La Chiesa nel mondo - Venezuela

Share Embed


Descripción

Venezuela* La democrazia in Venezuela C’è democrazia in Venezuela? Secondo il teologo della liberazione Pedro Trigo S.J., il governo esercita democraticamente (perché può vincere le elezioni) la dittatura del proletariato come sua guida14. Si tratta di una politica di neo-totalitarismo, unita a populismo economico e ad un linguaggio pseudo-religioso. Può essere descritta come una sorta di cesarismo15 democratico, basato sul «governo della maggioranza attraverso il governo del tiranno». Questa politica, che ha caratterizzato l’azione di governo a partire da Chávez e prosegue con l’attuale presidente Maduro, si basa sulla imposizione politica e il controllo economico secondo “la dialettica di vincitori e vittime” e “incluso o escluso”, in un contesto pesante a tutti i livelli della vita pubblica e privata. Quanto sembra una semplice strategia politica è diventata una prassi quotidiana di polarizzazione, favorendo pratiche politiche ed economiche di esclusione e di discriminazione nei confronti di coloro che non seguono l’ideologia socialista, come riconosciuto dal Provea16, un’organizzazione per i diritti umani indipendente e rispettata. Si cercherà di illustrare qui l’ambiente politico ed economico di intolleranza vissuto dai venezuelani in tutti i settori sociali, attraverso l’analisi dei seguenti concetti: il potere politico egemone, la discriminazione politica e la militarizzazione sociale.

* A cura di Rafael Luciani (traduzione dallo spagnolo di Benedetta Cortese). 14 PEDRO TRIGO SJ, “Cómo vivimos la situación de Venezuela”, “Rivista SIC” 1 (2015). [http://revistasic.gumilla.org/2015/como-vivimos-la-situacion-en-venezuela-hoy/] (Accessed June 14, 2015). 15 JOSÉ VIRTUOSO, Balance y perspectivas, “Rivista SIC” 691 (gennaio-febbraio, 2007), 5. 16 Rapporto annuale di Provea 2006 [http://www.derechos.org.ve/publicaciones/infanual/2005_06/index.html].

93

La concezione egemonica del potere politico La retorica ufficiale dice di contare sul sostegno elettorale del popolo e basa la propria legittimità unicamente sulla legalità della sua origine, ossia le elezioni. Il principio dell’alternanza politica è stato eliminato e sostituito da indefinite rielezioni del potere esecutivo. Molti Paesi latino-americani cercano di trovare mezzi legali per applicare questa stessa riforma. Questo nuovo modo egemonico e neo-autoritario di intendere l’ordine politico non si fonda sull’equilibrio dei poteri, ma su una strategia ben pianificata di asimmetria del potere, ove importante non è la distribuzione del potere, ma la sua concentrazione attraverso relazioni autoritarie. Alla base si trova la teoria della sovranità di Carl Schmitt, fondata sul “potere di decidere nella situazione di eccezione”. Secondo questa teoria, il potere non è conferito dalla legge, ma è un potere de facto conferito al tiranno dalla maggioranza delle persone che lo hanno eletto. Ed è applicato quando la situazione viene giudicata non eccezionale e la legge positiva si può applicare. Il potere di decidere nella situazione di eccezione viene ricondotto alla legge positiva e condiziona le decisioni della vita quotidiana. La rivoluzione mette in pratica la teoria di Schmitt e la decisione sovrana del Presidente è l’unica forma in cui la sovranità popolare possa essere realizzata. In questo senso, il potere politico viene esercitato come un’autarchia personalizzata combinata con una tirannia esercitata. Viene richiesta la fedeltà assoluta di tutte le persone mediante la creazione di relazioni socio-politiche ed economiche di dipendenza dallo Stato. Tutto questo è favorito da uno stile di comunicazione diretta, quotidiana e pseudo-religiosa che incoraggia la polarizzazione politica, e dalla concezione dello Stato come elargitore e controllore di tutte le attività economiche. Per raggiungere tale egemonia politica, è stato stabilito un rapporto stretto tra i seguenti concetti: governo, Stato, rivoluzione e popolo. E tutti sono stati identificati con il Presidente 94

stesso. Dal 2005, questo è stato abbinato al concetto di “socialismo del 21mo secolo”. Di conseguenza i diversi poteri dello Stato venezuelano perdono autonomia. Lo Stato viene visto solo dal punto di vista del progetto del governo socialista, e sotto questo ombrello tutti i mezzi utilizzati sono validi per il controllo sociale e in vista delle finalità del processo politico. Queste connessioni concettuali hanno creato un rapporto di dipendenza e sottomissione, sia per quanto riguarda le richieste di risorse economiche che per la loro distribuzione. Chávez è stato presentato come il grande leader e la guida del popolo. E ora il presidente Maduro interpreta il nuovo ruolo di “mediatore” di Chávez, suo “figlio” ed “eletto” che procede nel solco della sua eredità politica. Pertanto, le opzioni sociali non sono più sentite dallo Stato come un proprio dovere ma come dei doni elargiti dall’unico ed assoluto capo, che è anche il “proprietario” e il “datore” di tutti i beni. Per raggiungere questo obiettivo, la rivoluzione ha creato relazioni dirette col popolo, mediante la diffusione di informazioni ufficiali mediante discorsi pubblici simultanei e obbligatori di propaganda politica, a diverse ore del giorno e a cui tutta la rete nazionale – televisione e stazioni radio sia pubbliche che private – deve adeguarsi. I contenuti e i toni sono in stile orwelliano: forte propaganda ideologica caratterizzata da controllo, disinformazione e negazione della verità.

Il senso di un popolo che partecipa con il (ma non al) potere La democrazia rappresentativa è stata sostituita da una democrazia partecipativa, mentre il modello economico e politico di base rimane lo stesso: statalista e distribuzionista. Partecipazione non significa acquisire potere, ma “poter ricevere” qualcosa – soldi o beni – da parte del governo. Tutto questo dà alle persone il senso di partecipare “del” potere, mentre in realtà non partecipano “al” potere. La natura ideologica del sistema prevale sullo spirito comunitario e umano 95

delle politiche pubbliche. Lo Stato è diventato l’elargitore di cibo, case, lavoro e di tutti gli altri beni..

La natura ideologica prevale sullo spirito della comunità Ogni decisione è frutto di una valutazione ideologica, che agisce come un filtro che prevale rispetto a considerazioni economiche, sociali e religiose. Lo spirito di comunità, che consiste negli spazi e relazioni attraverso le quali le persone sono riconosciute e diventano soggetti di azione sociale, economica e politica, non è più una preoccupazione politica primaria, anche se così sembra dai discorsi ufficiali. Ogni idea che non favorisca la visione rivoluzionaria della realtà e la sua prassi politica è resa impraticabile. Il centro e il significato della prassia politica non è più l’essere umano, ma il governo e la sua ideologia.

L’aumento della povertà e la penuria di beni Dopo più di un decennio, la conseguenza di tutto ciò è ormai evidente: la crescita della povertà è accompagnata drammaticamente da un grande caos economico, instabilità politica e uno dei più alti tassi di violenza al mondo. La rivoluzione ha aiutato i poveri tra il 2003 e il 2007, ma dal 2007 il numero dei poveri è aumentato, e ora abbiamo la più grande popolazione povera degli ultimi 14 anni. Infatti, l’arrivo di Maduro non ha rappresentato un punto di svolta nei tassi di povertà del Paese. Secondo i dati ufficiali la povertà è aumentata circa del 6% in questi ultimi anni. È normale ora dover girare più di un negozio per trovare beni alimentari o farmaci. Tutti sono abituati a comperare quello che si trova, non quello che si vorrebbe. Molti comprano medicine all’estero e pagano prezzi elevati per spedirle a casa attraverso corrieri privati. L’indice di penuria ha rag96

giunto il 28 per cento, il che significa che in 28 negozi su 100 non si trovano pollo, latte, zucchero, farina di mais o di frumento, burro, carne o prodotti per l’igiene. La Banca centrale dichiara che nel 2015 i prezzi alimentari sono aumentati del 79,3 per cento. Inoltre, il Venezuela ha raggiunto un’inflazione del 56% nel 2013, di oltre il 70% nel 2014, e di oltre il 300% nel 2015. La situazione crea difficoltà per i poveri e la classe media. Il malcontento è stato affrontato con la repressione e i divieti. Tra il febbraio e il maggio del 2014, sono stati registrati quasi 5.000 arresti arbitrari e violazioni del giusto processo. La maggior parte degli arrestati erano studenti.

Discriminazione politica e militarizzazione sociale La pratica di imporre un pensiero unico attraverso decreti presidenziali e nuove leggi applicate con la forza militare si è aggiunta a discriminazione ed esclusione ideologica: il governo nega benefici o impone tasse o ammende ai dissidenti. Il Venezuela ha iniziato una rapida transizione verso il controllo militare dell’apparato statale e della società17, rafforzando il processo di militarizzazione della vita pubblica. Ciò viene giustificato con la teoria del complotto all’interno e all’esterno del Paese. La carenza di cibo e medicine è spiegata come guerra economica contro le politiche del governo. Il Venezuela è il secondo Paese per spese militari in America Latina, dopo il Brasile, e l’unico in cui i civili vengono processati nei tribunali militari, anche se la Costituzione lo vieta. Nonostante la militarizzazione, dal 2002 al 2012 il Venezuela ha registrato circa 121.000 morti violente, a causa della violenza di strada o da parte della polizia e delle forze armate. Nel solo 2013 il Paese ha avuto quasi 25.000 morti violente.

17

Editoriale della “Rivista SIC” 768 (settembre-ottobre 2014).

97

L’appello alla riconciliazione La Chiesa in Venezuela chiede di ripristinare «la centralità della persona umana, dei diritti umani, del pluralismo politico nei confronti dell’esclusione ideologica; una formazione pluralista aperta alla trascendenza e alla religione; la lotta contro la povertà e la disoccupazione, l’insicurezza sociale e legale e la violenza; la libertà di espressione e il diritto ad essere informati; una risposta positiva per le condizioni di vita subumana dei nostri fratelli e sorelle privati della libertà, e quelli che si sentono perseguitati”18. La sfida più grande, però, è quella di accompagnare, con segni profetici pastorali e concreti, le voci di coloro che ancora chiedono giustizia sociale e di coloro che sono perseguitati per ragioni politiche e messi in prigione. Come cristiani ci battiamo per la riconciliazione sociale e politica attraverso la creazione di spazi di bene comune dove le persone possano sentirsi accolte e ascoltate, anche se la pensano e agiscono in modo diverso. Ma questo richiede necessariamente l’assenza di assolutismo nelle opzioni politiche ed ideologiche. La società non può essere costruita su un unico progetto totalitario che vieta il dissenso e il pluralismo del pensiero, o usa credenze e simboli religiosi per manipolare le speranze delle persone. Tale progetto è immorale e, inoltre, eticamente illegittimo. Concludiamo citando le parole di Papa Francesco, indirizzate direttamente al Governo venezuelano nell’aprile 2014 e nel marzo 2015: «Sono consapevole dell’inquietudine e del dolore vissuti da tante persone e, mentre esprimo preoccupazione per quanto sta accadendo, rinnovo il mio affetto per tutti i venezuelani, in particolare per le vittime delle violenze e per le loro famiglie»19. «Desidero ricordare pure il Venezuela,

18 CONFERENZA EPISCOPALE VENEZUELANA, Esortazione Tempo di dialogo per costruire insieme (13 dicembre 2007). 19 FRANCESCO, Messaggio del Santo Padre per il dialogo in Venezuela, 10 aprile 2014.

98

che sta vivendo nuovamente momenti di acuta tensione. Prego per le vittime e, in particolare, per il ragazzo ucciso pochi giorni fa a San Cristobal»20.

20

FRANCESCO, Angelus, domenica 1 marzo 2015.

99

OSSERVATORIO INTERNAZIONALE CARDINALE VAN THUÂN SULLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA

OTTAVO RAPPORTO SULLA DOTTRINA SOCIALE DELLA CHIESA NEL MONDO

Il caos delle migrazioni, le migrazioni nel caos

a cura di GIAMPAOLO CREPALDI E STEFANO FONTANA

© 2016 Edizioni Cantagalli S.r.l. – Siena Grafica di copertina: Alessandro Bellucci Stampato da Edizioni Cantagalli nell’ottobre 2016 ISBN: 978-88-6879-423-1

SOMMARIO

Indirizzo di saluto CARLO COSTALLI

Presentazione Le migrazioni: l’evidente e il sommerso S. E. MONS. GIAMPAOLO CREPALDI

7

9

Sintesi introduttiva Migrazioni imposte, tollerate, pianificate STEFANO FONTANA CON FERNANDO FUENTES ALCANTARA, DANIEL PASSANITI, GRZEGORZ SOKOLOWSKI, MANUEL UGARTE CORNEJO

Il Magistero sociale di Francesco lungo l’anno 2015 S. E. MONS. GIAMPAOLO CREPALDI

13 25

La Dottrina sociale della Chiesa nei Cinque Continenti

ANNA BONO, SILVIO BRACHETTA, OMAR EBRAHIME, STEFANO FONTANA, RAFAEL LUCIANI, ANDREA MARIOTTO, CRISTIAN MELIS, GIORGIO MION, DANIEL PASSANITI, FABIO TREVISAN, MANUEL UGARTE CORNEJO 35

La Santa Sede e il contesto internazionale Chiesa universale Tendenze in campo economico lungo il 2015 Geopolitica e migrazioni nel corso del 2015 America del Nord America Latina Medio Oriente Africa Europa Il problema dell’anno Emigrazioni e immigrazioni sotto la lente del realismo cristiano ANNA BONO

35 35 52 61 67 77 100 110 117

147 5

Le migrazioni epocali e il progetto di re-ingegneria gnostica mondiale ETTORE GOTTI TEDESCHI

L’insegnamento dell’anno Discorso all’Assemblea generale delle Nazioni Unite PAPA FRANCESCO

L’intervento dell’anno La famiglia negli insegnamenti di Papa Francesco S.E. MONS. GIAMPAOLO CREPALDI

159

171

183

La Dottrina sociale della Chiesa nel mondo. Cronologia dei principali avvenimenti del 2015

SILVIO BRACHETTA, BENEDETTA CORTESE, OMAR EBRAHIME, STEFANO FONTANA, DANIEL PASSANITI, GRZEGORZ SOKOLOWSKI, MANUEL UGARTE CORNEJO

189

Osservatorio Cardinale Van Thuan sulla Dottrina sociale della Chiesa

215

Cardinal Van Thuân International Network

217

Red Latinoamericana Cardenal Van Thuân para la Doctrina Social de la Iglesia

219

6

Lihat lebih banyak...

Comentarios

Copyright © 2017 DATOSPDF Inc.