Gnathia tra Agrippa e (Antonio) Iullo

July 24, 2017 | Autor: Marcella Chelotti | Categoría: Latin Epigraphy, Storia antica ed epigrafia latina, Roman Archaeology, Egnazia (Fasano, BR)
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STUDI CLASSICI E ORIENTALI A cura dei Dipartimenti di Filologia Classica, Linguistica, Scienze Archeologiche e Scienze Storiche del Mondo Antico dell’Università di Pisa ★

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Gnathia è un centro situato sulla costa adriatica, sulla linea di confine tra quei comparti della Puglia che in età preromana costituiscono la Peucezia (che corrisponde grosso modo all’attuale provincia di Bari) e la Messapia (l’attuale Salento), tanto che Plin., nat., 3, 102 la comprende tra le città della Peucezia, i Poediculorum oppida, ma in 2, 240 la definisce città salentina; è chiaro che al tempo di Plinio, e anche della sua fonte, s’era persa la cognizione dell’appartenenza etnica. Gnathia è ricordata nelle fonti quasi esclusivamente per la sua posizione geografica, come tappa obbligata tra Brindisi e Bari per chi viaggia seguendo un percorso via mare o via terra, come ricordano Strabone (6, 3, 8), Mela (2, 4, 66) e poi i tardi itinerari, il Burdigalense (609, 12) e quello Antonino (1, 113); già Orazio (Sat., 1, 5, 97-103), nel 38/37 a.C., ricordava Gnathia come sosta nel suo viaggio tra Bari e Brindisi, menzionando anche un fatto prodigioso che lì si realizzava, quello dell’incenso che si consumava senza fiamma sulla soglia di un tempio. Niente, dunque, si dice nelle fonti di un suo ruolo attivo, per tutta la sua vita, nel racconto politico. Sia le fonti letterarie sia quelle epigrafiche nulla suggeriscono su un coinvolgimento del locale gruppo dirigente nella temperie politico-culturale, che dette origine alla guerra sociale. Tuttavia, il fatto che Caio Cosconio in soli due giorni abbia sconfitto nell’89 a.C. i Pediculi, come denomina i Peucezi la fonte di Appiano (BC., 1, 229), nostro principale riferimento su questa guerra, e nella cui denominazione vanno compresi anche gli Gnathini, fa capire quanto minima fosse la condivisione del progetto politico degli insorti da parte della comunità tutta, ma, in primo luogo, dell’aristocrazia, non soltanto di Gnathia, ma anche quella degli altri centri della Peucezia, Rubi, Butuntum, Caelia, Barium. Niente sappiamo, d’altra parte, della partecipazione della città, nel suo complesso e sotto qualsiasi profilo, al travaglio politico degli anni successivi alla morte di Cesare, che, invece, videro come sedi importanti di trattative sia Brindisi nel 40 a.C., sia Taranto nel 37 a.C.

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A Gnathia, la realtà istituzionale, che si costituì dopo la guerra sociale, produsse, come altrove1, nell’ambito dell’ideologia dell’urbanitas, un processo di riorganizzazione urbanistica e monumentale, che attende di venire alla luce completamente. Le indagini archeologiche, che si stanno conducendo a Egnazia dal 2001 con un progetto scientifico2, e quindi con metodo stratigrafico, hanno infatti finora svelato soprattutto la città tardoantica, la città del vescovo Rufenzio, che partecipò ai sinodi nel 501-502, e poi il profilo urbanistico in età traianea3. Con la sistemazione della via (Traiana), che passava all’interno della città, ci furono iniziative edilizie tese a riqualificare nel senso di alta rappresentatività civica tutto il comparto attraversato appunto dalla via: fu risistemata la piazza, che venne dotata di un portico, fu edificato un impianto termale, ristrutturato e ampliato il tempio sulla collina, la cosiddetta acropoli, che si affaccia sul mare. Della forma urbana e del suo rinnovamento nel corso del I secolo a.C., sia negli anni del processo di municipalizzazione sia in età augustea, un quadro più organico ora può essere delineato. Del tempio sulla collina su citato, per esempio, è stata evidenziata anche la fase degli inizi del I a.C., oltre a quella di VI a.C., e quella di età traianea, sopra ricordata, e per quanto riguarda le strutture portuali, anche per queste si sta ora profilando un quadro cronologico più preciso, collocabile tra la fine del I a.C. e gli inizi del I d.C., per la tecnica edilizia, l’opus reticulatum, e i materiali rinvenuti. Si può datare in questo periodo anche il criptoportico. Le iscrizioni latine pertinenti a Gnathia sono 834, per lo più di carattere sepolcrale, databili dal I d.C. al III d.C., e relative a persone in genere umili; sopravvivono frammenti di iscrizioni onorarie riferibili, verosimilmente, ad Augusto o a Tiberio5, una base, anch’essa non integra, dedicata a Commodo con evidente traccia di damnatio memoriae, una a Settimio Severo e una alla moglie di Aureliano, Ulpia Severina6. Due sono al momento le iscrizioni di carattere sacro, GABBA, Urbanizzazione, 73-112; GABBA, Considerazioni, 315-326. Il Progetto Egnazia: dallo scavo alla valorizzazione nasce nel 2001 ed è tuttora sotto la guida di R. Cassano dell’Università degli Studi di Bari ‘Aldo Moro’. 3 Per la città tardoantica, CASSANO, Egnazia tardoantica, 15-37; per i resoconti, CASSANO, ALII, Ricerche, 7-98; CASSANO, ALII, Ricerche archeologiche, 9-66. 4 CHELOTTI, Gnathia 1993; CHELOTTI, Gnathia 2007. 5 CHELOTTI, Gnathia 1993, 33, nrr. 6-7; 35, nr. 19; 36, nrr. 11-12, per frammenti pertinenti a iscrizioni onorarie. 6 Rispettivamente CHELOTTI, Gnathia 1993, 30-32, nrr. 3, 4, 5; 33-34, nrr. 8- 9 per frammenti di basi. 1 2

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databili agli inizi del II d.C., dedicate alla Magna Mater et Dea Syria7. Nell’iscrizione CIL IX, 263, irreperibile, si conserva testimonianza di un magistrato locale, un aedilis iure dicundo, e forse di un un magistrato quinquennale in un’iscrizione frammentaria8. Non abbiamo memoria di senatori o di cavalieri originari del centro. La scarsezza della documentazione epigrafica va quasi certamente imputata alla presenza di numerose calcàre, che le recenti indagini archeologiche hanno rivelato operanti in molti punti del tessuto urbano in età tardoantica, verosimilmente in connessione con l’attività edilizia promossa dal vescovo, nelle quali è stato polverizzato gran parte del materiale lapideo, e quindi anche le iscrizioni, per ricavarne calce, utile per la monumentalizzazione in senso cristiano della città. Tenendo conto di questa situazione e della perdita consistente della documentazione epigrafica, dalle iscrizioni superstiti possiamo ricavare pochi dati; non conosciamo con certezza, per esempio, la forma istituzionale della città dopo la guerra sociale (è presumibile che fosse un municipio retto da IIIIviri), e rimane ancora oscura la tribù cui furono iscritti i cittadini romani9. Del paesaggio e della vita economica e sociale, per un ampio arco cronologico, si può delineare, al momento, soltanto un quadro frammentario, che fa associare produzioni artigianali alla tradizionale economia agricola collegata al retroterra, come si può dedurre dai resti di impianti manifatturieri; si segnalano anche depositi di anfore e dolii per l’immagazzinamento di derrate alimentari, vasche di lavorazione e scarti di produzione. Qualche riflessione sul ruolo che la città ebbe nell’ultimo quarantennio del I a.C. possono tuttavia suggerire due iscrizioni, una già nota in CIL IX, 26210 e purtroppo perduta e una di recente acquisizione11. L’iscrizione CIL IX, 262 così dice: [M. A]grippae [L. f.], /Imp(eratori), X[V viro]/sacr(is) fa[ciundis], /patro[no], /[p]u[bl]ice. Sappiamo dunque che M. Vipsanio Agrippa era patrono della citCHELOTTI, Gnathia 1993, 28-29, nrr. 1, 2. CHELOTTI, Gnathia 1993, 37, nr. 13. 9 SILVESTRINI, Città, 211-213, pensa che i cittadini di Gnathia potessero essere stati iscritti nella tribù Romilia sulla base di CIL IX, 2666, la cui provenienza, e quindi pertinenza, è però incerta, essendo l’iscrizione attribuita, secondo una tradizione manoscritta, ad Aesernia, secondo un’altra ad Egnazia; per dubbi in merito CHELOTTI, Gnathia 2007, 469. 10 CHELOTTI, Gnathia 1993, 26 con bibliografia precedente. 11 CHELOTTI, Gnathia 2007, 479, nr. 51. 7 8

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tà; che a pubbliche spese gli venne dedicata verosimilmente una base, forse nel foro, localizzato di seguito alla basilica civile, ma non ancora indagato archeologicamente o, naturalmente, in un altro spazio di grande rilevanza simbolica e comunicativa. La menzione della salutazione imperiale, che Agrippa rifiuterà nel 38, e poi nel 19 e nel 14, come gesto politico significativo12, titolo presente anche nell’iscrizione di Telesia, CIL IX, 2200, quindi verosimilmente contemporanea, e l’assenza dalla titolatura della tribunicia potestas e del consolato (fu designato console per l’anno 37), orientano per una datazione all’inizio della carriera di Agrippa13. Verosimilmente, siamo nel 40 a.C, al momento dell’incontro a Brindisi tra Ottaviano e Antonio (Liv., Perioch., 127; Vell., 2, 76, 3; App.¸ B.C., 5, 65, 274-276; Dio, 48, 28, 4), che a una situazione di forte tensione offre soltanto una tregua suggellata dal matrimonio tra Antonio e Ottavia. Non sappiamo con certezza se Agrippa abbia partecipato alla trattativa; da Appiano (B.C., 5, 58, 244), egli, infatti, non è nominato tra i partecipanti, mentre lo è dallo scoliasta di Orazio, che si richiama alla tradizione liviana (Porphyr., Ps. Acro, Carm., 1, 5, 27; tuttavia lo scoliasta può aver confuso l’incontro di Brindisi con quello avvenuto a Taranto nella tarda estate del 37), ma sicuramente Agrippa avrà in modo determinante contribuito alla riunione, tanto più che egli, in quel momento, era in Puglia. Non è questa l’unica iscrizione dedicata da una comunità ad Agrippa. Come è stato osservato14, le iscrizioni che lo riguardano, anche come patrono, sono concentrate nell’Italia centrale o meridionale, poche provengono da città o comunità dell’Italia settentrionale, forse per il carattere frammentario della nostra documentazione. Tutte queste dediche, la cui datazione non è sicura, sembrano dichiarazioni di consenso, atti politici, offerte di omaggio per chi era a fianco di Ottaviano/Augusto, prima come generale e poi come genero e, in qualche modo, compartecipe dell’imperium. Non possiamo dire quale fosse l’occasione della dedica da parte della comunità di Gnathia ad Agrippa, poiché mancano indicazioni sull’iniziativa. Non abbiamo elementi, al momento, per scorgere la motivazione in un riconoscimento ad Agrippa per un suo diretto inRODDAZ, Marcus Agrippa, 367, nota 148. REINHOLD, Marcus Agrippa, 102, nr. 4 non forniva alcuna datazione; DANIEL, M. Vipsanius, nr. 49, proponeva il 17, ma questa data può essere soltanto un terminus ante quem; COMBÈS, Imperator, 171-172 la datava tra il 25 e il 19 a.C., ma senza fornire spiegazioni. Sulla carriera anche HURLET, Collègues, 29-78, 551-554. 14 RODDAZ, Marcus Agrippa, 300; RODDAZ, De Nîmes, 53-58. 12 13

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tervento nella risistemazione del tessuto urbano, nel senso di monumentalizzazione degli spazi pubblici (piazza, criptoportico, basilica civile, foro), che i dati ora disponibili orientano per una collocazione in tarda età augustea-primo imperiale, anche se è probabile che Agrippa, in qualità di patrono, possa aver in un certo senso sollecitato opere di una certa importanza e altamente simboliche, la cui realizzazione si sarà sviluppata nel tempo. Evidentemente su suggestione dell’interesse per una pianificazione e riorganizzazione urbanistica che Agrippa sollecita a Roma tra il 27 e il 2415, tale motivazione, quella cioè di un ringraziamento di una comunità per un interesse di Agrippa, per cosi dire, urbanistico, è stata invece individuata in alcune dediche come CIL X, 4831, nella quale Agrippa figura come patrono, datata nel 29 a.C.16, posta dai vicani Rufrani quorum aedificia sunt, o CIL IX, 5576 da Septempeda17 o CIL IX, 2200 da Telesia, ritenuta, come si è detto, contemporanea alla nostra perché vi compare il termine imp(erator)18. Ma, in verità, sorgono perplessità sull’opinione che il motivo nelle dediche su citate sia da individuare in un progetto di risistemazione urbanistica voluto da Agrippa per una determinata comunità. Innanzitutto, CIL X, 4831 con ogni probabilità, va letta insieme con CIL X, 4830, destinata ad Ottaviano, posta sempre dai Rufrani vicani quorum aedificia sunt; tali dediche dovrebbero essere considerate quindi normali manifestazioni di omaggio ad Ottaviano e al suo luogotenente. Della frase quorum aedificia sunt è stata poi di recente avanzata una nuova interpretazione, che insinua un’ipotesi alternativa a quella comunemente accettata, quella, cioè, di un riconoscimento ad Agrippa per un intervento di natura urbanistica da lui promosso. Nei vicani Rufrani contrassegnati dalla perifrasi sopra detta, andrebbero individuati non i vicani nel loro insieme, ma un nucleo, un settore particolare, quello dei proprietari degli edifici ai 15 Sull’attività urbanistica di Agrippa a Roma, RODDAZ, Marcus Agrippa, 231305; per l’alto significato della pianificazione urbanistica a Roma ZANKER, Augustus; ZANKER, Il mondo delle immagini, 9-37; HINARD, Entre République, 331-358; per un panorama degli studi, HURLET, Décennie, 207-211. 16 DANIEL, M. Vipsanius, 100, nr. 85, la collocava, però, dopo la morte di Agrippa; RODDAZ, Marcus Agrippa, 302, nota 20; JOUFFROY, Construction, 342; BUONOCORE, Iscrizioni, 47-48, nota 75. 17 RODDAZ, Marcus Agrippa, 302, nota 18; MARENGO, Septempeda, 203-204; BUONOCORE, Iscrizioni, 47 e nota 74. 18 RODDAZ, Marcus Agrippa, 301 e 367; COGITORE, Séries, 856, nr. 10; HURLET, Décennie, 586, nota 81; LEFEBVRE, Hommages, 301, nota 68; BUONOCORE, Iscrizioni, 47-48.

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quali spettava la manutenzione della strada19. Inoltre, la lettura integrativa che viene data per l’iscrizione di Telesia su citata poco convince, soprattutto per un alquanto improbabile collaudo attribuito ad Agrippa stesso20; anche per questa iscrizione, in attesa di dati più confortanti, metterei invece in conto spinte di natura essenzialmente politica, tanto più che tale centro ha uno stanziamento di veterani tra l’età triumvirale e l’età augustea21. Così il riferimento ad Agrippa nell’iscrizione di Septempeda, se effettivamente c’è22, andrebbe anche questo letto come puro atto di ossequio. Non avendo, al momento, dati per ipotizzare proprietà fondiarie o interessi economici di Agrippa nel territorio di Egnazia, e tenendo conto che la nostra iscrizione si può collocare tra il 40 e il 38, in un momento travagliato, in cui le posizioni di forza non erano chiare, si può avanzare l’ipotesi che l’occasione della dedica possa essere collegata alla concessione stessa del patronato, la cui importanza, in età repubblicana e in particolare dalla seconda metà del I a.C., come forma, anche preoccupante23, di mediazione, di collegamento, di raccordo tra centro e periferia, è ormai nota.. La scelta da parte del senato locale di nominare Agrippa patrono della comunità e la conseguente votazione, potrebbe essere intesa come un’espressione puramente politica: la dichiarazione di adesione e di consenso da parte della comunità egnatina alla parte che rappresentava Agrippa, cioè lo schieramento di Ottaviano. Se la datazione intorno agli anni 40-38 è corretta, si può pensare che Agrippa abbia svolto un ruolo decisivo nel cercare adesioni e clientele che potessero sostenere Ottaviano, in un momento delicato dopo la guerra di Perugia e in una situazione a lui non favorevole in Puglia nell’estate del 40. Sappiamo infatti che almeno due città della Puglia, Brindisi e Siponto, una a nord e una sud della fascia costiera adriatica, due città portuali, e quindi strategiche, come poteva essere anche Gnathia, si sono trovate coinvolte nel clima di contrapTODISCO, Vicani, 149-155 (= Ann. Ép. 2001, 857). BUONOCORE, Iscrizioni, 47-48 e nota 75. Questo il testo restituito da Buonocore: [M. A]grippa [L.f. /---] imp(erator), is[dem prob(avit)?]. Dubbi sulla integrazione alla r. 2 esprime anche H. SOLIN in Ann. Ép. 2007, 440. 21 È attestato un veterano della legio VI Ferrata iscritto alla tribù Velina, cfr. CAVUOTO, Iscrizioni, 245-247, nr. 11 (Ann. Ép. 1975, 203) = KEPPIE, Colonisation, nr. 54, verosimilmente di età triumvirale; veterano della legione XXX in CIL IX, 2217 = KEPPIE, Colonisation, nr. 53, forse di età augustea. 22 Dubbi mi pare esprima anche MARENGO, Evergetismo, 133. 23 GABBA, Città italiche, 653-663; GABBA, Riflessioni, 163. 19 20

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posizione tra Antonio e Ottaviano: nell’agosto del 40 a.C., dopo aver saputo della situazione di Perugia, Antonio sbarca a Brindisi e assedia la città tenuta dalle truppe di Ottaviano; Siponto (App., B.C., 5, 58, 244), già nelle mani di Antonio, è ripresa proprio da Agrippa. Avuta la notizia della presa di Siponto, Antonio chiese un negoziato, quello che si terrà a Brindisi. In tale situazione risultava importante assicurarsi l’appoggio anche di Gnathia, geograficamente nodale, per sostenere Ottaviano. Oltre a tener conto dell’interesse da parte di Agrippa a conquistare il consenso del ceto dirigente locale, indubbiamente anche in considerazione del ruolo che avrebbe potuto avere il porto, il primo di una certa rilevanza dopo quello di Brindisi sulla costa adriatica, si può anche avanzare l’ipotesi che Agrippa abbia cercato di conquistare verso Ottaviano le simpatie e l’appoggio di un ceto dirigente, che poteva essere qui, a Gnathia, filoantoniano. Si potrebbe dire che le circostanze e le motivazioni della dedica potrebbero essere le stesse che portarono Claterna, dopo che fu presa con le armi nel 43 a.C. da Aulo Irzio (Cic., fam., 12, 5, 20), dalla adesione ad Antonio a quella verso Ottaviano, suggellata, forse, dalla dedica ad Agrippa patrono24. Purtroppo non possiamo definire esattamente la cronologia dell’iscrizione di Claterna, cronologia, che risulta importante per delineare atteggiamenti e scelte politiche delle comunità che rendono omaggio ad Agrippa. L’ipotesi che Agrippa si sia fortemente adoperato per conquistare il favore del ceto dirigente egnatino ‘filoantoniano’ verso Ottaviano, è puramente congetturale, ma che Antonio non dovesse essere del tutto estraneo alla comunità locale è ipotizzabile sulla base della seconda iscrizione Fig. 1 - Iscrizione di un liberto di Iullo su menzionata, il cui testo25 è: Antonio da Gnathia CIL XI, 2, 6814; RODDAZ, Marcus Agrippa, 303; per Claterna, oggi Ozzano, vicino a Bologna, sulla via Aemilia, ORTALLI, Claterna, 457-463. 25 CHELOTTI, Gnathia 2007, 479, nr. 51 con lettura errata alla l. 3; una nuova autopsia consiglia di accogliere la lettura di SILVESTRINI, Città, 206; cfr. O. SALOMIES, «Arctos» 41 (2007), 154 e Ann. Ép. 2007, 425. 24

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M. Antonius / Iulli l. Soterichus / Archelavianus h[(ic) / s(itus) e(st)]. Si tratta dunque dell’iscrizione sepolcrale di un liberto di Iullo Antonio, Soterichus, già schiavo di un Archelao. A questa testimonianza della presenza di Soterichus liberto di Iullo Antonio ad Egnazia, si può ora aggiungere CIL IX, 76, attribuibile al corpus epigrafico di Brindisi; secondo una recente rilettura integrativa, il personaggio menzionato sarebbe un liberto di Iullo: [M. An]tonius [Iu]l(li) l(ibertus) Rudi[nus]26. Quest’ultima attestazione potrebbe confermare un interesse non sporadico per quest’area meridionale della Puglia di Iullo e del padre Marco Antonio27. L’iscrizione di Gnathia (come anche quella di Brindisi) si data chiaramente in anni precedenti al 2 a.C., anno della morte di Iullo28, figlio di Marco Antonio e di Fulvia, personalità versatile e complessa29, singulare exemplum clementiae Caesaris (Vell., 2, 100, 4), in grande considerazione nella domus tanto da occupare il terzo posto nella successione (Plut., Ant., 87), dopo Agrippa e i due figli di Livia, Tiberio e Druso, almeno fino al 17 a.C., anno in cui Augusto adottò Caio e Lucio, figli di Giulia e di Agrippa. Intraprese una brillante e veloce carriera politica, in seguito alla generosità del principe, ricoprendo un sacerdozio, poi nel 13 la pretura (e in qualità di pretore organizzò in occasione del genetliaco di Augusto spettacolari giochi nel circo con un massacro di bestie feroci), nel 10 il consolato e forse nel 7 il proconsolato d’Asia30. Nel 37 a.C., quando DE NICOLÒ, Revisioni, 434-439. Gli Antonii con prenome Marcus sono attestati a cavallo tra I a.C. e I d.C. in area brindisina in CIL IX, 6106, 6107, 6391; a Gnathia è probabile che il gentilizio Antonius possa essere restituito nel frammentario [- - -]onius nell’iscrizione sepolcrale, di I d.C., in CHELOTTI, Gnathia 1993, 40, nr. 20 (= Ann. Ép. 1993, 510). 28 PIR2 A 800. 29 Come poeta Iullo è ricordato nei Carmina (IV, 2) da Orazio, che gli si rivolge per invitarlo a cantare l’impresa di Augusto contro i Sigambri, durata dal 16 al 13 a.C. Cfr. HARRISON, Horace, 108-127; per il poema su Diomede, che conosciamo tramite lo Pseudo Acrone, nel commento al v. 33 della seconda ode del IV libro di Orazio, e il suo significato, COPPOLA, Diomede, 128-129; anche BRACCESI, Orazio, 165-170. 30 Per la carriera di Iullo, oltre a Velleio (2, 100, 3-5), v. Sen., de brev., 4, 6; Tac., Ann., 4, 44, 5 e anche 3, 18, 1; Dio, 55, 10, 12-6. Per il proconsolato di Iullo, Flav. J., A. J., 16, 6, 7, par. 172, e sulla data, SAULNIER, Lois Romaines, 161-198; per la datazione al 7 a.C. del proconsolato d’Asia di Iullo, si tiene conto della cronologia dei proconsoli d’Asia dal 9 al 2 a.C. in MAGIE, Roman Rule, 1580, tra i quali figura Paullus Fabius Q.f. Maximus, proconsole del 9 a.C., per il quale LAFFI, Iscrizioni, 5-98. 26 27

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Antonio partì per l’Oriente, Iullo fu accolto nella casa di Ottavia, che, dopo la pace di Brindisi, aveva sposato Antonio. Iullo crebbe con i figli di Ottavia, della quale sposò la figlia Marcella nel 21, e fu educato «in modo splendido» come gli altri (Plut., Ant., 54). Ma, nonostante i suoi legami con Augusto, e la prestigiosa carriera, Iullo doveva aver coltivato rapporti e collegamenti con personaggi non perfettamente in linea con il clima politico di Augusto e aveva stretto relazioni con Giulia maggiore e con il suo entourage31. Nel 2 a.C., anno importante per Augusto, segnato dall’assunzione del consolato e del titolo di pater patriae, dall’inaugurazione del Foro e del tempio di Marte Ultore, da festeggiamenti e giochi eccezionali, i rapporti tra Iullo e Augusto si ruppero in maniera drammatica, con l’accusa, per Iullo, di adulterio con Giulia (Vell., 2, 100, 4-5; Sen., benef., 6, 32, 1-2; Plin., Nat., 7, 149; Tac., Ann., 4, 44; anche 1, 53, 4-5; Suet., Aug., 65, 4-7; Suet., Tib., 7, 3; Dio, 55, 10, 12), che venne punita con l’esilio nell’isola di Pandataria (Ventotene)32; Iullo morì (non sappiamo se si uccise, Vell., 2, 100, 4 o fu ucciso, Tac., Ann., 1, 10, 4; 4, 44; Dio, 55, 10, 15). Sembra chiaro che l’accusa di adulterio nascondesse qualcosa di più profondo e forse di eversivo33, tanto che Tacito (Ann., 3, 24, 2) parla, a proposito del fatto, di laesae religiones e di violata maiestas e Plinio, Nat., 7, 149, di adulterium filiae et consilia parricidae palam facta, lasciando intendere che c’era l’intenzione di uccidere Augusto. Secondo Cassio Dione, nel passo già citato, Iullo avrebbe frequentato Giulia per ottenere il potere. La presenza e poi la morte di M. Antonius Soterichus, liberto di Iullo, a Gnathia può suggerire, in linea di massima, che qui e nel territorio di Brindisi fossero proprietà fondiarie, interessi economici e clientelari dello stesso Iullo, che potrebbero anche risalire al padre34; del resto, almeno per il territorio brindisino, sono note e Per il clima di consenso e dissenso, HURLET, Décennie, 204-205; HURLET, Consensus, 125-143, con discussione della bibliografia precedente e, in particolare, ROHR, Voci del dissenso, e COGITORE, Légitimité. 32 Per il coinvolgimento di Giulia maggiore, ROHR, Voci del dissenso, 208-250; anche TREVISIOL, Episodio, 27-58. Per la partecipazione di Giulia maggiore ad un progetto di natura politica perseguibile come eversivo e per una pretestuosità delle accuse per adulterio, PANI, Tendenze, passim; ZECCHINI, Carmen, 66, nota 33; considera attendibile l’accusa di adulterio LACEY, 2 B.C., 136-140; per la questione, ROHR, Voci del dissenso, ma per una diversa opinione, COGITORE, Légitimité, 161-172. 33 Su questo punto, in particolare, COGITORE, Légitimité, 161-172. 34 Per la presenza di Marci Antonii a Brindisi e Gnathia supra nota 27. 31

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risalenti le iniziative imprenditoriali e gli interessi dell’aristocrazia romana nella gestione del territorio35; di qui l’ipotesi sopra espressa, che l’aristocrazia locale potesse aver assunto, negli anni di scontro più intenso tra Ottaviano e Antonio, dopo la guerra di Perugia, prima della capitolazione di Siponto e della pace di Brindisi, un atteggiamento filoantoniano, che avrebbe sollecitato Agrippa a cercare e poi ottenere dal ceto dirigente l’appoggio politico ed eventualmente un sostegno strategico per Ottaviano in difficoltà. L’adesione alla tessitura politica di Agrippa da parte dell’élite locale potrebbe essere stata suggellata con la concessione del patronato ad Agrippa. Un altro elemento interessante è che nell’onomastica di Soterichus compaia anche l’indicazione Archelauianus. Non possiamo dire con certezza di quale Archelao si tratti, se il re di Cappadocia o quello di Giudea36, ma le vicende, le relazioni, i rapporti, che Archelao di Cappadocia aveva avuto già con Marco Antonio, che lo aveva insediato nel regno nel 36 a.C. (Strab., 12, 2, 11; Dio, 49, 32, 3), rapporti continuati poi con Ottaviano/Augusto e, come sembra, mai interrotti, come farebbe intendere il titolo di philokaisar che porta Archelao in un’iscrizione di Delo37, fanno propendere nell’individuare proprio in lui il padrone di Soterichus. Non abbiamo notizia di contatti diretti tra Iullo e Archelao, ma per le occasioni di incontro, si può prendere in considerazione sia il periodo in cui Archelao giunse a Roma per essere difeso da Tiberio (Suet., Tib., 8; Dio, 57, 17, 4)38, sia quando Iullo fu proconsole in Asia. In ogni caso, l’appoggio di Archelao sia agli esponenti della fronda antoniana sia a Iullo stesso, in quel momento ai vertici del potere, e il suo sostegno alla politica successoria di Augusto, potrebbero spiegare perché Archelao non si recò da Tiberio a Rodi, dove si era ritirato nel 6 a.C., come reazione a un clima a lui ostile, e favorevole invece a una forte posizione successoria di Gaio e Lucio Cesari. Archelao continuò, anche dopo la morte di Iullo, ad essere legato a movimenti di opposizione allo stesso Tiberio, che Per questa tematica, fondamentale è MANACORDA, Sulla proprietà, 143-189. BRAUND, Rome, 143 e 162 nota 75. 37 Su Archelao PANI, Roma, 106-107; e 112-114 per l’ipotesi di un turbamento dei rapporti tra Augusto e Archelao, durante la missione in Oriente di Agrippa, tra il 17 e il 13; tale ipotesi è ora da rivedere alla luce di un’iscrizione di Delo riletta da FERRARY, Roi, 799-815 (= Ann. Ép. 2001, 1803), sulla quale ora SUSPÈNE, Les rois, 49; ROMER, Client-Kingship, 75-100. 38 Per il processo contro Archelao datato al 24 a.C., CIMMA, Reges, 308 con nota 40; PANI, Tendenze, 107-112, dove si propone come cronologia il 23 o gli anni 22-21. 35 36

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molto probabilmente anche del mancato obsequium si ricordò quando, subito dopo la morte di Augusto, lo fece processare nel 14 e condannare nel 17-18 d.C.39 Opere citate

BRACCESI, Orazio = L. BRACCESI, Orazio, Carm. I 6 (un’ignorata testimonianza su Iullo Antonio?), «Anemos» 3 (2005), 165-170 BRAUND, Rome = D. C. BRAUND, Rome and the friendly Kings. The Character of Client Kingship, London & Canberra-New York 1984 BUONOCORE, Iscrizioni = M. BUONOCORE, Le iscrizioni ad Augusto e alla sua domus nelle città dell’Italia appenninica (regione IV), in G.F. PACI (ed.), Contributi all’epigrafia d’età augustea, Actes de la XIIIe Rencontre franco-italienne sur l’épigraphie du monde romain, Tivoli 2007, 31-90 CASSANO, ALII, Ricerche = R. CASSANO, ALII, Ricerche archeologiche nell’area del ‘foro’ di Egnazia. Scavi 2001-2003: relazione preliminare, in M. PANI (ed.), Epigrafia e Territorio. Politica e Società. Temi di antichità romane, VII, Bari 2004, 7-98 CASSANO, ALII, Ricerche archeologiche = R. CASSANO, ALII, Ricerche archeologiche nella città di Egnazia. Scavi 2004-2006, in M. PANI (ed.), Epigrafia e Territorio. Politica e Società. Temi di antichità romane, VIII, Bari 2007, 9-66 CASSANO, Egnazia tardoantica = R. CASSANO, Egnazia tardoantica. Il Vescovo protagonista della città, «Rendic. Pontif. Accad. Rom. di Arch.», 80, 2008-2009 (2010), 15-37 CAVUOTO, Iscrizioni = P. CAVUOTO, Iscrizioni inedite di Telesia, in Quarta Miscellanea greca e romana, Roma 1975, 215-280 CHELOTTI, Gnathia 1993 = M. CHELOTTI, Gnathia, in Supplementa Italica, nuova serie, 11, Roma 1993, 11-58 CHELOTTI, Gnathia 2007 = M. CHELOTTI, Gnathia, in Supplementa Italica, nuova serie, 23, Roma 2007, 467-486 CIMMA, Reges = M. R. CIMMA, Reges socii et amici populi Romani, Milano 1976 COGITORE, Séries = I. COGITORE, Séries de dédicaces italiennes à la dynastie Julio-Claudienne, «Mél. Éc. Fr. Rome - Ant.» 104, 2 (1992), 817-870 39 Di questo periodo sono gli Archelaiani liberti di Tiberio e Livia attestati a Roma, cfr. BRAUND, Rome, 162 e bibliografia precedente; in generale, su schiavi e liberti a Roma di re orientali, RICCI, Principes, 561-592; sul processo promosso da Tiberio, PANI, Roma, 192.

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COGITORE, Légimité = I. Cogitore, La légitimité dynastique d’Auguste à Néron à l’épreuve des conspirations, Rome 2002 COMBÈS, Imperator = R. COMBÈS, Imperator, Paris 1966 COPPOLA, Diomede = A. COPPOLA, Diomede in età augustea: Appunti su Iullo Antonio, in L. BRACCESI, Hesperìa. Studi sulla Grecità di Occidente, 1, Roma 1990, 125-138 DANIEL, M. Vipsanius = R. DANIEL, M. Vipsanius Agrippa. Eine Monographie, Breslau 1933 DE NICOLÒ, Revisioni = B. DE NICOLÒ, Revisioni brindisine: CIL IX, 34 e IX, 76, «Epigraphica» 72, 1-2 (2010), 428-443 FERRARY, Roi = J.-L. FERRARY, Le roi Archélaos de Cappadoce à Délos, «Comptes rendus de l’Académie des Inscriptions et Belles-Lettres» 2001, 799-815 GABBA, Urbanizzazione = E. GABBA, Urbanizzazione e rinnovamenti urbanistici nell’Italia centro-meridionale del I sec. a.C., «St. Class. Or.» 21 (1973), 73-112 (= E. GABBA, Italia Romana, Como 1994, 63-103) GABBA, Considerazioni = E. GABBA, Considerazioni politiche ed economiche sullo sviluppo urbano in Italia nei secoli II e I a.C., in P. ZANKER (ed.), Hellenismus in Mittelitalien, Göttingen 1976, 315-326 GABBA, Città italiche = E. GABBA, Le città italiche del I sec. a.C. e la politica, «Rivista Storica Italiana» 93 (1986), 653-663 (= E. GABBA, Italia Romana, Como 1994, 123-132) GABBA, Riflessioni = E. GABBA, Riflessioni sulla Lex Coloniae Genetivae Iuliae, in J. GONZÁLES, J. ARCE (ed.), Estudios sobre la Tabula Siarensis, Madrid 1988, 157-168 HARRISON, Horace = S. HARRISON, Horace, Pindar, Iullus Antonius and Augustus: ‘Odes’ 4.2, in S. HARRISON (ed.), Homage to Horace: a Bimillenary Celebration, Oxford 1995, 108-127 HINARD, Entre République = FR. HINARD, Entre République et Principat. Pouvoir et urbanité, in TH. HANTOS (ed.), Laurea internationalis. Festschrift für Jochen Bleicken zum 75. Geburtstag, Stuttgart 2003, 331- 358 HURLET, Collègues = F. HURLET, Les collègues du prince sous Auguste et Tibère. De la légalité républicaine à la légitimité dynastique, Rome 1997 HURLET, Décennie = F. HURLET, Une décennie de recherches sur Augustus. Bilan historique (1996-2006), «Anabases» 6 (2007), 187-218 HURLET, Consensus = F. HURLET, Le consensus impérial à l’épreuve. La conspiration et ses enjeux sous les Julio-Claudiens, in G. URSO (ed.), Ordine e sovversione nel mondo greco e romano (Atti del Convegno di Cividale 25-27 settembre 2008), Pisa 2009, 125-143

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JOUFFROY, Construction = H. JOUFFROY, La construction publique en Italie et dans l’Afrique romaine, Strasbourg 1986 KEPPIE, Colonisation = L. KEPPIE, Colonisation and Veteran Settlement in Italy, 47-14 B.C., London 1983 LACEY., 2 B.C. = W.K. LACEY, 2 B.C. and Julia’s Adultery, «Antichthon» 14 (1980), 127-142 LAFFI, Iscrizioni = U. LAFFI, Le iscrizioni relative all’introduzione nel 9 a.C. del nuovo calendario della provincia d’Asia, «St. Class. Or.» 16 (1967), 5-98 LEFEBVRE, Hommages = S. LEFEBVRE, Les hommages publics rendus aux membres de la famille impériale de la mort de César à la mort de Domitien (regiones II, IV et V), in M. CÉBEILLAC GERVASONI (ed.), Les élites municipales de l’Italie péninsulaire de la mort de César à la mort de Domitien. Classes sociales dirigeantes et pouvoir central, Rome 2000, 267-305 MAGIE, Roman Rule = D. MAGIE, Roman Rule in Asia Minor to the end of the third Century after Christ, II, Princeton (New Jersey), 1950 MANACORDA, Proprietà = D. MANACORDA, Sulla proprietà della terra nella Calabria romana tra Repubblica e Impero, in Du latifundium au latifondo: un héritage de Rome, une création médiévale ou moderne?, Paris 1995, 143-189 MARENGO, Septempeda = S.M. MARENGO, Septempeda, in Supplementa Italica, 13, 1996, 193-228 MARENGO, Evergetismo = S. M. MARENGO, in F. CANCRINI, C. DELPLACE, S.M. MARENGO, L’evergetismo nella regio V (Picenum), Tivoli 2001 ORTALLI, Claterna = J. ORTALLI, Claterna, in M. MARINI CALVANI (ed.), Aemilia. La cultura romana in Emilia Romagna dal III secolo a.C. all’età costantiniana, Milano 2000, 453-463 PANI, Roma = M. PANI, Roma e i re d’Oriente da Augusto a Tiberio, Bari 1972 PANI, Tendenze = M. PANI, Tendenze politiche della successione al principato di Augusto, Bari 1979 REINHOLD, Marcus Agrippa = M. REINHOLD, Marcus Agrippa, New York 1933 RICCI, Principes = C. RICCI, Principes et reges externi (e loro schiavi e liberti) a Roma e in Italia. Testimonianze epigrafiche di età imperiale, «Rend. Acc. Lincei» ser. 9, 7 (1996), 561-592 RODDAZ, Marcus Agrippa = J.-M. RODDAZ, Marcus Agrippa, Rome 1984 RODDAZ, De Nîmes = J.-M. RODDAZ, De Nîmes à Lesbos: Agrippa et le patronage des cités, in M. CHRISTOL, D. DARDE (ed.), L’Expression du pouvoir au début de l’Empire. Autour de la Maison Carrée à Nîmes, Paris 2009, 53-58

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ROHR, Voci del dissenso = F. ROHR VIO, Le voci del dissenso. Ottaviano Augusto e i suoi oppositori, Padova 2000 ROMER, Client-Kingship = F.R. ROMER, A case of Client-Kingship, «The American Journal of Philology» 106, 1 (1985), 75-100 SAULNIER, Lois Romaines = C. SAULNIER, Lois Romaines sur les Juifs selon Flavius Josèphe, «Revue Biblique» 88 (1981), 161-198 SILVESTRINI, Città = M. SILVESTRINI, Le città della Puglia romana. Un profilo sociale, Bari 2005 SUSPÈNE, Les rois = A. SUSPÈNE, Les rois amis et alliés face au principat: rapports personnels, représentation du pouvoir et nouvelles stratégies diplomatiques dans l’Orient méditerranéen, in M. CHRISTOL, D. DARDE (ed.), L’Expression du pouvoir au début de l’Empire. Autour de la Maison Carrée à Nîmes, Paris 2009, 45-52 TODISCO, Vicani = E. TODISCO, Vicani quorum aedificia sunt, in M. PANI (ed.), Epigrafia e Territorio. Politica e Società: Temi di antichità romane, VI, Bari 2001, 149-155 TREVISIOL, L’episodio di Giulia = A. TREVISIOL, L’episodio di Giulia: congiura o fronda?, «Patavium» 8 (1996), 27-58 ZANKER, Augustus = P. ZANKER, Augustus und die Macht der Bilder, München 19902 ZANKER, Il mondo delle immagini = P. ZANKER, Il mondo delle immagini e la comunicazione, in A. GIARDINA (ed.), Storia di Roma dall’antichità ad oggi. Roma antica, Bari 2000, 9-37 ZECCHINI, Carmen = G. ZECCHINI, Il Carmen de bello Actiaco. Storiografia e lotta politica in età Augustea, Stuttgart 1987

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Finito di stampare nel mese di settembre 2011 da Edizioni ETS - Pisa per conto di Edizioni Plus - Pisa University Press

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