GUESSOUM, Nidhal – Islam’s Quantum Question. Reconciling Muslim Tradition and Modern Science. London: I.B Tauris, 2011. In corso di pubblicazione su IL PROTAGORA. Rivista di filosofia e cultura fondata nel 1959 da Bruno Widmar (fascicolo del 2015).

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Fulvio Papi tutti. Anzi, cercando di produrli, questi occhi». Ed è proprio qui il compito del pensiero, finito, contingente, debitore di quasi tutti i suoi tesori, consapevole che gli occhi si appanneranno col tempo. Ma, intanto, elaborerà le possibilità di pensiero che riesce a raggiungere e a “lavorare”. Fulvio Papi Nidhal Guessoum, Islam’s Quantum Question. Reconciling Muslim Tradition and Modern Science, I.B Tauris, London 2011, pp. 416. Spesso i non specialisti sono inclini a pensare che il contributo del mondo islamico alla filosofia sia limitato alle grandi figure del passato, e, ancora, che quest’ultimo non sia stato che una lunga postilla alla filosofia greca. Dante non definì forse Averroè colui “che ‘l gran comento feo?”In realtà, anche in tempi recentissimi, il mondo musulmano è stato attraversato da ferventi dibattiti filosofici, animati da contributi vasti e originali. In particolare, i filosofi che hanno preso come centro e limite della propria riflessione i concetti contenuti nel testo coranico, hanno reagito con grande creatività alle sfide poste dai cambiamenti indotti dalla scienza e dalla tecnologia, stimolati in questo anche dal fatto che il Corano contiene numerosi inviti all’osservazione del mondo naturale, all’uso della ragione e all’avanzamento della scienza. Ciò che è ancor più interessante, tali pensatori, in Europa sconosciuti ai più, sono particolarmente competenti nell’ambito della filosofia della scienza “occidentale” e sono addetti ai lavori, ossia scienziati naturali impegnati nell’insegnamento a livello universitario e nella ricerca in laboratorio. È il caso di Nidhal Guessoum, professore di fisica e astronomia presso l’American University of Sharjah (EAU), di cui è stato pubblicato nel 2011Islam’s Quantum Question. Reconciling Muslim Tradition and Modern Science. Il libro di Guessoum si presenta, anzitutto, come una densa sintesi di tutto il dibattito precedente su scienza e religione islamica, che si estende dal pensiero di Averroè e Avicenna a meno noti pensatori contemporanei, cui è dedicato ampio spazio. Emerge dalla ricostruzione di Guessoum soprattutto la ricchezza e la diversità dei contributi musulmani alla filosofia della scienza; nella seconda metà del XX secolo troviamo tanto il palestinese I. R. al-Faruqi, convinto assertore della necessità di rifondare completamente la scienza su principi islamici, quanto il pachistano P. Hoodbhoy, strenuo difensore del carattere del tutto neutrale e oggettivo della scienza stessa, ma anche acuto critico dei problemi dell’educazione e ricerca scientifica nei Paesi musulmani. Guessoum dedica spazio, in capitoli specifici, anche alla reazione del mondo islamico alla teoria darwiniana dell’evoluzione, e ad altri dibattiti specifici, ma correlati, come quello sul disegno intelligente e sull’origine dell’universo. L’autore esamina anche le condizioni sociali e materiali entro cui tali dibattiti sono stati recepiti o si sono sviluppati, e critica le attuali politiche educative di molti Paesi musulmani. Guessoum giudica insufficienti i fondi stanziati per l’insegnamento delle scienze naturali, e reputa i metodi didattici eccessivamente sbilanciati a favore dell’apprendimento mnemonico. Guessoum si occupa anche di fenomeni popolari come la comune credenza secondo cui il Corano conterrebbe la descrizione precisa di fenomeni naturali e sco-

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perte scientifiche recenti, propagata da numerosissime pubblicazioni popolari e trasmissioni televisive. Guessoum rileva che ripetere pappagallescamente questa credenza, come pure imparare puramente a memoria i manuali scientifici, oscura il vero processo del sapere scientifico, la cui consapevolezza può essere stimolata e rinfrescata dall’insegnamento filosofico. L’autore si accosta alle specifiche figure e discussioni con grande rigore ma anche senza nascondere la propria posizione. Guessoum dichiara di avere preso come suo spirito guida Averroè (XII sec. d.C.), il quale, secondo la lettura dello stesso Guessoum, sostenne che scienze naturali e rivelazione fossero in armonia. Seguendo le orme del filosofo e scienziato di Cordova, Guessoum prende le distanze tanto dai sostenitori della neutralità assoluta della scienza, quanto da quelli di una sua rifondazione, quanto dalle distorsioni popolari dei fatti scientifici che si vogliono “ritrovare” nel Corano. Sostiene piuttosto che l’Islam (al pari delle altre religioni monoteistiche) può essere conciliato con la scienza, posto che il Corano sia letto senza forzarne il senso. Secondo Guessoum alcuni principi, e in particolare l’unicità di Dio, non sono negoziabili. Tuttavia, argomenta Guessoum, è sbagliato sia rigettare specifiche teorie scientifiche nel nome di una loro presunta inconciliabilità con la rivelazione, sia ravvisare la prova della divinità del Corano in un’ipotetica corrispondenza dei suoi versi con i “fatti” della scienza. Ciò che Guessoum riconosce come segno della divinità del Corano invece, a parte la bellezza e inimitabilità della sua forma, è il fatto che la sua interpretazione dischiude costantemente nuovi e molteplici significati. È quindi possibile, secondo Guessoum, essere fedeli musulmani e, al tempo stesso, avere un’immagine coerente e completa della scienza come processo, indispensabile per un suo esercizio serio e proficuo. A volte Guessoum prende una posizione netta su specifici punti; sostiene, ad esempio, che evoluzione darwiniana e Corano non sono incompatibili (una tesi attualmente impopolare); altre volte si accontenta di stendere l’agenda per la discussione a venire, come nel caso della interpretazione filosofica dei miracoli (cui però, altra posizione piuttosto contro corrente, Guessoum tende a non credere). Islam’s Quantum Question, si contraddistingue tanto per il suo stile, semplice e brillante, quanto per la densità delle conoscenze che l’autore vi ha concentrato. L’addetto ai lavori vi troverà l’esposizione di un punto di vista originale e indipendente, e il profano, oltre a questo, una mappa esauriente dell’intero dibattito presente e passato, con numerose indicazioni per successive letture e approfondimenti. Grazie all’uso di schemi riassuntivi e a un’esposizione chiara e rigorosa il libro si presta a essere letto come un corso introduttivo anche da chi sia completamente digiuno di studi islamici e filosofia della scienza. Guessoum rappresenta un’identità e una fede islamica ben lontane da certe distorsioni mediatiche, ma anche solo da una percezione poco approfondita della religione coranica; il suo libro permette di comprendere quali saranno i punti focali su cui nei prossimi anni si concentreranno dibattiti sempre più internazionali e interculturali. Stefano Bigliardi

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