Giuseppe Capogrossi. L\'eterno presente
Descripción
1 -Superficie 512, 1963. Olio su tela, 300x200. Collezione Galleria d'Arte del Naviglio. Milano. 2 - Superficie 275, 1957. Olio su tela. 145x97. Collezione Galleria d'Arte del Naviglio. Milano.
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Le opere figurative dal 1930 al 1948 di Capogrossi. con fermano sin da allora la sua condizione di • diversità " ri spetto agli artisti suoi contem poranei . Già nei primi lavori , per tanto tempo dimenticati per volontà stessa dell'arti sta, appare la sua indipenden za dalle esperienze della .. Scuola di via Cavour .. e dal tonalismo. mescolato ad una nostalgia neoquattrocentesca, della .. Scuola di Roma ... Lo stato di sospensione dell'esi stenza è la r isposta di Capo
grossi all'orrore per l'esisten za di Scipione. all'inquiètudi ne dell'esistenza di Mafai e ai cerebrali rifugi dei meta · fisici. con una elaborazione che va dalla ricerca tonale ora idealizzata. ora materica. al recupero fauve del color-J. Le prime opere figurative sembrano assumere una col locazione laterale che sotto linea l'isolamento e la ao;->n rente mancanza di continuità con ~o sviluppo successivo del lavoro di Capogrossi che dal 1948 ha eliminato la fi
a cura di Francesco Moschini
COSTRUIRE N. 109 • 1978
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7 - Superficie 85, 1954, Olio su tela. 140x100. Collezione Galleria d'Arte dei Naviglio, Milano. 8 - Superficie 28, 1950-52. Olio su tel a. 220x74. Colle zione Studio S. Andrea. Mi lano. 9 - Superficie 317, 1959. Olio su tela. 130x158. Collezione Galleria d'Arte del Naviglio. M ilano. 1 Piena sul Tevere, 1934. Olio su tela 146x89. Collezio ne privata. Roma.
4 - Superficie 012. 1949. Olio su carta intelata, 43x61 ,5. Gal leria Nazionale d'Arte Moder na, Roma.
2 - Le due chitarre. 1948. Olio su tela, 145x1 00. Galle ria Nazionale d'Arte Moder na. Roma.
5 - Superficie 016. 1949. Olio su carta intelata, 61x42. Col lezione privata, Roma.
3 - Superficie 08, 1949 c. Olio su carta intelata 60x92. Collezione privata, Roma.
6 - Superficie 103, 1954~ Olio su tela, 159x193. Già Colle zione Everaert. Bruxelles.
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gurazione dalla tela, rinne gando i suoi lavori preceden ti alla ricerca del suo simbo lo caratterizzante, il segno a pettine . su cui fino al 1972, anno della sua morte, egli la vorerà con ossessiva ostina zione. çppure nelle due fasi della ricerca dell'artista, la figurativa e l 'astratta, compa iono elementi in comune. La rid uzione iconica portata all 'estremo nelle opere figu rative. dove punta su pochi dati per giungere ad uno sche matico elenco di cose ed og getti con un minimo d'infor mazione per lo spettatore e l'eliminazione di qualsiasi simbolismo. di qualsiasi con notazione metafisica o di so vraccarico culturale , sono da considerarsi i punti su cui si fonderà la ricerca successiva alla " conversione " · Essi sfo cieranno nella riduzione con clusiva del segno. sperimen tato in diverse variazioni. ma sempre uguale a se stesso con una vocazione all'elenco che ricerca una percezione immediata senza ulteriori ri mandi e nell 'esclusione di qualsiasi riferimento che la critica ha legato a quel tipico segno ora visto come eredità di un mondo primitivo, ora come eredità della cultur-a o rientale . A Capogrossi quel segno interessava nel suo modo di darsi allo spettatore per fermare la riflessione al l'interno dell'opera su puri rapporti visivi. Le opere figurative sono te nute in una specie d'isolamen to spaziale dovuto all 'elemen tarietà deli 'impaginazione prospettica fatta di orizzon tali e verticali in cui interven gono poi elementi anomali che ci indicano come l'artista punti su una chiar ezza di strut tura all 'interno della quale o perano forze in libertà come smagliature in una trama pre cisa. Lo spazio suo non è al lora ùn fatto a priori ma è costruito. Ugualmente lo spazio delle opere segniche è dato dal disporsi impreve dibile del segno all 'interno di una maglia rigorosa sempre leggibile come sottofondo . Il tempo delle opere figurative è inteso come stasi , immo bile e immutabile senza con siderazioni di tipo romantico , cu i si può reagire con la so la " Indifferenza ». Il tempo
a cura di Francesco Moschini
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di Francesco Moschini
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delle opere successive è ad dirittura annullato. non esiste un prima o un dopo , solo un eterno presente e nella ,di versità delle occasioni e nel la costrizione alla variazione l'artista riscatta e giustifica l'esistenza de ll'opera. Fare l'opera e vederla sono i fatti essenziali che interessa no l'artista che oppone così la pittoricità in assoluto del suo segno. ma i di origine grafica. sempre pittorico, come stato di sospensione. come rifug io in un paradiso perduto. all'ur genza vita listica dei contem poranei tag li della tela di Fon tana e agli splendori fatti di pauperismo di Burri. Il segno nasce pe r scissione di quel le ce llule elementari di cui si compone il quadro e si attua
poi un 'azione di attrazione repulsione tra quei corpi scis si tesi in un tentativo di com pletamento reciproco che rende ambigua la loro appar tenenza alla parte singola o alla struttura dell'opera. l segni, senza una successio ne crono logica, cominciano poi a co llocarsi come in un campo magnet ico, calamitati da invisibi li poli di attrazione sino a deformarsi e a caricar si di un senso iconografico. biomorfico che rievoca figu re stranissime, ambigui sen t ieri, itinerari visivi come ne gativo del loro schierarsi. pa zienti e serrate composizio ni. Capogrossi giungeva così alla stratificazione dell'opera zione pittorica. accentuando la bidimensiona lità nella tela.
1 - Superficie 583. 1966. Ri lievo, 75x65. Collezione Gal leria d'Arte del Naviglio. Mi lano.
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2 - Superficie 600. 1967. Olio su tela. H8x105. Collezione privata, Roma. 3 - Superficie 690, 1970. Ri· llevo 71X62. Collezione priva· ta, Roma. 4 - Superficie 693. 1970. Ri· lievo, 61 x38. Collezione pri vata. Roma.
evitando integrazioni tra fon do e figure-segni perché tutto risultasse come lavoro di ri taglio e di sovrapposizione, portando infine il segno a de clinarsi in tutti i modi sino a perdere il valore di traccia per diventare, con un impre vedibile trasformisrno, fondo, figura. colore, trama, ritmo, struttura, vuoto e pieno in una continua decontestual izzazio ne che evitava ogni sedimen tazione o assuefazione visiva con una continua rimessa in discussione che dava come risu ltato un bricolage osses sivo che riduceva l'esist enza a frammento invece che iti nerario di successioni con trollate. FRANCESCO MOSCHINI
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