Lagos lirica

September 14, 2017 | Autor: Fabrizio Floris | Categoría: Africa
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Descripción

Bazar a cura di Raffaello Zordan

Lagos lirica una scorciatoia». Cole viaggia attraverso le contraddizioni che sono poi quelle che Hegel definiva la regola del vero. Prova compassione per quegli scrittori che devono esercitare il loro mestiere in sonnolenti sobborghi americani perché a Lagos ognuno ha una storia da raccontare e la realtà non finisce mai di sorprenderti. Dove andare al mercato è un dovere perché si va per partecipare al mondo, ma anche per bruciare un bambino sorpreso a rubare. La vita a Lagos richiede una vigilanza costante, qui è del tutto possibile fingere di essere felici, ma quello che non si riesce davvero a fare è rilassarsi. Prima il problema era sempre chi comandava. Ma adesso, quando esci in strada, è probabile che l’oppressore sia un tuo concittadino. È così che va la Nigeria che riesce ad essere contemporaneamente il paese più religioso del mondo, con il popolo più felice e tra i primi per livello di corruzione. La Nigeria riesce ad essere in guerra con i suoi cittadini ed essi tra loro, corrosi da anni di sofferenza, da una vita sull’orlo della disperazione. Tutto ciò ha creato una venalità diffusa qui, e l’atmosfera generale di resa, di impotenza: la cosa più devastante. Il libro ha una scrittura risolta, non vuole dimostrare niente, non utilizza

Eppure, eppure. Questo luogo esercita un fascino primitivo su di me. Non c’è fine all’incanto. La gente parla di continuo, facendo appello a un senso di realtà che non è identico al mio. Trova soluzioni meravigliose per problemi complicati, e in questo vedo una nobiltà di spirito che è ormai rara nel mondo. Ma c’è anche molto dolore, non solo melodrammatico, nel modo in cui le difficoltà economiche logorano le persone, le erodono, facendo leva sulle loro debolezze finché si ritrovano a fare cose che odiano, e diventano l’ombra della loro parte migliore. (p. 56) 78

LOWSKYFILM.COM

È

un viaggio ed è un ritorno a casa quello di Teju Cole caratterizzato dal non essere al centro né alienato. Il suo è uno “sguardo” che permette di spiegare la realtà, di vedere, raccontare e interpretare una città, un paese. Osserva e spiega, il suo non è un semplice racconto, una cronaca, ma vede nel profondo, legge la realtà come un testo. Il suo è un viaggio pieno di pensieri e un pensiero pieno di viaggi. Un viaggio nelle contraddizioni dell’Africa e delle sue città. Un incontro e uno scontro che si manifesta già prima della partenza, quando Cole si rivolge al consolato nigeriano per il rinnovo del passaporto. Dopo una serie di andirivieni per pagare bollettini postali e file estenuanti viene informato della possibilità di “accelerare” la pratica con un piccolo contributo: un incontro ravvicinato con le bustarelle. La richiesta di una mazzetta a New York è uno choc a cui non è preparato. Cole vorrebbe reagire, ma un amico gli spiega: «Tanto i soldi li prenderanno comunque e potrai scordarti di avere il tuo passaporto in tempi brevi. Non pensi sia meglio avere il passaporto che dimostrare qualcosa?». «Sì, ma non è questa occasionale complicità che ha affondato il nostro paese? Alla fine nulla funziona perché tutti prendono

Lagos.

Teju Cole OGNI GIORNO È PER IL LADRO Einaudi, 2014, pp. 142, € 16,00.

la scrittura per altri fini: personali, politici, psicologici. Racconta quel che vede attraverso quella che potremmo chiamare la coscienza dell’occhio. Gira per Lagos fino a perdere il senso dell’orientamento, lascia gli ormeggi e così si avvicina alla città come luogo puro, senza precondizioni. Vede bellezze e dolori. Ascolta frasi che sono il modo di vivere del paese: idea l’a need, cioè “abbiamo bisogno solo dell’idea o del concetto in generale”. È un modo di dire basta così, bisogna farsela andar bene così, dopotutto idea l’a need. Ogni giorno è per il ladro, ma uno è per il padrone. Yoruba dixit. (Fabrizio Floris)

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