Cioran

July 25, 2017 | Autor: F. Lunaria | Categoría: Philosophy
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Descripción

GLI AFORISMI PIù BELLI DI EMIL CIORAN! Alcuni Aforismi di Cioran, tratti da "La Caduta nel Tempo".

* Non siamo realmente noi se non quando mettendoci di fronte a noi stessi, non coincidiamo con niente, nemmeno con la nostra singolarità.

* Non coltiviamo il brivido in sé, vagheggiamo ciò che è nocivo. 1

* Liberarsi dell'ossessione di sé. Nessun imperativo è più urgente.

* Promossi al rango di incurabili, siamo materia dolente, carne urlante, ossa rose da grida, e i nostri stessi silenzi non sono che lamenti strozzati.

* Distruggere significa esercitarsi a non essere niente.

* Il tale è dominato dalla cupidigia, dalla gelosia, dalla vanità? Lungi dal biasimarlo si deve invece lodarlo. Che cosa sarebbe senza di esse? Quasi nulla, vale a dire puro spirito, più precisamente angelo (sterile e inefficace quanto la luce in cui vegeta). 2

* L'automatismo della malattia è tale che essa non può concepire niente al di fuori di se stessa. A lungo andare, essa non dà più nulla a colui che soffre se non la conferma quotidiana della sua impossibilità di non soffrire.

* Finchè si sta bene non si esiste, più esattamente: non si sa di esistere.

* Non possiamo immaginarci senza di esso né separarlo da noi stessi, dal nostro essere, di cui è la sostanza, anzi la causa.

* L'inferno è quel presente che non si muove, quella tensione nella monotonia, quell'eternità rovesciata che non 3

si apre su niente, nemmeno sulla morte, mentre il tempo che scorreva, che si svolgeva, offriva almeno la consolazione di un'attesa, sia pure funebre.

* Colui che non ne distoglie mai la mente dà prova di egoismo e di vanità; vive in funzione dell'immagine che gli altri si fanno di lui, non può accettare l'idea che un giorno non sarà più niente; poichè l'oblio è il suo incubo di ogni istante.

* La vera vita comincia e finisce con l'agonia.

* Presto egli non sarà più niente. Non era niente neanche prima della malattia. Egli è soltanto nell'intervallo che intercorre tra il vuoto. 4

* Quell'essere che lui stesso ha demolito ora smania e si agita nella vana speranza di ricostituirlo, come quella di Macbeth, la sua coscienza è devastata, anche lui ha ucciso il sonno, il sonno ove riposavano le certezze... Dopo aver dubitato dei propri dubbi, finisce col dubitare di sé, con lo sminuirsi e con l'odiarsi, col non credere più alla propria missione di distruttore. Una volta reciso l'ultimo legame, quello che lo teneva attaccato a se stesso, e senza il quale perfino l'autodistruzione è impossibile, egli cercherà rifugio nel vuoto primordiale... Non c'è più alcun argomento che lo attragga o che egli voglia innalzare alla dignità di problema, di flagello... è ridotto a non potersi più rivolgere ad altri che al NonNonCreatore, a cui assomiglia, con cui si identifica, e di cui il 5

Tutto, indistinguibile dal Niente, è lo spazio dove, sterile e prostrato, egli trova compimento e riposo.

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Da "Storia e Utopia" (1960)

* Esistere significa accondiscendere alla sensazione, dunque all'affermazione di sé.

* Creare significa trasmettere le proprie sofferenze.

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Qualche Aforisma tratto da "Squartamento". 6

* Beati tutti coloro che nati prima della scienza, avevano il privilegio di morire alla loro prima malattia.

* Anche quando non accade niente, tutto sembra di troppo. Che dire allora in presenza di un avvenimento?

* è consolante potersi dire: "La mia vita corrisponde esattamente al genere di arenamento che mi auguravo".

* L'uomo è un Nulla conscio di sé.

* Quando si è votati al tormentarsi, i propri tormenti, per quanto grandi siano, non bastano, ci gettiamo anche su quelli degli altri, ce li appropriamo. 7

* Lo stato di salute è uno stato di non sensazione, anzi, di non realtà. Non appena si cessa di soffrire, si cessa di esistere.

* L'essere certi che non c'è salvezza è una forma di salvezza. A partire da lì si può organizzare la propria vita come pure costruire una Filosofia della Storia. L'Insolubile come soluzione, come sola via d'uscita.

* Sopprimevo dal mio vocabolario una parola dopo l'altra. Finito il massacro, una sola superstite: Solitudine.

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Qualche Aforisma tratto da "La Tentazione di Esistere".

* "Contro che cosa reagire?" Il Nulla era la mia Ostia: tutto in me e fuori di me si transustanziava in spettro.

* Soffrire: il solo modo d'acquisire la sensazione di esistere.

* Più nulla da rovesciare se non se stesso, ultimo idolo da abbattere... le proprie rovine lo attirano.

* Non si distrugge. Ci si distrugge. Mi sono odiato in tutti gli oggetti dei miei odii, ho immaginato miracoli di annientamento...

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* Più nulla da cercare se non la ricerca del Nulla.

* Che tutto si fermi dal momento che non riesco a concepire né a fare un passo di più verso un orizzonte qualsiasi.

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Alcuni Aforismi di Emil Cioran, tratti da "Il Funesto Demiurgo".

* Per smettersi di tormentarsi, bisogna lasciarsi andare a un disinteresse profondo, smettere di preoccuparsi del quaggiù o del lassù, cadere nel menefreghismo dei morti. Come guardare un vivo senza immaginarlo cadavere, come guardare un cadavere senza mettersi al suo posto? 10

Essere supera l'intendimento. Essere fa paura.

* Come rinunciare a ciò che non ritroveremo mai, a quel niente inaudito e pietoso che porta il nostro nome?

* Soffrire è produrre Conoscenza.

* A furia d'insistere sulle mie miserie passate e future, ho trascurato quelle del presente. Ciò mi ha consentito di sopportarle più agevolmente che se avessi consacrato le mie riserve d'attenzione.

* Vi sono notti in cui l'avvenire si abolisce, e di tutti i suoi momenti sussiste soltanto quello che sceglieremo per più 11

non essere.

*********** Qualche Aforisma tratto da "Lacrime e Santi"

* Dio ha sfruttato tutti i nostri complessi di inferiorità, a cominciare da quello che ci impedisce di crederci Dèi.

* Dio ha creato il mondo per paura della solitudine. è questa l'unica spiegazione possibile della Creazione. La sola ragione di essere di noi creature è di distrarre il Creatore...

* Poichè non esiste soluzione ad alcun problema, né via d'uscita ad alcuna situazione, non ci rimane che girare a vuoto. Nutriti di sofferenza, i pensieri prendono la forma di 12

aporie, questo chiaroscuro della mente, la somma degli insolubili proietta una tremula ombra sulle cose. La serietà incurabile del Crepuscolo...

* Tutti i declini sono qui con me, per sostenermi...

* Non si vede più niente all'infuori del Niente e questo Niente è Tutto.

* Tutti i Nichilisti hanno avuto a che fare con Dio. Prova supplementare della sua vicinanza al Niente. Dopo aver calpestato tutto, altro non vi resta da distruggere se non quest'ultima riserva del Nulla.

* Credo di non aver mai perso un'occasione di essere triste. 13

(La mia vocazione d'uomo)

* I nostri occhi sanno tutto, imbevuti del Nulla ci assicurano che niente ci può più accadere.

* Questo bisogno di profanare le tombe, di animare i cimiteri, in un'Apocalisse primaverile!

* La non aderenza alla vita genera una voglia di fissità. Si comincia a vedere il mondo in forme rigide, linee definite, contorni morti; quando non provate più quella gioia che nutre il divenire, tutto sfocia in simmetrie; quello che tra i vari tipi di follia, è stato chiamato "Geomatrismo", non sarebbe dunque altro che un eccesso di questa predisposizone all'immobilità che accompagna tutte le 14

depressioni. Il gusto delle forme tradisce una tendenza segreta alla morte. Più siete depressi, più le cose si fissano, nell'attesa di farsi ghiaccio.

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Qualche Aforisma tratto da "Sillogismi dell'amarezza".

* è facile essere "profondi": basta lasciarsi sommergere dalle proprie tare.

* Un libro che, dopo aver demolito tutto, non demolisca anche se stesso, ci avrà esasperato invano.

* Se posso lottare contro un accesso di depressione, in nome 15

di quale vitalità dovrei accanirmi contro un'ossessione che mi appartiene, che mi precede? Se sto bene, prendo la via che desidero. "Malato" non sono più io a decidere: è la mia malattia.

* Tutte le acque sono color dell'annegamento.

* Quando si impara ad attingere nel vuoto a piena mani, non si paventa più il domani.

* Non chiedetemi più il mio programma. Respirare, non ne è già uno?

* Senza la speranza di un dolore più grande non potrei sopportare quello del momento, fosse anche infinito. 16

* A che è dovuta la sua aria di sufficienza? Sono riuscito a sopravvivere a molte notti durante le quali mi chiedevo: mi ucciderò all'alba?

*********** Da "Esercizi d'ammirazione".

* Uno dei primi capitoli si intitolava "L'Antiprofeta". In realtà reagivo da profeta, mi attribuivo una missione, dissolvente se si vuole, ma pur sempre una missione. Attaccando i profeti, attaccavo me stesso e...Dio, in conformità col mio principio di allora secondo il quale ci si dovrebbe occupare soltanto di lui e di sé.

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* Un'incoercibile voluttà di negare...

* Le ossessioni espresse sono affievolite e per metà superate. Un libro che esce è la tua vita o una parte della tua vita che non ti appartiene più, che ha cessato di opprimerti e logorarti.

* (Perse) ... della scossa fortificante di uno spirito che ha costruito sull'abisso invece di lasciarvisi cadere, e di coltivarne le angosce.

* (Benjamin Fondane) Sulla sua persona, è vero, i segni della prosperità; solo che tutto in lui era al di là della salute e della malattia, come se l'una e l'altra fossero unicamente delle tappe che aveva superato. 18

* (Fitzgerald) Ecco l'orrore sopraggiungere come il temporale. E se questa notte prefigurasse quella che segue la morte. Se l'aldilà non fosse che un brivido senza fine sull'orlo di un abisso in cui ci spinge tutto quanto in noi è vile e corrotto, e nel quale ci precedono la viltà e la corruzione del mondo. Nessuna scappatoia, nessuna via d'uscita, nessuna speranza, null'altro che le perpetue ripetizioni del sordido e del semi tragico... O forse attendere indefinitamente ai confini della vita senza potere mai oltrepassare la soglia che ce ne separa. Quando l'orologio suona le 4 non sono più che uno spettro.

* Mi identificavo adesso con gli oggetti del mio orrore e della mia compassione. 19

*********** Da "Cioran: un Angelo Sterminatore" di Fernando Savater

* Ho cominciato ad essere "io" grazie all'insonnia, a quella catastrofe alla quale devo tutto e che ha segnato così profondamente la mia gioventù.

* Distruggo me stesso e così voglio: intanto in questo clima asmatico che creano le convinzioni, in un mondo di oppressi, io respiro. Respiro a modo mio. Chissà? Magari un giorno Lei conoscerà il piacere di puntare un'idea, di spararci contro, di vederla cadere, e poi di ricominciare questo esercizio con un'altra, con tutte. Questo desiderio di chinarsi su un essere, di distoglierlo dai 20

suoi antichi appetiti, dai suoi antichi vizi, per imporglierne altri nuovi, più nocivi, affinchè perisca a causa loro... Rivolgersi poi contro se stesso, torturare i vostri ricordi, e le vostre ambizioni, e corrodendo il vostro stesso alito, rendere pestilenziale l'aria per asfissiarsi meglio... Un giorno magari lei conoscerà questa forma di libertà, questa forma di respirazione che libera da se stesso e da tutto.

* Ribelli contro Dio, astrazione suprema dell'uomo, il nostro secolo scopre che è l'uomo il vero obiettivo della nostra ribellione.

* Discernere che ciò che siete, non è voi, che quello che avete non è vostro, non essere più complice di niente, nemmeno 21

della propria vita, questo è vedere giusto, questo è scendere fino al Nulla radice del Tutto.

* Anche se fosse un inganno, l'esperienza del vuoto meriterebbe sempre di essere fatta. Ciò che essa propone, ciò che tenta, è di ridurre a niente la vita e la morte al solo scopo di rendercele tollerabili.

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