La imagen de Mauretania en las acuñaciones provinciales de la época de Adriano (Africa Romana, XX, 2016, pp. 811-820)

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Descripción

dorso 51 mm

l’africa romana 20

Volume primo

In copertina: L’arco di Caracalla a Volubilis (foto di Piero Bartoloni)

Il volume raccoglie gli Atti del XX Convegno internazionale L’Africa romana (Alghero, 26-29 settembre 2013) dedicato a Momenti di continuità e rottura: bilancio di trent’anni di convegni «L’Africa romana». L’opera, che corona una lunga serie di incontri internazionali ai quali hanno partecipato centinaia di studiosi, è curata da Paola Ruggeri, professore associato di Storia romana e direttrice del Centro di Studi Interdisciplinari sulle Province Romane dell’Università di Sassari. Hanno collaborato Maria Bastiana Cocco, Alberto Gavini, Edgardo Badaracco, Pierpaolo Longu. Nel suo intervento introduttivo Guido Clemente ha ricostruito la storia dei Convegni L’Africa romana e sottolineato l’ampia collaborazione con i diversi Istituti di ricerca, con molte Università, con numerose Società scientifiche internazionali, infine con i giovani dell’Associazione Nazionale Archeologi. Nella Presentazione del volume, Claude Briand-Ponsart nota che «L’Africa romana est devenue depuis longtemps une véritable institution scientifique d’envergure internationale et ce vingtième congrès a respecté la tradition, il a rempli la mission qu’il s’était fixée. Grâce au dynamisme et à la générosité des organisateurs qui ont accueilli aussi bien les chercheurs confirmés que les nouveaux venus d’Italie, du Maghreb et de bien d’autres pays, ces rencontres ont accumulé un capital inégalé de savoirs, de connaissances dans tous les domaines historiques et culturels de l’Afrique du Nord antique et de la Sardaigne. Lieux privilégiés d’échanges et de discussion, elles ont contribué à nouer des relations fructueuses, à tisser des liens d’amitié entre les participants dans une ambiance de chaleureuse convivialité». Per Attilio Mastino «l’iniziativa dell’Università di Sassari si è sviluppata ben al di là di quanto si potesse immaginare al suo esordio: anche questo convegno documenta la crescita collettiva, il coinvolgimento sempre più ampio di specialisti, l’attenzione con la quale la comunità scientifica internazionale ha seguito l’attività dell’Università di Sassari, che ha finito per colmare uno spazio importante negli studi classici. Dai nostri convegni è derivata così una rete di rapporti, di relazioni, di amicizie, di informazioni, che crediamo sia il risultato più importante dell’esperienza che abbiamo vissuto in questi anni, con il sostegno e l’incoraggiamento delle autorità e di tanti amici, i nostri amici del Maghreb, i nostri amici europei, i nostri amici dei nuovi continenti, i nostri studenti, gli studenti impegnati nelle imprese dell’Africa romana. Anche nelle condizioni difficili e terribili di questi trent’anni e in particolare tra il 2001 e le primavere arabe, abbiamo proseguito il nostro impegno di costruire ponti fra le due rive del Mediterraneo, con il senso di un’attenzione e di un rispetto che vogliamo affermare, il desiderio di un incontro e di una speranza». Nei 195 contributi di studiosi italiani e stranieri trovano il consueto ampio spazio anche le novità epigrafiche e le testimonianze di numerose provinciae affacciate sul Mediterraneo occidentale.

L’AFRICA ROMANA Momenti di continuità e rottura: bilancio di trent’anni di convegni L’Africa romana a cura di Paola Ruggeri

Estratti

ISSN 1828-3004

€ 97,00

(prezzo dei tre volumi indivisibili)

Africa_romana_cover_Vol_1.indd 1

Tre volumi indivisibili

Carocci

editore 10/12/15 12:02

Collana del Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione dell’Università degli Studi di Sassari Serie del Centro di Studi Interdisciplinari sulle Province Romane dell’Università degli Studi di Sassari Direttore: Paola Ruggeri 49

In memoria delle vittime innocenti del tragico attentato al Musée National du Bardo, con la solidarietà di tutti gli studiosi al popolo della Tunisia libera e democratica Sassari, 18 marzo 2015

In copertina: L’arco di Caracalla a Volubilis (foto di Piero Bartoloni)

1a edizione, dicembre 2015 © copyright 2015 by Carocci editore s.p.a., Roma Finito di stampare nel dicembre 2015 da Eurolit, Roma issn 1828-3004 isbn 978-88-430-7400-6 Riproduzione vietata ai sensi di legge (art. 171 della legge 22 aprile 1941, n. 633) Senza regolare autorizzazione, è vietato riprodurre questo volume anche parzialmente e con qualsiasi mezzo, compresa la fotocopia, anche per uso interno o didattico. I lettori che desiderano informazioni sui volumi pubblicati dalla casa editrice possono rivolgersi direttamente a: Carocci editore Corso Vittorio Emanuele ii, 229 - 00186 Roma telefono 06 42 81 84 17 - fax 06 42 74 79 31 Siamo su: www.carocci.it www.facebook.com/caroccieditore www.twitter.com/caroccieditore

L’Africa romana

Momenti di continuità e rottura: bilancio di trent’anni di convegni L’Africa romana

Atti del xx Convegno Internazionale di studi Alghero - Porto Conte Ricerche, 26-29 settembre 2013

A cura di Paola Ruggeri con la collaborazione di Maria Bastiana Cocco, Alberto Gavini, Edgardo Badaracco, Pierpaolo Longu Estratti

Carocci

editore

Volume pubblicato con il contributo finanziario di

Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale Università degli Studi di Sassari

Dipartimento di Storia, Scienze dell’Uomo e della Formazione

e con il patrocinio e il sostegno del

I saggi di questi Atti di convegno sono stati sottoposti a referaggio. Comitato scientifico Presidente: Attilio Mastino Componenti: Aomar Akerraz, Angela Antona, Samir Aounallah, Piero Bartoloni, Nacéra Benseddik, Paolo Bernardini, Azedine Beschaouch, Antonietta Boninu, Giovanni Brizzi, Francesca Cenerini, Maria Bastiana Cocco, Antonio Maria Corda, Anna Depalmas, Lietta De Salvo, Angela Donati, Rubens D’Oriano, Layla Es-Sadra, Mounir Fantar, Piergiorgio Floris, Emilio Galvagno, Elisabetta Garau, Alberto Gavini, Mansour Ghaki, Julián González, Michele Guirguis, John J. Herrmann Jr, Antonio Ibba, Ridha Kaabia, Mustapha Khanoussi, Giovanni Marginesu, Marc Mayer, Maria Grazia Melis, Marco Milanese, Marco Edoardo Minoja, Alberto Moravetti, Giampiero Pianu, Marco Rendeli, Daniela Rovina, Paola Ruggeri, Donatella Salvi, Sandro Schipani, Ahmed Siraj, Pier Giorgio Spanu, Alessandro Teatini, Alessandro Usai, Emerenziana Usai, Cinzia Vismara, Raimondo Zucca Membri onorari: José María Blázquez, M’hamed Hassine Fantar, Jean-Paul Morel, René Rebuffat, Joyce Reynolds Coordinamento scientifico Centro di Studi Interdisciplinari sulle Province Romane dell’Università degli Studi di Sassari Viale Umberto 1, 52 - 07100 Sassari telefono 079 20 65 203 - fax 079 20 65 241 email: [email protected]

helena gozalbes garcía, enrique gozalbes cravioto

La imagen de Mauretania en las acuñaciones con motivos provinciales en la época de Adriano

La presente contribución presenta una aproximación iconológica acerca del conjunto del monetario, que con la referencia MAVRITANIA, la ceca de Roma acuñó durante el imperio de Adriano. Presentamos una completa interpretación acerca de la imagen que sobre las Mauretaniae fue divulgada en época romana. Para lograr este objetivo, hemos estudiado tres programas iconográficos particulares, que responden a las tres diversas leyendas monetarias que aparecen en las emisiones objeto de estudio. Especialmente significativo es, en este sentido, el icono que representa a un soldado, interpretado por nosotros como una imagen emblemática de la propia provincia, así como símbolos relacionados con figuras animales tales como un caballo, un elefante o un toro. Palabras clave: monetario romano, viajes imperiales, provincias imperiales, iconografía monetaria.

Imágenes y poder: los viajes de Adriano Las imágenes estuvieron directamente vinculadas al servicio del poder en época romana-imperial, no sólo las iconográficas, entre ellas las monetarias, sino también las literarias. Fue una constante en los documentos públicos y privados la referencia a unas estructuras estatales convenientes y a un mundo cuya unidad era inquebrantable, con un programa ideológico caracterizado por disponer de unas sublimes virtudes. Dentro del mundo propagandístico romano, la imagen de las gentes, pueblos y ciudades del Imperio se convirtió en una constante en los motivos decorativos del arte, al igual que lo debieron de hacer las representaciones sobre aquéllos en las piezas monetarias. La gran agilidad de movimiento de la que dispuso su soporte dio lugar a que las monedas contaran con una gran difusión a lo largo de todo el territorio * Helena Gozalbes García, Universidad de Granada; Enrique Gozalbes Cravioto, Universidad de Castilla-la Mancha.

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imperial y, lógicamente, con una gran capacidad de infiltración social. En este sentido, los espectáculos recogidas en las piezas monetarias reflejan de modo muy efectivo el estado de una sociedad preocupada por evocar el imperialismo que la hubo de caracterizar, convirtiéndose en un testimonio de esta particularidad histórica. La iconografía monetaria recogió la alusión a las particularidades del propio sistema de valores de la sociedad romano imperial, en el que la exaltación de las peculiaridades de cada territorio se convirtió también en un ineludible deseo. De acuerdo con las concepciones teóricas más modernas, el caso concreto de las imágenes monetarias provinciales se convierte en un complejo documento histórico, cuyo estudio resulta de gran importancia. Adriano durante su imperio emprendió grandes viajes por algunas provincias del Imperio. Hacia el año 121 visitó Galia y Germania y, con anterioridad, ya había estado en Britania. Con posterioridad se instaló en su Hispania natal y realizó un viaje a la cercana Mauretania, asegurando con ello el control de un territorio en el que tuvo muchos problemas al inicio de su imperio. Más tarde viajó en dirección hacia Asia. Su regreso a la capital se produjo en torno al año 126, no sin haber visitado Sicilia. Su segundo viaje se inició poco después, entre el 128-134, visitando el África, Siria y Palestina. Entretanto visitó Egipto.

Las emisiones monetarias Estos viajes fueron, poco tiempo después del regreso del emperador a Roma, objeto de una serie de emisiones monetarias, cuyos tipos y leyendas de reverso quedaron, en efecto, reservados para hacer referencia a dichos acontecimientos1. La gran cantidad de emisiones que siguiendo esta línea propagandística se pusieron en circulación, evidencia la trascendental importancia de estos viajes para la administración imperial y, sobre todo, testimonia cual notable hubo de ser el deseo del propio Adriano y, a su vez, de las élites políticas que lo apoyaron, por divulgar información sobre estos hechos. Ante tal disyuntiva, los grabadores de cuños de los talleres metropolitanos, que fueron precisamente los que fabricaron estas significativas monedas, forzados por los deseos expresivos de las élites que los controlaban (en el caso de los numismas referentes a Mauretania, éstos fueron emitidos por decreto senatorial) concibieron un programa iconográfico tremendamente elocuente y en el que fue fundamental la propagación de dos mensajes distintos. 1.

RIC ii, 296-329, 577, 838-907 y 912-966.

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• En primer lugar, un relato referente a la estancia del propio emperador y a las actuaciones que a lo largo de la misma había desarrollado. • En segundo lugar, una alusión a los lugares visitados, recogiendo un conjunto de símbolos que, de manera muy concisa, lograron describir las que para la sociedad adrianea debieron ser las peculiaridades más sobresalientes de dichos territorios. En ambos casos, el mensaje general fue de naturaleza esencialmente política. Ahora bien, la detenida lectura de cada una de las piezas monetarias analizadas, nos ha permitido constatar, dentro del esquema de representación particular de cada una de ellas, derivaciones simbólicas de carácter militar, económico, cultural o religioso. De hecho, la iconografía recogida en estas monedas resulta de una complejidad manifiesta. Ahora bien, pese a ello, sus características principales seguramente contaban ya con una gran tradición en la numismática imperial. Por este motivo, según deducimos, estas representaciones monetarias fueron bien conocidas y fácilmente reconocibles para la sociedad que las vio circular.

Imágenes y mensajes de las monedas alusivas a Mauretania En el caso concreto de Mauretania hemos identificado tres grupos distintos de emisiones. Primer tipo. Engloba las monedas sólo alusivas a las peculiaridades del territorio representado. Por este motivo, podría definirse como un grupo de carácter esencialmente cultural. Aparece representada, en esta línea, la alegoría provincial acompañada de una leyenda también alusiva a la misma, completando el mensaje que trata divulgar2. En concreto, Mauretania aparece simbolizada por una figura masculina con rasgos formativos africanos, siempre de pie con una túnica corta3 y, en algunos casos, con un casco4. Se exhibió además acompañada de un caballo, como por lo general ocurre en el conjunto de emisiones de alusión provincial mediterráneas, en las que las alegorías aparecen junto a figuras animales5. El équido, en este caso, se reveló como una figura de grandes dimensiones que, de hecho, ocupaba la mitad del espacio del soporte monetario (figs. 1-2). Se deduce, por consiguiente, la importancia de esta representación en la amonedación correspondiente 2. 3. 4. 5.

Methy (1992). RIC ii, 854-860. RIC ii, 858-860. RIC ii, 296, 298-300, 305, 306, 308-310, 312, 313, 326, 327, 840-841, 851, 852 y 861-870.

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fig. 1  Sestercio acuñado bajo el imperio de Adriano cuyo reverso representa la alegoría de Mauretania, sosteniendo una jabalina, junto a un caballo del que tira. Ambas figuras aparecen en uno y otro lado del soporte monetario (RIC ii, 854 y 856).

fig. 2  Sestercio acuñado bajo el imperio de Adriano cuyo reverso representa la alegoría de Mauretania, sosteniendo una jabalina, junto a un caballo del que tira. En esta serie las dos figuras aparecen representadas en el centro del soporte monetario (RIC ii, 858-860).

a la imagen mauritana, constituyéndose como una distinguida insignia que los representaba en el interior y en el exterior de los territorios mauritanos. Como se observa, la representación figurativa de Mauretania se engloba dentro de las alegorías provinciales que en época de Adriano no aparecieron personificadas por una figura femenina6. Estas segundas probablemente deben ponerse en relación con la virtud romana de la Abundancia, pues de hecho generalmente se exhibieron reclinadas junto a una serie de elementos atractivos de los territorios a los que pretendían representar7. Por esta razón y porque fueron muy numerosas las imágenes que seguían esta línea iconográfica, con mucha seguridad, aquéllas intentaron intensificar el mensaje imperialista de unión territorial del Imperio. Una asociación que, sin duda alguna, se hubo de teorizar a partir de la actuación de las propias virtudes romanas (en especial, de las que tenían un carácter esencialmente público). En este contexto, si bien la figura alegórica de Mauretania se unió a una personalización de naturaleza que en lo particular era bastante distinta pues, dado que quedó representada por una figura masculina con atributos bélicos, contuvo una alusión de carácter fundamentalmente militar, en cierto sentido, el mensaje general fue muy parecido. Con todo, la defensa y el fortalecimiento militar fue un mensaje de alusión tremendamente imperialista. En concreto, Mauretania se exhibió ataviada con un atuendo militar, pues la túnica corta que viste así lo debía ser, como también lo fue el casco que en algunas de las monedas se representó sobre su cabeza. En este 6. 7.

RIC ii, 847-850. RIC ii, 296-329, 577, 838-847, 851-853, 861-907 y 912-966.

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sentido, también resulta de gran trascendencia la particularidad de que la alegoría apareciese sosteniendo dos jabalinas y, acompañada de un animal, de tradicional utilización en los combates, como fue el caballo. Éste se representó con las riendas tiradas por Mauretania8 o directamente montado en apariencia bélica9. La justificación de este tipo militar en las acuñaciones referentes a las provincias mauritanas, según se ha deducido, podría encontrarse en la importancia de puntuales insurrecciones10. Y así pudo serlo, pero dentro de este contexto bélico, la eventualidad de que en otras emisiones de alusión provincial apareciera junto a un vexillum, estandarte de exclusivo uso romano, llevando a cabo acciones oficiales de tradicional uso en el mundo romano11 (figs. 3-4), nos ha llevado a concluir que, con mucha probabilidad, el símbolo monetario no se relacionó directamente con los guerreros moros sublevados, como a priori cabría deducir. Por el contrario, a nuestro juicio, como ocurrió en el resto de casos, la representación alegórica debió personificar a la propia provincia romana. La efigie y sus características, en concreto, presentaron y personificaron a la sociedad mauritana como aquélla que destacaba por su deseo de mantener en paz el territorio. Al mismo tiempo, lograron divulgar la idea de que las milicias mauritanas no se habían visto afectado negativamente por las superadas sublevaciones y, por parto, se encontraban totalmente preparadas para reaccionar en cuanto se produjeran nuevos episodios insurgentes. Pero, al mismo tiempo la imagen de Mauretania trasmitió un mensaje general alusivo a la mencionada unión imperial, en la que esta provincia destacaba sobre el resto por estar determinada por dos particularidades fundamentales. De un lado, por su capacidad de defender las virtudes públicas de la Pax y la Securitas. Del otro, por sus propias peculiaridades de tipo cultural, simbolizadas, en este caso, a partir de la presencia de un caballo, que debió ser, en efecto, un animal enormemente identificativo de estas provincias. En esta línea interpretativa, resulta necesario, al mismo tiempo, tener en cuenta que el caballo no sólo era un animal importante desde el punto de vista militar y/o económico, sino que además contenía una notable alusión de carácter místico12. 8. 9. 10. 11. 12.

RIC ii, 854, 856-860. RIC ii, 855. Garzón Blanco (1991b), p. 103; Salcedo Garcés (1996), p. 203. RIC ii, 897-902. Salcedo Garcés (1996), p. 204.

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fig. 3  Sestercio acuñado bajo el imperio de Adriano cuyo reverso representa, en un lado, al propio emperador predicando a la figura alegórica de Mauretania, que se encuentra en el otro lado, y en el centro un altar humeante, detrás del cual se intuye la figura de un toro (RIC ii, 897, 898, 901 y 902).

fig. 4  Sestercio acuñado bajo el imperio de Adriano cuyo reverso representa, en un lado, al propio emperador predicando a la figura alegórica de Mauretania, que se encuentra en el otro lado, y en el centro un altar humeante, detrás del cual se intuye la figura de un toro. Mauritania se representa con el togado de cabeza de elefante (RIC ii, 899 y 900).

Teniendo en cuenta las particularidades de la tradición religiosa anterior y posterior a la ocupación romana, advertimos como, con alguna frecuencia, el caballo se puso en relación con una divinidad originada y fuertemente arraigada en territorio mauritano; en este caso, una divinidad masculina, no vinculada, al menos directamente, al mundo bélico. Nos referimos al dios local de la fertilidad Aulisua, al que los romanos además de invocar y venerar, junto a un escaso número de divinidades, como los Dii Mauri, dedicaron estelas votivas por todo el país13. Además, no se debe perder de vista que la representación del caballo se encontró presente en las emisiones monetarias circulantes en las Mauretaniae desde antes de la llegada de los romanos14. Estas circunstancias propiciaron que la sociedad romana se encontrase en estos momentos del imperio de Adriano familiarizada con esta tipología en lo referente al monetario procedente y representante de las Mauretaniae. Segundo tipo. Estaba constituido por aquéllas piezas monetarias que en sus reversos hicieron referencia a un acto que contenía una directa significación mística. Las leyendas de estas monedas estaban constituidas por las fórmulas ADVENTI AVG MAVRETANIA15. Por su parte, las tipologías presentaron unos muy complejos programas iconográficos, que al tiempo que contaban con una fuerte connotación de tipo religioso, también se con13. Lenoir (1986), pp. 295-302; Ouazghari (2005), p. 260. 14. Alexandropoulos (2007), pp. 141-4, 145, 150, 160-1, 168 y 178. 15. RIC ii, 897-902.

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virtieron en inmediatos testimonios publicitarios del viaje efectuado por Adriano. En concreto, estas emisiones presentaron la figura del emperador y de la alegoría en uno y otro lado de la moneda. En el centro del soporte monetario se representó la dinámica imagen de un altar humeante, encima del cual el personaje alegórico provincial extiende una pátera cultual. Teniendo en cuenta estas particularidades, resulta obvio que el mensaje trasmitido se incorpora dentro de un programa propagandístico bastante evidente, referido a la triunfal actuación del emperador en las provincias visitadas, donde los actos religiosos de tipo oficial (posiblemente una ceremonia englobada dentro del culto al emperador), ya debían contar con una trascendental tradición de celebración y, por consiguiente, debieron, a su vez, ser perfectamente acogidos por parte de la población indígena. En este caso, nuevamente, las intenciones del centro emisor y, sobre todo, de la élite que controló la producción monetaria del mismo deben ponerse en relación con la idea de unidad político-religiosa de todo el territorio imperial, destacando entretanto que cada una de las provincias era un espacio tremendamente singular. Siendo así, se explicaría por qué se realizaron distintas emisiones para representar cada una de las provincias y, no una única emisión que simbolizase todos los territorios visitados. En el caso concreto de Mauretania, en todas las series, Adriano apareció representado togado en el lado izquierdo. Mauretania, por su parte, se representó en el lado derecho, como una figura nuevamente masculina que, si bien ocupó el mismo espacio en la moneda que Adriano, es de menor tamaño (figs. 3-4). Esta desproporción de dimensiones, apreciable también en las emisiones que representaron al resto de provincias16, a nuestro parecer, debe interpretarse como un elemento gráfico-propagandístico que pretendía simbolizar al emperador como la entidad de mayor importancia. En cualquier caso, si Adriano se exhibió ataviado con una vestimenta oficial, la toga, Mauretania se representó vistiendo una túnica corta, con casco en algunas de las series17 y, en dos de ellas un tocado de cabeza de elefante que se distingue porque de él sobresale una larga y, sutilmente arqueada, trompa18. La alegoría provincial, en aquellas circunstancias, de nuevo volvió a definirse por su importancia militar, que queda asimismo completada porque junto a la figura, en su lado derecho, se representó un vexillum, de más altura que la propia personificación provincial. 16. RIC ii, 315-320 y 876-907. 17. RIC ii, 897 y 901-902. 18. RIC ii, 899 y 900.

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La presencia de la piel de elefante, también atestiguada en los tipos monetarios referentes a Africa19, podría contar con una alusión significativa mucho más compleja que la referente a la túnica corta o al casco, pues no se limitó únicamente a simbolizar un atributo de carácter militar. Es cierto que la representación del elefante fue asociada, desde época helenística, con el concepto de victoria y esta concepción fue traspasada muy pronto a la sociedad romana. Pero, al mismo tiempo, debió manifestar un símbolo de tipo religioso, no exclusivo de la Mauretania, pero sí repetidamente representado en la iconografía africana. Este símbolo destacó la fuerza animal del caballo, su vinculación solar derivada de la longitud de su trompa y, su majestuosidad y belleza emanada, entre otras cosas, de la presencia de sus colmillos en marfil20. Al mismo tiempo, la presencia del elefante podría beneficiarse también de una alusión desde el punto de vista geo-económico, pues según la visión subjetiva de la sociedad romana continental, los elefantes debieron ser animales destacados y tremendamente exóticos del relatado territorio. Hechos muy similares podrían deducirse también de la presencia de la imagen de un toro en la moneda, representado detrás del altar, con unas dimensiones mucho menores que las del resto de figuras, pero que pese a ello debió ser fácilmente identificable por lo destacado de su cornamenta. Al igual que caballo, el toro fue un animal cuyo culto se encontró, según han concluido algunos autores, muy extendido en territorio mauritano21 y que igualmente fue muy abundante en este país22. Tercer tipo. Se trata de una serie de piezas con la fórmula epigráfica EXERCITVS MAVRETANICVS como leyenda de reverso23. Un grupo que como característica principal destaca por sus referencias de carácter esencialmente militar y bélico y, en el que la alusión de naturaleza provincial abandona la representación alegórica constatada en el resto de emisiones. Esta habitual alusión fue sustituida por la imagen de varios soldados, teóricamente representantes de la milicia establecida en los territorios mauritanos. En concreto son dos emisiones las que afectaron a la Mauretania. Atestiguamos nuevamente la presencia del emperador, en este caso, ocupando la 19. RIC ii, 840-842 y 872-875. 20. Salcedo Garcés (1996), p. 204. 21. Álvarez de Miranda (1954), pp. 3-44; Gautier (1952), p. 39; Gozalbes Cravioto (1997). 22. Pol., xii, 2. 23. RIC ii, 924 y 925.

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fig. 5  Sestercio acuñado por Adriano cuyo reverso representa, en un lado, al propio emperador a caballo y predicando a tres soldados, situados en el otro lado de la moneda. Los soldados sujetan un águila, un vexillum y un estandarte (RIC ii, 924).

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fig. 6  Sestercio acuñado por Adriano cuyo reverso representa, en un lado, al propio emperador a caballo y predicando a cuatro soldados, situados en el otro lado de la moneda. Los soldados sujetan un águila, un vexillum y dos estandartes (RIC ii, 925).

mitad izquierda, con un tamaño superior al del resto de representaciones. Se exhibió a caballo, con vestimenta militar y predicando a varios soldados. Las figuras de éstos ocuparon la parte derecha del soporte monetario. En una primera serie, aparecieron tres soldados, uno de los cuales sujetaba un águila y el resto un estandarte cada uno24 (fig. 5). En una segunda serie, fueron cuatro los soldados que aparecieron representados25 (fig. 6). De nuevo, uno portando un águila, otro transportando un vexillum y el resto con un estandarte cada uno. No es casualidad que en una escena político-militar como debió ser la que recogían estas monedas, nos topemos con la presencia de elementos simbólicos de propaganda político-militar. Es el caso de los estandartes, el vexillum y/o el águila, cuyas representaciones también hemos atestiguado en la mayor parte de las monedas que englobaron el grupo con leyenda EXERCITVS y dedicadas al resto de provincias. A fin de cuentas, era precisamente la efigie de esta ave la que aparecía representada en los estandartes de los legionarios desplazados a lo largo del Imperio.

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