la scrittura scientifica

July 7, 2017 | Autor: Paola Magnaghi | Categoría: Mathematics Education
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Descripción

La scrittura scientifica Paola Magnaghi-Delfino e Tullia Norando Laboratorio FDS – Dipartimento di Matematica Politecnico di Milano Sommario Il presente articolo è dedicato ai docenti e agli allievi delle Scuole Secondarie di Secondo Grado cui è richiesto sempre più spesso di cimentarsi con la stesura di una relazione scientifica. Come tutte le forme comunicative, anche la relazione scientifica ha struttura, linguaggio e stile caratteristici e peculiari che, se conosciuti, producono il risultato desiderato: una lettura scorrevole, una adeguata comprensione del testo e delle figure allegate. Lo scopo dell’articolo è dunque quello di aiutare gli allievi e sostenere i docenti che muovono i primi passi in questa tipologia di lavoro. Introduzione Le autrici di questo articolo sono membri del Laboratorio FDS (Formazione - Didattica – Sperimentazione – Divulgazione Scientifica) del Dipartimento di Matematica del Politecnico di Milano, che conduce da anni attività di ricerca di carattere multidisciplinare finalizzata alla valorizzazione culturale del sapere scientifico. Tra le attività del Laboratorio, in particolare, le autrici hanno ideato e realizzato numerosi progetti rivolti alla valorizzazione delle eccellenze scientifiche con gruppi di allievi delle Scuole Secondarie di Secondo Grado. Al termine di ciascun progetto era richiesto agli studenti di scrivere una relazione allo scopo di comunicare i risultati ottenuti. La stesura della relazione, oltre ad avere un grande valore didattico intrinseco, consentiva l’eventuale partecipazione a concorsi di carattere nazionale e internazionale. Purtroppo si è osservato spesso che gli studenti non sapevano impostare correttamente il lavoro e producevano documenti carenti sotto diversi aspetti. Si è dunque pensato di riassumere brevemente le modalità secondo le quali stendere una relazione scientifica che tenesse conto di alcuni principi fondamentali. Innanzitutto la descrizione del lavoro deve essere fatta utilizzando una terminologia specifica, in modo preciso e sintetico ma, allo stesso tempo, completo. I lettori devono leggere con facilità e poter verificare il lavoro svolto dagli autori e, se sperimentale, riprodurlo. La stesura deve seguire uno schema proprio a questo tipo di lavoro, senza rinunciare a suscitare l’attenzione del lettore. Dopo aver premesso alcune brevi considerazioni sulla scrittura e sulla redazione di una relazione scientifica, nel presente articolo si analizzano in dettaglio i vari elementi che ne costituiscono la struttura. Si fanno anche alcune osservazioni sullo stile della scrittura, sull’uso di disegni, grafici, fotografie e si danno suggerimenti su come affrontare problemi estetici, tenendo conto che gli studenti delle Scuole Secondarie di Secondo Grado in generale utilizzano programmi di videoscrittura molto diffusi ma non specifici per la stesura di testi scientifici. 1. Caratteristiche principali della scrittura scientifica Lo scopo della scrittura scientifica è comunicare ad altri dei concetti in modo preciso, chiaro, senza ambiguità e in modo conciso. Il lettore di un documento scientifico legge per acquisire tutte le informazioni necessarie sul lavoro eseguito e desidera ottenerle con il minimo dispendio di tempo ed energia. Lo scrittore deve dunque trasmettere il proprio messaggio tenendo sempre presente la necessità di privilegiare la chiarezza dell'esposizione, pur utilizzando il numero minimo di parole e i dettagli strettamente necessari. Chi scrive deve modulare il proprio stile in accordo con la preparazione del

lettore, perciò si può adottare uno stile più colloquiale se ci si rivolge ai compagni di classe, mentre si deve essere precisi, stringati e adottare un registro formale quando si scrive una relazione da sottoporre ad una commissione d’esame o di concorso. Il linguaggio deve essere consono all'argomento trattato e, in ogni caso, non si deve ricorrere al "burocratese" né ad invenzioni linguistiche né a termini che non appartengono al dizionario. Un discorso a parte merita la documentazione raccolta per eseguire il lavoro, infatti, bisogna vagliare l'affidabilità delle fonti utilizzate; ricordiamo anche che talvolta i simboli e le convenzioni tipografiche adottate nelle varie fonti potrebbero essere differenti dallo standard per cui è indispensabile specificare i simboli adottati. 2. Redazione di una relazione scientifica Una relazione scientifica deve essere comprensibile e letta con facilità: a questo scopo deve essere scritta con cura. Bisogna allora seguire alcune regole, altrimenti il lavoro non risulta valorizzato anzi può essere giudicato superficiale o raffazzonato. Del resto se gli autori non mostrano rispetto per il loro lavoro tanto da stenderlo con cura, perché il lettore dovrebbe averne? Se gli autori non illustrano con metodo e chiarezza i loro argomenti, il lettore potrebbe pensare che il motivo sia da attribuirsi al fatto che essi hanno idee confuse e vaghe sull'argomento stesso su cui scrivono. Bisogna dunque curare il lavoro sotto tutti e tre gli aspetti: strutturale, letterario e grafico. Si ricorda che in un testo in italiano le parole straniere non sono declinabili e il genere è quello della corrispondente parola italiana. Le parole straniere di uso non comune devono essere evidenziate in corsivo. 3. Struttura di una relazione scientifica Una relazione scientifica è strutturata nel seguente modo: - Titolo e lista degli autori - Riassunto (Summary) - Introduzione (Introduction) - Corpo e risultati - Discussione dei risultati - Conclusione (Conclusion or Findings) - Ringraziamenti - Bibliografia e Sitografia (References) - Appendici, Figure, Tabelle (Appendix, Figure, Table) Ogni relazione scientifica si apre con il Titolo. La scelta del titolo è molto importante poiché costituisce il biglietto da visita del lavoro. E' opportuno scegliere il titolo in forma provvisoria sin dall'inizio in quanto consente di chiarirsi le idee ed è indicativo dello stile che si vuole adottare. Il titolo deve essere chiaro, conciso e contenere le parole chiave. Il titolo è seguito dai nomi degli autori, che devono essere scritti per esteso, in ordine alfabetico rispetto al cognome e intervallati da virgole. Se richiesto, si aggiunge la tipologia della scuola (in forma abbreviata), poi il nome, indirizzo, città della scuola o ente di appartenenza (senza alcuna abbreviazione). Esempio 3.1 Se gli autori si chiamano Anna Laura Gialli, Marco Azzurri, Vincenzo Bianchi, i nomi vanno scritti nel seguente modo: Marco Azzurri, Vincenzo Bianchi, Anna Laura Gialli. Se è opportuno dichiarare che gli autori sono allievi del liceo scientifico statale Leonardo da Vinci di via Respighi 5, Milano, allora si scriverà

Marco Azzurri, Vincenzo Bianchi, Anna Laura Gialli L.S.S. Leonardo da Vinci, via Respighi 5, Milano Una relazione scientifica è suddivisa in parti dette genericamente Sezioni. Se la relazione è breve, la suddivisione in sezioni non ha senso, per cui si avrà un'unica sezione. Ogni sezione è suddivisa in Capitoli (Chapter), ogni capitolo in Paragrafi (Paragraph), ogni paragrafo può essere suddiviso, se necessario, in Sottoparagrafi. Si tratta dunque di una struttura gerarchica e in modo gerarchico i capitoli, paragrafi e sottoparagrafi devono essere numerati utilizzando numeri arabi. Ad esempio 1.2.3 significa che sto introducendo il sottoparagrafo 3 del paragrafo 2 del capitolo 1. Conviene iniziare la stesura della relazione stendendo una scaletta, cioè un modello provvisorio delle sezioni e dei capitoli in cui si vuol articolare l'esposizione. Nel caso il numero massimo di pagine della relazione sia stabilito, ad esempio da una regola del bando di concorso, conviene decidere, anche se in modo provvisorio, quante pagine si possano dedicare a ciascuna sezione e capitolo. Ovviamente la scaletta ha un valore indicativo, man mano che si scrive si vedrà quali modifiche si devono apportare. La scaletta è di particolare utilità quando si debba redigere la relazione in un tempo molto limitato, in particolare se gli autori sono più di uno e devono suddividersi il lavoro. Ciascuna parte della suddivisione deve essere composta, a sua volta, da tre parti: l'introduzione, lo svolgimento, la conclusione. Anche l'intera relazione deve essere costituita da almeno tre parti: l'introduzione, i capitoli, le conclusioni. L'intero lavoro deve essere preceduto dal Sommario (Abstract), sulla cui importanza e composizione si dirà nel seguito. La relazione si conclude con la Bibliografia/ Sitografia (References). Mentre i capitoli, paragrafi, sottoparagrafi sono numerati in modo progressivo, il sommario, le appendici e la bibliografia/sitografia non sono numerati. Ogni suddivisione della relazione in capitoli, paragrafi, ... deve avere la caratteristica di omogeneità cioè ogni suddivisione non deve essere tanto breve da non poter identificare le tre parti da cui è costituita né tanto lunga da far perdere il filo al lettore. Per non disperdere l'attenzione del lettore, grafici, tabelle, listati di programmi, sono messi nelle Appendici (Appendix). 3.1 Sommario Il Sommario (Abstract) deve essere il più possibile informativo sul contenuto del documento in modo da consentire al lettore la possibilità di decidere se ha le competenze e/o l'interesse necessari per leggere il documento. Il Sommario dovrà riportare lo scopo del lavoro, i metodi e le conclusioni, nell'ordine qui indicato; dovrà essere comprensibile di per sé, dovrà essere conciso senza essere oscuro. Non devono essere presenti formule o grafici o altro materiale figurativo. Si deve usare la stessa nomenclatura che si trova nel corpo del lavoro e la stessa simbologia. Simboli non comuni e acronimi devono essere definiti solo la prima volta in cui sono usati. 3.2 Introduzione L'Introduzione (Introduction) non è una ripetizione del Sommario; essa ha un'estensione maggiore e serve a presentare l'oggetto e gli obiettivi del lavoro, la relazione che esso ha con eventuali altri lavori e il metodo seguito; non deve scendere nei dettagli né anticipare le conclusioni e le proposte finali. Per consuetudine l'Introduzione è numerata, talvolta come capitolo 0. 3.3 Corpo del testo La suddivisione interna della relazione dipende dall'argomento e dal tipo di ricerca svolta. Le informazioni fornite nella parte centrale devono avere un dettaglio equilibrato. L'attenzione del lettore deve essere concentrata sulla novità del lavoro, sull'analisi critica dei risultati e sulle

motivazioni che sostengono le conclusioni. Tutti gli elementi grafici, numerici o tabellari saranno rimandati alle Appendici (Appendix), inserendo nel testo il riferimento, come nell'esempio 2.2. Esempio 3.2 ... i grafici corrispondenti [numero] suggeriscono che la distribuzione ... A piè di pagina comparirà la seguente riga: [numero] Appendice A. Analogamente per i riferimenti bibliografici nel punto corrispondente nel corpo del testo si scrive [numero], il numero sarà lo stesso del testo indicato in Bibliografia/Sitografia (References). 3.4 Conclusioni Le Conclusioni costituiscono il capitolo finale del rapporto. Questo capitolo è breve, non strutturato in sezioni e deve riportare: 1) confronto tra gli scopi prefissi e i risultati ottenuti; 2) commento critico sui risultati ottenuti; 3) commento critico sulle parti eventualmente non approfondite; 4) possibili ulteriori sviluppi della ricerca. 3.5 Biblio/Sitografia I riferimenti bibliografici possono essere raccolti seguendo o l'uno o l'altro dei due seguenti metodi: 1. si elencano tutti i riferimenti in ordine alfabetico secondo il cognome del primo o unico autore; più riferimenti dello stesso autore vanno elencati in ordine cronologico; più riferimenti della stessa fonte vanno elencati secondo il numero di pagina crescente. Con questo tipo di elencazione può essere conveniente eseguire i richiami con il metodo nome data, ad esempio con riferimento alla biblio/sitografia di questa guida il testo [1] può essere citato con il richiamo [Matricciani 1992]; 2. si elencano i riferimenti esattamente nell'ordine in cui vengono citati; in questo caso è conveniente eseguire i richiami mediante un numero. La scelta del metodo è personale, anche se è più consueto l'uso del primo dei due metodi indicati, che non obbliga a cambiare il riferimento se si decide di eseguire cambiamenti nell'ordine degli argomenti o delle pagine. 3.6 Appendici Le eventuali dimostrazioni di formule matematiche, le illustrazioni grafiche o tabellari trovano collocazione nelle appendici che sono previste per evitare di appesantire la lettura. Tranne nel caso in cui siano assolutamente indispensabili alla comprensione, è meglio staccare dal testo tutte queste parti e limitarsi ad enunciare solo i risultati con rimando alle appendici. 4

Stile della scrittura

Nella scrittura di una relazione scientifica bisogna avere degli accorgimenti: alcuni di essi sono comuni a qualunque tipologia di testo, come ad esempio la cura del rispetto della grammatica e dell'ortografia. Per quanto riguarda le parole straniere, si ricorda che in un contesto italiano restano invariate al plurale. E' opportuno evitare anglicismi quando esista un corrispettivo italiano di uso comune come, ad esempio, "editare" invece di stampare, "plottare" invece di disegnare, "resettare" invece di cancellare, "supportare" invece di sostenere. E' poi preferibile non usare parole italiane attribuendo loro il significato inglese come, ad esempio, "processare" nel senso di elaborare,

"realizzare" nel senso di accorgersi, "trasparenza" nel senso di lucido (per proiezione). Altri aspetti inerenti lo stile sono l'uso della forma impersonale anziché della prima persona plurale, l'uso accorto della forma attiva e della forma passiva, l'attenzione ad evitare ripetizioni. E' comunque preferibile usare frasi brevi, con poche subordinate. 4.1 Formule, tabelle, equazioni Le formule, le tabelle, le equazioni devono essere numerate utilizzando una coppia di numeri di cui il primo si riferisce al capitolo, il secondo è progressivo. Ad esempio la prima formula del capitolo 3 sarà numerata (3.1). La numerazione viene posta usualmente a destra della formula o della equazione. Alle tabelle, al contrario di formule e di equazioni, è attribuito un titolo. Per quanto riguarda le tabelle, il nome e la numerazione vanno posti sopra la tabella. Per le citazioni di formule, tabelle, equazioni si usa la lettera minuscola e la preposizione articolata, a meno che sia un inciso. Esempio 4.1 ...nell'equazione (1.2) si vede ... ; ... l'equazione (4.5) (cfr.eq.(1.2) e (4.5)) ... Si fa riferimento a formule, tabelle, equazioni sempre usando il numero identificativo. Le tabelle devono avere dimensioni adeguate e contenere solo i dati necessari. I dati numerici devono presentare solo il numero di cifre significative necessario. Lo spazio tra le righe e l'ampiezza delle colonne deve essere ben calibrato e il carattere scelto in modo adeguato. Per quanto riguarda le formule matematiche, si ricordano alcune regole generali: 1. Numeri: si scrivono sempre in carattere tondo anche quando fanno parte di un testo scritto completamente in corsivo; il separatore decimale in inglese è il punto e in italiano la virgola; si può scegliere, se il testo è in italiano, a quale convenzione uniformarsi, ma non mescolarle. In certi casi è preferibile usare la notazione esponenziale: ad esempio 0,00057 si scrive 5,7 ×10⁻⁴. Se si devono incolonnare numeri, ad esempio in una tabella, i numeri interi sono allineati a destra, i numeri reali (non interi) sono allineati in corrispondenza della virgola di separazione della parte decimale. Bisogna ricordare che il grado di precisione e il numero di cifre significative deve essere costante. 2. Costanti Numeriche: si scrivono in carattere tondo, ad esempio il numero di Nepero si indica con "e", tranne per le costanti che vengono indicate con lettere greche, ad esempio il numero aureo si indica con "ϕ". 3. Variabili: si scrivono sempre in corsivo. 4. Vettori: si scrivono utilizzando lettere corsive in grassetto, oppure lettere corsive senza grassetto ma sormontate da una freccia, ad esempio . Le componenti del vettore si indicano con la stessa lettera usata per il vettore, in corsivo senza grassetto, e, di solito, con un pedice, ad esempio vi. 5. Matrici: si indicano con lettere corsive maiuscole, mentre i loro elementi con la stessa lettera, ma in corsivo minuscolo e con gli opportuni pedici, ad esempio M , mik. 6. Funzioni e operatori: i simboli generici si indicano in corsivo, come ad esempio f(x). I nomi specifici di funzioni si indicano in tondo, ad esempio ex, sin(2πx). Anche l'operatore differenziale "d" e quello di derivazione "D" devono essere indicati in carattere tondo, ma con una diversa spaziatura rispetto agli altri operatori: "d" e "D" si separano solo dagli argomenti che li precedono, non dalla variabile o dalla funzione su cui operano. Ad esempio: dx, Df. La regola relativa all'operatore differenziale vale anche nella scrittura degli integrali. Si ricorda che il logaritmo in base 10 si può indicare con log x oppure con lg x , il logaritmo in base e si indica con ln x. 7. Le unità di misura sono scritte in tondo, mai tra parentesi quadre, e sempre dopo la misura della grandezza (senza alcun punto).

Le formule devono essere inserite nel testo usando un programma apposito (ad esempio MathType o Equation Editor) e mai copiate e incollate. Occorre scegliere e poi mantenere uniformità di stile, in particolare controllare l'omogeneità di apici e pedici. I simboli non standard devono essere spiegati in una nota apposita. I dati, formule particolari, tabelle che sono ripresi da libri o articoli devono essere accompagnati dal riferimento biblio/sitografico. 4.2 Disegni, grafici, fotografie L'uso di disegni, grafici o fotografie ha lo scopo di chiarire i concetti al lettore della relazione e all'uditorio della presentazione orale. Per essere utili si devono utilizzare scale e dimensioni adeguate; gli istogrammi a barre devono essere presentati su una griglia adeguata, le colonne devono essere ben affiancate, senza spazi interposti, la composizione dei colori sobria ma efficace; si consiglia l'uso di legende o didascalie. Si presti attenzione al carattere utilizzato per indicare le posizioni sugli assi e a tutto quanto concerne la leggibilità e gradevolezza del diagramma. Nel caso la figura sia opera di altri, l'autore deve essere citato o nella didascalia o nel testo. Se si riporta una mappa, questa deve essere orientata e deve essere indicato il rapporto di scala. 4.3 Problemi estetici L'inserimento di formule in un testo comporta problemi tipografici, dovuti alla loro natura bidimensionale. Esempio 4.2 Si considerino i seguenti testi: 1) "Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo.” 2) "Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. Ut enim ad minim veniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo." Quello che osserviamo, nel secondo testo, è l'innaturale spaziatura tra le righe, conseguente alla presenza di una frazione inframmezzata. Rivediamo il secondo testo ma con la frazione scritta con carattere ridotto. 3) "Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. 2/3 Ut enim ad minim veniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo. " Il risultato è migliore, ma la leggibilità della frazione è peggiorata. Si può ottenere una soluzione accettabile scrivendo la frazione in un altro modo. 4) "Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. ²/₃ Ut enim ad minim veniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo." Si osservi che ²/₃ è differente da 2/3. Esempio 4.3 Si considerino i seguenti testi:

1)"Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. limx→∞ . Ut enim ad minim veniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo. . 2) "Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua. limx→+∞ (1/x)=0 . Ut enim ad minim veniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo." Si consideri la seguente possibilità, senz'altro preferibile: 3) "Lorem ipsum dolor sit amet, consectewtur aipiscing elit, sed do eiusmod tempor incididunt ut labor et dolore magna aliqua.

Ut enim ad minim veniam, quod nostrud exercitation ullamco laboris nisi ut aliquip ex ea commodo. " 4.4 Bibliografia/Sitografia I riferimenti bibliografici vanno numerati e seguiti dai riferimenti sitografici. Gli esempi che seguono riportano alcuni riferimenti presenti nella letteratura scientifica. Si fa presente tuttavia che se il lavoro è pubblicato su rivista o atti di un convegno possono essere richieste variazioni di stile. I riferimenti bibliografici possono essere: 1.articolo su rivista Esempio Peter Hall, Ming Li Using the periodogram to estimate period in nonparametric regression Biometrica, 93, 2, (2006), pp.411 – 424 2. articoli in atti di convegni, enciclopedie, volumi miscellanei Esempio S. Scalise La formazione delle parole, in Grande grammatica italiana di consultazione, a. c. di L. Renzi et al., vol. III, Bologna, Il Mulino, 2001, pp.473 – 516 3. volumi di uno o più autori Esempio M. Bramanti, C.D. Pagani, S. Salsa Analisi Matematica1 Bologna, Zanichelli, 2008 Nel riferimento, se ritenuto opportuno, si può raffinare la citazione indicando la pagina in cui si trova ciò che interessa. Ad esempio, se si fa riferimento alla tabella delle derivate elementari si scriverà: M. Bramanti, C.D. Pagani, S. Salsa Analisi Matematica1 Bologna, Zanichelli, 2008, p.154 I riferimenti sitografici possono essere: 1. siti ufficiali di eventi Esempio Anno Internazionale dell'Astronomia www.unipd.it/astro2009/ 2. pagine di un sito dedicate ad un argomento Esempio Labirinto wikipedia.org/wiki/Labirinto 3. testo online Esempio Saper Comunicare - cenni di scrittura tecnico-scientifica

didattica.polito.it/tesi/SaperComunicare.pdf Nel caso di veri e propri articoli online si utilizza la notazione degli articoli su rivista, indicando il sito al posto del nome della rivista. 5. Conclusioni Dopo aver scritto una relazione scientifica, gli autori devono anche esporre oralmente la loro produzione concentrando la relazione in un tempo fissato ed esponendola tramite l’uso di diapositive. In un prossimo articolo tratteremo di come poter esporre in modo chiaro e conciso una relazione e come predisporre diapositive che illustrino i principali contenuti del lavoro. Bibliografia [1] M. Colombo Appunti per il laboratorio di scrittura , CUSL, Milano 2005 [2] E. Matricciani La scrittura tecnico - scientifica Milano, Casa Editrice Ambrosiana, 2007. Sitografia Saper Comunicare - cenni di scrittura tecnico - scientifica didattica.polito.it/tesi/SaperComunicare.pdf Per comunicare con le autrici del presente articolo [email protected] - [email protected] http://fds.mate.polimi.it

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