La giustizia, uno sguardo su Amos

June 14, 2017 | Autor: FraSte FraSte | Categoría: Teologia, Teologia biblica
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STUDIO TEOLOGICO INTERPROVINCIALE «LAURENTIANUM» DEI FRATI MINORI CAPPUCCINI Affiliato alla Facoltà di Teologia della PONTIFICIA UNIVERSITÀ ANTONIANUM Roma __________________________________________________________________

LA GIUSTIZIA, UNO SGUARDO SU AMOS

CORSO ANTICO TESTAMENTO/1: LIBRI PROFETICI Studente: Frate Stefano Luca OFMCap (matr. n° 415) Docente: Prof. Fra Roberto Tadiello

VENEZIA Anno Accademico 2013-2014 1

PARTE I

Sezione Generale

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1. La denuncia dei profeti Per meglio cogliere l’orizzonte profetico, occorre partire da una visione d’insieme della società del tempo. Sia la Samaria che Gerusalemme erano in una situazioni di assoluta e continua ingiustizia soprattutto ai danni dei poveri contadini. Si tentò addirittura di eliminarli o comunque di ridurli alla miseria per impadronirsi dei loro campi e poter così creare grandi latifondi. In questo contesto, appare ancora più evidente la contraddizione in ambito di fede: grandi pellegrinaggi, sacrifici ed offerte, venivano celebrati mentre i poveri venivano oppressi. In questo senso dunque si sottolineano non solo le strutture sociali corrotte e opprimenti, ma qualche cosa di molto più grave che soggiace alle strutture: la corruzione del cuore, che ha abbandonato Dio per servire il denaro e tutte le sue strutture di ingiustizia.

2. I temi delle denunce profetiche I profeti, dunque, raccogliendo il duplice appello Divino e dei poveri affrontano molteplici temi: 1. L’amministrazione della giustizia nei tribunali (da questa dipendono i beni e persino la vita di molte persone, si denuncia la corruzione, che porta ad assolvere il colpevole e a condannare l’innocente. In questo contesto non è più necessario sopprimere le persone, è sufficiente sopprimere i loro diritti. Non si tratta del peccato frequente di corruzione e concussione, ma di qualche cosa di nuovo: la classe alta vuole creare il fondamento giuridico che legalizzi l’espansione del proprio capitale. Vi è una manifestazione più sfacciata del potere legislativo al servizio dei potenti). 2. Il commercio (soprattutto nell’ambito dell’imperialismo economico. Tema affrontato in diversi modi. Amos scopre nei commercianti il desiderio di arricchirsi alle spalle dei poveri, trafficando con la loro libertà, vendendogli persino i prodotti peggiori, angosciati dall’idea 3

di chiudere le loro botteghe anche per un solo giorno di festa [Am 8,4-6]). 3. La schiavitù (nonostante la sua intrinseca drammaticità non è molto frequente. Amos cita i due casi più frequenti: la schiavitù dei prigionieri in guerra e la schiavitù per debiti [Am 1,6.9; 2,6; 8,6]). 4. Il latifondismo (data l’economia agricola). 5. Il salario. 6. Il lusso e la ricchezza (tema affrontato in forme molto diverse, Amos mette in rilievo la bella vita della classe alta con ogni tipo di piaceri [Am 3,10.15; 5,11; 4,1; 6,4-7]). 7. I tributi e le imposte. 8. Il furto. 9. L’ omicidio. 10. Il prestiti e i pegni.

3. Su cosa si basa critica sociale Analizzeremo ciò che è stato, prendendo come paradigma per l’insieme dei profeti Amos. Tre linee fondamentali sono state proposte per spiegare la base della sua critica sociale: 1. un concetto etico di Dio e dell’uomo con valore universale (si pone la giustizia come punto centrale dell’intera idea di Dio. Nessuno come Amos aveva posto fino ad allora con tanta energia l’idea della giustizia e della moralità al centro dell’intera idea di Dio). 2. Un’esperienza personale del profeta (forse scaturisce da un’esperienza estatica, fa infatti l’esperienza di Dio in tutta la sua onnipotenza. Questa esperienza, religiosa e morale allo stesso tempo, costituisce la base dell’attività e della predicazione di Amos). 3. Le tradizioni tipiche d’Israele (si ritiene che Amos non scopra nulla di nuovo, non è un rivoluzionario etico che apre un cammino nuovo nella storia dell’umanità, né si basa su idee astratte riguardanti la morale e l’uomo; bensì Amos si inserisce nel contesto del popolo d’Israele, nella sua vita e nelle sue tradizioni. Naturalmente, ebbe 4

un’esperienza personale, come mette in chiaro il libro, ma questo non esclude un’altra serie di influenze, che vengono adottate come punto di partenza per spiegare il suo messaggio). Molte comunque sono le correnti che influenzarono i profeti, la posizione più corretta sembra essere quella che individua in fattori molto diversi la base della denuncia sociale in Amos: sentimento naturale religioso e umano, esperienza personale, tradizioni d’Israele (alleanza, legislazione, sapienza). Non si vuole dire con questo che tutti questi elementi si trovano allo stesso livello. Gli elementi tipici d’Israele e l’esperienza personale giocano un ruolo sicuramente decisivo ma non si può assolutizzare nessun elemento sacrificando altri.

4. È possibile sperare in una soluzione Due sono gli orientamenti degli studiosi a questo proposito: i primi ritengono che i profeti cerchino solo di giustificare l’imminente castigo di Dio, senza quindi sperare, né pretendere un cambiamento, ma volendo dimostrare solamente come tutto fosse corrotto e come, dunque, il castigo risultasse inevitabile; altri propendono verso una qualche tipo di speranza rispetto a un cambiamento radicale della società. Amos vincola la possibilità di sopravvivere, alla conversione; che dovrebbe dunque condurre all’affermazione della giustizia nei tribunali. La soluzione dipende dall’uomo, che deve amare il bene e odiare il male, cambiando i propri sentimenti e le proprie attitudini. È evidente come i suoi contemporanei non sono disposti a fare tutto ciò, infatti Amos non nutre troppe speranze che i problemi si possano risolvere. Riassumendo, possiamo far emergere come linea dominante un atteggiamento piuttosto scettico sulla possibilità di dare soluzione a questi temi, sarebbe infatti necessario un cambiamento molto profondo nella condotta personale e nelle istituzioni che i contemporanei dei profeti non sono disposti a realizzare. Interessante notare come generalmente questa apparente non disponibilità non faccia sprofondare i profeti e i loro 5

discepoli nell’amarezza; essi mantengono una posizione pressoché di speranza.

5. Utilità della critica profetica Quanto detto fino ad ora ci potrebbe indurre a pensare che lo sforzo dei profeti non servì a nulla. Le condizioni sociali infatti non migliorarono particolarmente. Tuttavia questa interpretazione pessimistica è inesatta in quanto di fatto oggi continuiamo a vivere del messaggio dei profeti e ci troviamo in sintonia con esso. In definitiva il messaggio profetico attua una distruzione delle ideologie oppressive. Qualsiasi oppressione politica, sociale, economica, si appoggia su un’ideologia oppressiva, su una filosofia e persino su una teologia dell’oppressione. I profeti, compresero questo problema e demolirono le stesse basi pseudo-religiose dell’oppressione. Per questo la loro critica al culto e alle false idee religiose è così strettamente unita all’esortazione alla giustizia. In ciò consiste la grande attualità del messaggio profetico. Anche non facendo piani concreti di riforma, né promuovendo la sollevazione del popolo, realizzarono una rivoluzione molto importante, la rivoluzione delle idee.

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PARTE II

Analisi di Amos

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1. Il povero come giusto in un contesto di ingiustizia Sopra ogni profeta, Amos è colui che pone centrale il tema della giustizia. Egli attua uno stretto nesso tra crisi della società del tempo e ingiustizia, considerandola come la causa principale. Ancora più significativo in Amos è il contesto in cui si trova: sembra infatti, agli occhi dei più, che il periodo non sia di crisi, vi è infatti sotto il regno di Geroboamo II un periodo di benessere e di relativo splendore di Israele [Am 6,4-6; 3,5; 5,11]. Ma è proprio in questo contesto che il profeta indica la disparità sociale, il benessere dei pochi ottenuto a discapito dei molti. Il profeta accusa i potenti e i ricchi di essere gli agenti di ingiustizia determinanti la vera crisi: di disordine, di violenza e rapina [Am 3,9-10]; di oppressione dei deboli e dei poveri [Am 4,1;5,11;2,6-8]; e sostanzialmente lo stravolgimento della giustizia nella sua amministrazione [Am 5,7.10.12; 6,12]. 1. Amos, mentre evidenzia nella società uno stravolgimento della giustizia, porta a prova fatti che appaiono o non contrari alla legge o non eccessivamente gravi. La presa di posizione di Amos nei confronti di Israele sembra perciò molto più radicale della semplice denuncia di un’ingiustizia conseguenza della non osservanza della legge. Il profeta mette in discussione la legge stessa e interpreta come capovolgimento della giustizia norme che, pur accettate dai tribunali legali, si rivelano a danno dei poveri e come oppressione nei loro confronti.

2. L’identità del giusto in Amos: il povero come giusto In Amos ci troviamo sul piano dell’ingiustizia sociale nei confronti dei poveri e dei deboli. [Am 2,6; 8,6; 5,12]. Numerose sono le domande a cui il testo apre: esiste una categoria di giusto, a cui il profeta si appella per ripristinare l’ordine della giustizia, o la 8

sua denuncia dell’ingiustizia è semplicemente finalizzata a difendere il povero dal sopruso del potere e dei ricchi? Qual è il senso dell’identificazione giusto-povero rispetto al problema della giustizia? Il giusto sembra qualificarsi in una dimensione sociale ovvero quella del povero. Ma che cosa comporta questa qualifica? Amos si pone in un atteggiamento critico verso un intero sistema. Secondo lui la legge è ingiusta ed è causa di ingiustizia se non tiene conto del diritto del povero e quindi della sua condizione. Paradossalmente è proprio l’applicazione delle leggi di mercato che crea ingiustizia. Da qui la necessità di ristabilire la giustizia. Il metro della giustizia diventa quindi il povero stesso. Per questo il povero è giusto. Solo attuando la giustizia nei suoi confronti è possibile realizzare la giustizia generale in un contesto di ingiustizia. Attuare la giustizia innanzitutto è realizzarla nei confronti dei poveri. Questa giustizia non può che sfociare nella misericordia, indicando in essa una dimensione che va ben oltre la giustizia come stretta applicazione della norma legale. Così la giustizia di Dio in un contesto di violenza generalizzata si manifesta, seguendo le suggestioni di Amos, in due modi essenziali: 1. Mediante la parola profetica si chiarifica il limite della legge. Dio non accetta i limiti della norma legale, che impone una giustizia stretta in determinati confini, questa giustizia non strettamente distributiva sfocia nella carità-misericordia-clemenza. Questa giustizia dunque ha il sapore della carità e dell’amore, perché non si fonda sulla stretta legge della retribuzione né mette in atto la condanna per riportare la struttura sociale ingiusta dentro le misure della legge. Essa è un’esigenza che deriva direttamente dalla paternità divina, il cui amore è incommensurabile. In Cristo questa giustizia sarà definitivamente realizzata. 2. Affermando la giustizia divina nei confronti dei poveri si attua anche un giudizio sui ricchi. La forza che si era attribuita Israele e che era diventata motivo di violenza nei confronti del povero, sarà totalmente annientata. Alla fine riemergerà quel vero volto di Israele, 9

che solo come nudo potrà presentarsi di fronte a Dio per ottenere misericordia.

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BIBLIOGRAFIA

J. L. SICRE, La lotta per la giustizia, in Profetismo in Israele 1992, Borla, 412-439. A. SPREAFICO, Amos: il povero come giusto in un contesto di ingiustizia, in Ricerche Storico Bibliche XIV (2002) 1-2, 47-54.

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INDICE

PARTE I: Sezione generale…………………………………………...……… 2 La denuncia dei profeti I temi delle denunce profetiche Su cosa si basa la critica sociale È possibile sperare in una soluzione Utilità della critica profetica PARTE II: Analisi di Amos………………………………………..…............ 7 Il povero come giusto in un contesto di ingiustizia L’identità del giusto in Amos: il povero come giusto BIBLIOGRAFIA ………………………………………………………….... 11 INDICE …………………………………………………………………….. 12

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