Los clásicos latinos en los orígenes de la imprenta: textos, contextos y cultura impresa (ca. 1450-1540) – Latin classics at the dawn of printing: texts, contexts and print culture (ca. 1450-1540). Faculdad de Filología, Universidad Nacional de Educación a Distancia, Madrid, 19-21 novembre 2014.
Descripción
Los clásicos latinos en los orígenes de la imprenta: textos, contextos y cultura impresa (ca. 1450-‐1540) – Latin classics at the dawn of printing: texts, contexts and print culture (ca. 1450-‐1540). Faculdad de Filología, Universidad Nacional de Educación a Distancia, Madrid, 19-‐21 novembre 2014. Ormai dal 2009 un gruppo di ricercatori sotto la guida del prof. Antonio MORENO HERNÁNDEZ della Universidad Nacional de Educación a Distancia (UNED) di Madrid stanno studiando il patrimonio spagnolo di incunaboli ed edizioni a stampa cinquecentesche della letteratura latina classica. Nell’ambito del suo progetto di ricerca attuale, intitolato Estudio filológico de los textos clásicos latinos transmitidos en impresos incunables y postincunables conservados en España II (finanziato dal Ministerio de Economía y Competitividad della Spagna sotto il codice FFI2011-‐0368), il gruppo ha convocato un convegno internazionale dedicato al tema delle prime edizioni a stampa della letteratura latina classica. Il convegno ha avuto luogo nel novembre di 2014 negli edifici della UNED nella città universitaria di Madrid. Poco meno di trenta relatori hanno ravvicinato il tema dell’incontro da perspettive diverse, incluso quella della filologia latina classica, la filologia neolatina e quella spagnola, la storia culturale, la storia della stampa, la codicologia e lo studio delle illuminazioni librarie. Gli sforzi non comuni degli organizzatori hanno avuto come risultato un incontro vivace e interessante dove si è potuto imparare molto sulle prime edizioni dei testi latini classici, sia a causa dell’alto livello dei contributi, sia perché essi provenivano da campi di studi tra cui non sempre c’è molto contatto. Si prevede la prossima pubblicazione degli atti del convegno; qui se ne offre un brevissimo riassunto. Nella sessione inaugurale hanno parlato Antonio GUERRERO RUIZ, Vicerettore della UNED, Antonio MORENO HERNÁNDEZ, Decano della Facoltà di Filologia e organizzatore del convegno, e Laura ALBA JUEZ, coordinatrice del programma di dottorato di filologia dell’università, nonché Tomás GONZÁLEZ ROLÁN, presidente della Sociedad de Estudios Latinos, e Jesús DE LA VILLA POLO, presidente della Sociedad Española de Estudios Clásicos, le due organizzazioni professionali che hanno appoggiato il convegno. La parte scientifica del programma ha avuto inizio con la conferenza Le edizioni dei classici nei cataloghi dei primi editori romani di Massimo MIGLIO, Presidente dell’Istituto storico italiano per il Medioevo (Roma), che ha offerto un’ampia prospettiva sulle prime edizioni dei classici stampati a Roma e il loro contesto culturale, e anzitutto il ruolo e il pensiero di pionieri dell’editoria come Giovanni Andrea Bussi e Pietro Marso. Le prime comunicazioni sono state dedicate alla poesia latina classica agli inizî della stampa. Craig KALLENDORF (Texas A&M University) ha discusso le edizioni di Virgilio stampate fino al 1540 (Printing Virgil, from Sweynheym and Pannartz to Estienne and Gryphius). Ha tratto delle conclusioni sulle probabilità di sopravvivenza di vari tipi di libri (sembra che essa sia stata più grande per i formati più grandi, per i libri illustrati, e per i libri con delle immagini), ha osservato che i confini tra libri a stampa e manoscritti erano permeabili, e ha notato la mutabilità del testo degli incunaboli e i postincunaboli. Venne seguito dalla conferenza Las primeras ediciones de Marcial di Javier VELAZA FRÍAS (Universitat de Barcelona), che ha discusso le prime tre edizioni a stampa di
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Marziale: quella impressa da Sweynheym e Pannartz a Roma verso il 1470-‐71, quella stampata da Vindelino da Spira a Venezia tra il 1471 e il 1473, e quella uscita nel 1471 dalla tipografia ferrarese di Andreas Belfort. È controverso quale sia stata la editio princeps; Velaza ha osservato che non può esserla stata la veneta. È susseguita la comunicazione The text of Statius’ «Thebaid» in early printed editions (1470-‐1519), and its fortune in the later tradition di Valéry BERLINCOURT (Universität Basel), che si è concentrato su tre edizioni incunabole della Tebaide di Stazio, cioè la princeps (Roma, 1470), quella stampata tre anni dopo da Stephanus Corallus a Parma, e la milanese del 1476. In fine, Rosa DÍAZ BURILLO (UNED) presentò nella comunicazione Lucano en el período incunable: de la «editio princeps» a la edición aldina (1469-‐1502) i risultati dei suoi studi sulle edizioni a stampa di Lucano dalla princeps del 1469 fino alla prima Aldina del 1502 dedicata a Marco Antonio Mauroceno, che aveva regalato ad Aldo un manoscritto della Farsalia che è stato poi utilizzato come fonte di varianti per migliorare il testo. La seduta successiva fu dedicata ai prosatori latini classici. Antonio MORENO HERNÁNDEZ (UNED), organizzatore principale del colloquio, ha offerto un contributo intitolato Las primeras ediciones de los «Commentarii» de César (1469-‐ 1519) sulle edizioni a stampa dei Commentarii di Giulio Cesare a cominciare dalla princeps (Roma, 1469) fino alla seconda Aldina del 1519. Ha messo in rilievo le linee di discendenza delle varie edizioni, e soprattutto la pratica di emendare il testo ope codicum, che spiega per esempio la presenza di molte varianti sia nella prima Aldina del 1513 che nel codice Duecentesco O (Oxford, Merton College, MS. 307). Nella comunicazione successiva, dal titolo Humanistas en el taller: continuidad e intervención en las ediciones incunables de la «Germania» de Tácito, Xurxo REGUEIRA VEIGA (UNED) ha discusso le edizioni incunabole della Germania e i loro legami con la tradizione manoscritta. Sotto un’impostazione simile, Matilde CONDE SALAZAR (Consejo Superior de Investigaciones Cientíticas, Madrid) ha presentato la comunicazione El texto de las ediciones incunables de Sexto Rufo Festo, concentrandosi su tre edizioni del Breviarium che hanno un carattere esemplare per tutta la tradizione incunabola: quella stampata da Riessinger, forse a Roma nel 1470, e le edizioni romane curate da Campanus, impressa nel 1470 da Ulrich Han, e da Tiphernas, stampata nel 1492 da Plannck. È seguito l’intervento La première édition imprimée de textes gromatiques latins (Sichart, 1528) di Jean-‐Yves GUILLAUMIN (Université de Franche-‐Comté, Besançon), che ha discusso un’unica edizione a stampa, quella di alcuni testi gromatici latini pubblicata da Sichart nel 1528. Questa edizione era basata su un codice che conteneva la diazographos, cioè un “libro d’immagini” che accompagnava il testo nella cosiddetta famiglia palatina dei manoscritti dei gromatici; e Guillaumin ha sostenuto in modo convincente che il codice utilizzato da Sichart deve essere identificato con un rappresentante oggi perduto di questa famiglia carolingia. In fine, il contributo Las ediciones incunables de Marciano Capella di Manuel AYUSO GARCÍA (UNED) è stato dedicato agli incunaboli di Marziano Capella, cioè il frammento stampato a Milano o a Venezia tra il 1493 e il 1499, la editio princeps impressa da F. V. Bodianus a Vicenza nel 1499, la edizione di Modena del 1500, che è in effetto una ristampa della princeps, e il frammento stampato a Erfurt nel 1500. Una seduta breve fu dedicata ai manoscritti trascritti da incunaboli. Nel contributo Il ritorno al manoscritto nella tradizione incunabola dei classici:
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qualche esempio significativo di Silvia MADDALO (Università degli studi della Tuscia, Viterbo), letta nella sua assenza da Marina Sanfilippo, sono stati studiati in modo dettagliato due manoscritti di lusso della Biblioteca Apostolica Vaticana: il codice Rossi 550, una copia dell’ultimo prodotto della collaborazione degli impressori Sweynheym e Pannartz, cioè dell’impressione del 1473 della traduzione latina di Polibio fatta da Niccolò Perotti; e il codice Vaticanus lat. 3595, una copia dell’edizione delle Silvae di Stazio impressa nel 1475 da Sweynheym. Quest’ultimo fu trascritto da Partenio Minuzio Paulino, un allievo di Pomponio Leto, e fu decorato dal calligrafo rinomato Bartolomeo Sanvito. La stessa tematica fu studiata dal punto di vista filologico nel contributo Incunables and manuscripts: the case of Catullus di Dániel KISS (Irish Research Council/University College Dublin), che ha discusso 17 manoscritti di Catullo che discendono in modo diretto o indiretto dalle edizioni incunabole. Ha notato la forte presenza di manoscritti di lusso in questo gruppo, e ha proposto le ipotesi che nei suoi primi decenni d’esistenza la stampa potrebbe aver ricacciato dal mercato solo i manoscritti d’uso, cioè di bassa qualità, e che i calligrafi che continuavano a ricevere delle commissioni avrebbero potuto preferito di copiare degli incunaboli, perché questi avrebbero avuto un testo migliore o comunque più moderno. Due comunicazioni furono dedicate alla presenza d’incunaboli e postincunaboli dei classici latini in collezioni significative. Coll’intervento Avatares de los clásicos: procedencia y nuevos sentidos de su coleccionismo, María Luisa LÓPEZ-‐VIDRIERO ABELLÓ ha offerto una visione dei classici latini nella Real Biblioteca del Palacio Real de Madrid, della quale è la direttrice, e degli sforzi notevoli che sono stati fatti sotto la sua guida per studiare questa collezione in un modo approfondito e per presentare i risultati di quest’indagine anche sul sito web della biblioteca (www.realbiblioteca.es). È seguito l’intervento Los clásicos latinos en las bibliotecas de Córdoba hasta 1540 di Julián SOLANA PUJALTE (Universidad de Córdoba), che ha presentato i risultati delle sue ricerche sui classici latini incunaboli e postincunaboli nelle biblioteche di Córdoba, eseguite nel marco del progetto Incunabula della UNED. Le varie biblioteche cittadine e religiose posseggono tutte solo qualche dozzina di libri di questo tipo. La distribuzione dei titoli è interessante; si vede una preferenza a volte sorprendente per certi autori, e per le opere in prosa in genere. L’importanza del paratesto per lo studio degli incunaboli e postincunaboli fu messo in rilievo da Felipe GONZÁLEZ VEGA (Universidad del País Vasco–Euskal Herriko Unibertsitatea) nel suo contributo intitolato Clásicos contemporáneos: nuevos lindes impresos en el canon de autores humanísticos. Egli ha discusso la transizione dal commento impresso alle collezioni di annotazioni e commenti miscellanei a proposito della figura di Filippo Beroaldo, e l’ideologia umanistica delle sue Orationes et carmina, messe a stampa a Bologna nel 1500. Rosa María IGLESIAS MONTIEL e María Consuelo ÁLVAREZ MORÁN (Universidad de Murcia) hanno offerto coll’intervento La edición de Rafael Regius de Ovidio un’analisi della famosa edizione commentata delle Metamorfosi di Ovidio pubblicata da Rafaele Regio (1493, ed. seconda 1513). Hanno messo in rilievo la cura di Regio nel prendere nota di ogni elemento letterario significativo e nel chiarire ogni aspetto potenzialmente problematico del testo, nonché il carattere argomentativo e spesso diffamante del suo lavoro, soprattutto nei confronti del suo rivale Giovanni Calfurnio. Nella comunicazione Parma 1505: la ilustración de las
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«Metamorfosis» y los avatares de un postincunable excepcional, Fátima DÍEZ PLATAS (Universidad de Santiago de Compostela) ha discusso due altre edizioni delle Metamorfosi, oggi rarissime, entrambe pubblicate apparentemente nel 1505 a Parma da Francisco de Mazalis, accompagnate da xilografie quasi identiche. Díez Platas ha dimostrato che una di queste edizioni è una copia “pirata” dell’altra, per cui sono state riutilizzate le lastre originali delle xilografie, non sempre in un modo competente. La seduta si è chiusa con il contributo Los incunables de la «Cosmographia» de Pomponio Mela: contribución de los paratextos a la filiación de las ediciones di María José CARRIZO GÓMEZ (UNED), che ha tracciato la filiazione delle nove edizioni incunaboli della Cosmographia di Pomponio Mela con l’aiuto dei loro elementi paratestuali. Una serie di relatori hanno discusso delle edizioni a stampa di volgarizzazioni di testi latini classici. Antonio ALVAR EZQUERRA (Universidad de Alcalá) ha presentato, nell’intervento De nuevo sobre la traducción de Francisco de las Natas del Libro II de la «Eneida», la traduzione poetica assai libera al castigliano del libro II dell’Eneide pubblicata di Francisco de las Natas a Burgos nel 1528, che è caduta nell’oblio dopo la pubblicazione della traduzione integrale dell’epopea da Gregorio Hernández de Velasco nel 1555. In seguito, la comunicazione Traducir a Plauto entre la voz, el cuerpo y la página impresa: Pandolfo Collenuccio y Francisco López de Villalobos di Marina SANFILIPPO (UNED) ha utilizzato la teoria della traduzione del semiologo estone Peeter Torop per mettere in confronto due volgarizzamenti del Amfitrione di Plauto, cioè quello di Pandolfo Collenuccio, messo in scena a Ferrara nel 1487, e quello al castigliano di Francisco López de Villalobos del 1517, che era esplicitamente non destinato per la scena. Nell’intervento Los impresos hispanos de Séneca y su contexto europeo, Juan Miguel VALERO MORENO (Universidad de Salamanca, Seminario de Estudios Medievales y Renacentistas) ha offerto uno studio di tre volgarizzamenti spagnoli di Seneca impressi intorno al 1550, cioè Los Proverbios de Séneca di Pedro Díaz de Toledo, Los cinco libros de Séneca di Alonso de Cartagena, e le Epístolas de Séneca attribuite a Fernán Pérez de Guzmán. Valero Moreno ha prestato attenzione soprattutto alle fonti manoscritte utilizzate dagli impressori, e al loro contesto culturale più ampio. Carlos ROLDÁN DONOSO (UNED) ha dedicato la sua comunicazione La intervención del impresor en la obra: Pedro Hagenbach y su edición de los «Proverbios» de Séneca (Toledo 1500) a un’altra edizione impressa dei Proverbi dedicati a Seneca. Mettendola a confronto con le altre edizioni incunabole dello stesso testo, ha notato l’omissione di certe sezioni da parte di Hagenbach, e si è chiesto se le il tipografo abbia avuto le competenze di un editore in questo periodo. La ultima sezione del convegno si è dedicato agli strumenti informatici per lo studio degli incunaboli. Nella comunicazione Old texts, new resources. The philological potential of incunabula databases, Falk EISERMANN (Staatsbibliothek zu Berlin – Preussisches Kulturbesitz) ha discusso i banchi dati digitali su incunaboli in esistenza, e soprattutto quello del venerabile Gesamtkatalog der Wiegendrucke, che viene elaborato ormai dal 1904, oggi sotto la direzione dello stesso Eisermann. Cristina DONDI (Bodleian Library, University of Oxford) invece si è concentrata nel contributo ISTC, TEXT-‐inc, and Material Evidence in Incunabula: Working on the early transmission of Classical texts in print, their dissemination, and reception su un progetto di ricerca europeo sotto la sua guida che è appena cominciato, dal titolo The 15th Century Book Trade: An Evidence-‐
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based Assessment and Visualization of the Distribution, Sale, and Reception of Books in the Renaissance, nel quale si studierà la distribuzione, la vendita e la recezione di libri a stampa nel Rinascimento europeo. Lei ha presentato il catalogo digitale in fieri Material Evidence in Incunabula, nonché le sue ricerche sul Zornale o registro del libraio veneziano Francesco de Madiis, che elenca i più che 25,000 libri che egli ha venduto tra il 1484 e il 1488. Questa fonte offre delle informazioni preziose sul valore commerciale dei libri in questa epoca; dimostra tra l’altro che mentre i manoscritti, pur quanto umili, rimanevano molto costosi, anche persone non ricche potevano permettersi di acquistare un incunabolo. La comunicazione Bases de datos y recursos digitales para el estudio de los incunables clásicos en España. Perspectivas de investigación a la luz de la tecnología di Elena GONZÁLEZ-‐BLANCO GARCÍA (UNED) ha presentato il gamma di risorse informatiche disponibili oggi agli studiosi degli incunaboli, come i cataloghi e i banchi di dati digitali (il Gesamtkatalog, il Incunabula Short Title Catalogue, ecc.), le biblioteche digitali (per es. la Verteilte Digitale Inkunabelbibliothek), i banchi di dati sulle filigrane, i caratteri di stampa, i possessori e le rilegature, e i grandi progetti internazionali che cercano di integrare tutte queste risorse. In fine, Antonio MORENO HERNÁNDEZ (UNED) e i suoi collaboratori nel progetto di ricerca che ha ospitato il convegno hanno presentato i cataloghi digitali delle edizioni incunaboli della letteratura classica latina della Spagna (Corpus de Incunables de Clásicos Latinos en España) e del Portogallo (Corpus de Incunables de Clásicos Latinos de Portugal) che stanno sviluppando. Il loro oggettivo è di preparare un catalogo digitale descrittivo sia degli incunaboli di classici latini che sono stati stampati sulla penisola iberica, sia delle copie degli incunaboli di classici latini stampati altrove che si conservano oggi in Spagna e Portogallo. Il convegno è finito con una breve sessione di chiusura, nella quale hanno parlato Ricardo MAIRAL USÓN, il vicerettore per la ricerca della UNED, Rosa PEDRERO SANCHO, direttrice del Dipartimento di Filologia Classica della stessa università, e Antonio MORENO HERNÁNDEZ, l’organizzatore principale del convegno.
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