento e mutano la sete in fioritura.

BROMA DE DOMINGO Domingo con sol. Palomas. Caracol. Corros. Campanadas. Mozas lugareñas desatan bandadas de risas risueñas. Aquellas de verde, invierten molinos! ¡Barajan caminos! Verán que ya pierde el rumbo la luna! Mirando la torre aguardan fortuna

los pechos de miel. El viento no corre! Pedradas las horas! Pedradas de hiel! – ¿Qué tanto demoras? ¡Luna demorada! – Si tarda la luna no llega la cuna a moza casada. LO SCHERZO DELLA DOMENICA Domenica con sole. Colombe. Lumaca. Cori. Campane. Fanciulle del luogo sciolgono stormi di risate allegre. Quelle di verde, investono i mulini! Scompigliano le vie! Vedono la luna perdere la meta! Guardando la torre aspettano fortuna i petti di miele. Il vento non soffia! Colpite le ore! Pietrate di ghiaccio! – Perchè ritardi tanto? Luna ritardataria! – Se ritarda la luna non arriva la culla alla fanciulla sposata.

Freddy Gatón Arce, narratore, poeta, giornalista, professore e avvocato dominicano, fu uno dei fondatori del movimiento della poesía sorprendida. Nacque il 22 marzo a San Pedro de Macoris. Tra il 1944 e il 1947 diresse la rivista. Il suo componimento Vlía (1944), una lunga prosa poetica, lo situa tra gli introduttori della tecnica della scrittura automatica in Repubblica Dominicana. Vlía, testo scritto sotto l’influenza surrealista, fu composto nell’anno del centenario della Repubblica, quando il furore nazionalista della dittatura era al suo apice. Un testo ancora oggi di grande risonanza, una poesia maledetta, che cerca dentro i pozzi del subcosciente. Si spense nel 1994. VLÍA Poema para la quinta hoja de un trébol cualquiera 1 - Oído inescuchado Los espacios aquietados, azules de enclavados astros, dan su violeta a la torre invertida del cielo. La torre, extática, muda, salta nerviosa en sus risas y gemidos, como mama tallada de virginidad. Cantar de los gallos espada la vigilia y el mundo noche de todos los donceles. La vida ha perdido un inconsciente de por qué la vida. El traje color rubor de timidez quedó destrozado en el valladar de los ojos. Clavada torre en el mar de los sueños remolino de sangre de la sensitiva, blancor de olas altas llagadas como la incertidumbre, o dos pavores y cinco pétalos caídos traéis a Vlía. (…) VLÍA Poesia per la quinta foglia di un trifoglio qualsiasi 1 - Udito inascoltato Gli spazi calmi, azzurri di annidati astri, danno la loro violetta alla torre investita dal cielo. La torre, estatica, muta, salta nervosa nelle sue risate e gemiti, come mamma scolpita di verginità. Cantare dei galli spada la veglia e il mondo notte di tutti i donzelli. La vita ha perso un incosciente perchè della vita. Il vestito rosso di timidezza è rimasto lacerato nell’ ostacolo degli occhi. Inchiodata torre nel mare dei sogni turbine di sangue della sensitiva, biancore di onde alte giunte come l’incertezza, o due spaventi e cinque petali caduti voi portate a Vlía. (...)

Antonio Fernández Spencer nacque il 22 giugno del 1922 a Santo Domingo, fu poeta, critico letterario, diplomatico, educatore, saggista e filosofo. Vivette in Spagna per sei anni dove fondò e presidiò gli incontri de La Tertulia Hispanoamericana insieme a importanti intellettuali come Luis Rosales, Rafael Alberti, e altri poeti appartenenti alla Generazione del ’27. Pubblicò i suoi primi versi nella poesia sorprendida, gruppo poetico del quale fu uno dei fondatori. Le sue prime poesie furono marcate dall’avanguardia e la sua opera saggistica dimostrò la sua solida formazione intellettuale. Polemico, avanguardista e sempre disposto ad orientare i giovani che gli si avvicinavano per consultarlo, si adentrò anche nella poesia negrista. Morì nella citta di Santo Domingo nel mese di marzo del 1995. “La poesia del dominicano Antonio Fernández Spencer è, soprattutto, poderosa. Un senso d’urgenza contenuto, di premurosa nostalgia e stupore permea i suoi componimenti, costituiti dalla delicata ed evanescente sostanza dell’immagine. La voce del poeta, trasparente e luminosa, si avvicina all’oggetto dell’amore o del desiderio con una reverenza che sembra provenire da secoli di osservazione sulla natura, l’essere e le cose. E questo stupore raggiunge ogni verso, ogni parola che vibra in lui come se fosse la nota breve e sequenziale di una chitarra che aspetta nell’ombra una mano destra e allenata.” (Fernando Ureña Rib)

ROSA TRANSITORIA Todo en lúcida forma te señala: el sufrimiento, el alma sin noticia, y tu forma de pájaro que escala lo puro de ese cielo que se inicia. Remota estás – ¡oh rosa! – como una ala en la muerte de póstuma caricia; ya subes por el tiempo que señala lo que duerme a tu ser en la delicia. Todo en el orbe sin ficción te agota: el vivo mar que todo lo fecunda el pájaro olvidado en alta rama; pues caes por amor en lo que anota la soledad, que al sueño te circunda, ¡y que te nombra soledad en llama! ROSA TRANSITORIA Tutto in lucida forma ti segnala: la sofferenza, l’anima senza notizia, e la tua forma d’uccello che scala la purezza di questo cielo che comincia. Sei lontana – oh rosa! – come un’ala nella morte di una postuma carezza; sta salendo nel tempo che segnala quel che dorme sotto la tua gioia.

Tutto nel globo senza fingere ti stanca: il vivo mare che ogni cosa feconda l’uccello dimenticato su un alto ramo; allora cadi per amore in ciò che annota la solitudine, che nel sonno ti circonda, e che ti chiama solitudine in fiamme!

José Manuel Glass Mejía e Gilberto Hernandez Ortega (1924-1978) sono gli ultimi due componenti del gruppo della poesia sorprendida. Quest’ultimo pubblicò alcune poesie sulla rivista tratte dalle sue due raccolte Eternas palabras e De Gualey al cielo, ma il suo fu un ruolo piuttosto marginale: dedicò invece la sua vita quasi interamente alla pittura, arte nella quale raggiunse prestigiosi risultati. José Manuel Glass Mejía nacque a Santo Domingo nel 1923, fu tra i più giovani poeti membri del gruppo. Scrisse la maggior parte dei suoi componimenti durante l’adoloscenza; il meglio della sua produzione poetica si trova in Antología Panamericana de la Literatura Dominicana (1912-1962). Si spense nel 1994. INTIMO LATIR Serenidad pensante, inmóvil vida, grandes ojos serenos divagando. ¿Realidades? ¿Ensueños?... No se cuando entre sombra de luz reverdecida. Desintegrada imagen toda herida; turbias horas de insomnio palpitando en intimo latir abandonado toda memoria de inquietud perdida. Miradas extraviadas en desvelo de lejanas ausencias presentidas como algo extraño que jamás se nombra. Fuente ya sin retorno de su cielo como huella fugaz en su partida no son ya si no sombras entre sombras. INTIMO BATTERE Serenità pensante, immobile vita, grandi occhi sereni divagando. Realtà? Sogni ad occhi aperti?... Non so quando fra l’ombra di luce sia germogliata. Disintegrata immagine ferita; torpide ore d’insonnia palpitante, nell’intimo battere abbandonato tutta la memoria d’inquietudini si è persa. Sguardi disorientati, vigili sulle lontane assenze presentite

come qualcosa di strano che non si nomina. Fonte senza ritorno dal suo cielo come impronta fugace della sua partenza: non sono che ombre tra le ombre.

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