Bilancio di un esperimento: consulto su Roma
Descripción
Carlo Aymonino
Progettare Roma capitale
a cura di Ptrolo Desideri eFulvio Leoni introduzione di Renato Nicolini
Editori Laterza
Indice del volume
Avvertenza Introduzione
di Carlo Aymonino
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di Renato Nicolini
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Le linee del progetto «centro storico» di Carlo Aymo nino e Raffaele Panella
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Stralcio del > trasformate in quinte, nemmeno scenografiche, del sistema della grande viabilità 365
Fig. 412. Gianni Braghieri. Piazza dei Cinquecento.
si vedano, per esempio, le relazioni che legano fra loro l'A ventino, il Circo Massimo e la Domus di Augusto sul Palati no -. Altrettanto eclatante è il caso della seconda area archeologica che insiste sul nodo di piazza Venezia, dei Mer cati Traianei e del colle Oppio. Qui, senza nessun criterio, le testimonianze storiche sono state trasformate in incidenti della strada, distribuiti lungo percorsi sostanzialmente indif ferenti. A parte le condizioni di degrado, ciò che inoltre sem bra costituire una Piazza Venezia, Mercati Traianei, coDe Oppio Dei due margini, è quello di attacco con la città, con i proble mi di percorsi, di livelli, di scambio d'uso che ciò comporta. Sulla direttrice di via dei Fori Imperiali da eliminare si allineano: un nodo urbano di scambio (piazza Venezia), un museo archeologico da si stemare in una permanenza archeologica {Mercati di Traiano), e una sistemazione a parco degli anni Trenta, non priva di qualità, ma indifferente alla struttura archeologica del sito. In un sistema di luoghi intensamente connotato sono stati in vitati a lavorare architetti per i quali l'oggetto e il contesto si ri mandano allusioni poco esplicite. Il tema si può risolvere dentro i propri strumenti di lavoro, o mettendo a rischio la resistenza e la compattezza delle geometrie di fronte ad un sistema stratificato in cui operare la scelta fra la presenza di più «città». Laboratorio n . 3 «Città dell' Ottocento: residenza e grandi attrezzature urbane» Esquilino, stazione Termini, piazza Esedra La eterogeneità dei problemi presenti in questo sistema sembra avere un punto focale nella piazza dei Cinquecento, dove le struttu re di servizio della città moderna e della città antica si fronteggiano nelle loro massime espressioni. All'intorno si riscontrano i problemi di degrado e di trasformazione provocati dall'impatto di queste strutture nel corpo denso della prima espansione urban.a di Roma ca pitale. Una serie di temi cosl riassuntivi sono proposti a una schiera di progettisri nella quale è inutile rintracciare una coerenza. In que sto ambito il problema della coerenza e dell'affinità si colloca tra il percorso e il lavoro di ognuno e le molte suggestioni dei luoghi.
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Laboratorio n. 4
Laboratorio n . .5
«Cittl dell'Ottocento: residerua e memorie della produzione» Testaccio, Ostiense
«< ' buchi' del centro storico»
Ancora la città dell'Otto·Novecento, ma nella sua versione in dustriale, in cui alcuni progetti sono già stati ritagliati e portati avanti secondo le calcolate strategie di un nuovo riformismo urba no. Ma al di là di Testaccio l'ex area industriale dell'Osriense ri chiama alla mente anche i recenti confronti sul parco urbano del XX secolo. Si tratta di una riserva di aree ricchissima che attende la precisazione del proprio destino urbano, mentre vi spira una at mosfera poetica di periferia addomesticata. Per gli architetti invitati a far parte di questa sezione del La boratorio la scala urbana non è una questione dimensionale, ma di struttura, di concezione del ruolo del progetto. Una lieve forza tura non può certo impacciare una figura di architetto che sa ve dere l'atto creativo del progetto in una totalità di apporti e di rapporti extradisdplinari, che sa essere garante intellettuale delle mediazioni difficili.
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Piazza della Moretta, piazza della Rovere, via dei Polac:c:hi, testa
ta di corso Vittorio, piazza del Parlamento
Queste aree non hanno forse io comune molto di più della po lemica che le coinvolge sulla opportunità o meno di intervenire con architetture nuove a risolvere vecchi problemi urbani di sventra mento. È quindi un utile banco di prova per stabilire se si dia ef fettivamente un problema «metodologico» a questa scala, nel pe rimetro di un lotto, nel fronte di una strada, nella progettazione urbana in generale. È il compito suggerito ad alcuni protagonisti di una architettu· ra che costruisce la città e che ha una aspirazione a trascendere il contingente e la ricerca di novità fine a se stessa. La tendenza che ha distillato per anni una tradizione moderna si è data solide basi come scienza e poetica del «tipo». Questo fondo duro, anti· storicista, la mantiene ben al di là di confusioni e accecamenti su perficiali, diffusi sulla scena internazionale.
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