Giuseppe Capogrossi. L\'eterno presente

July 25, 2017 | Autor: Francesco Moschini | Categoría: Modern Art, Giuseppe Capogrossi, Arte Moderna
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Descripción

1 -Superficie 512, 1963. Olio su tela, 300x200. Collezione Galleria d'Arte del Naviglio. Milano. 2 - Superficie 275, 1957. Olio su tela. 145x97. Collezione Galleria d'Arte del Naviglio. Milano.

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Le opere figurative dal 1930 al 1948 di Capogrossi. con­ fermano sin da allora la sua condizione di • diversità " ri­ spetto agli artisti suoi contem­ poranei . Già nei primi lavori , per tanto tempo dimenticati per volontà stessa dell'arti­ sta, appare la sua indipenden­ za dalle esperienze della .. Scuola di via Cavour .. e dal tonalismo. mescolato ad una nostalgia neoquattrocentesca, della .. Scuola di Roma ... Lo stato di sospensione dell'esi­ stenza è la r isposta di Capo­

grossi all'orrore per l'esisten­ za di Scipione. all'inquiètudi­ ne dell'esistenza di Mafai e ai cerebrali rifugi dei meta · fisici. con una elaborazione che va dalla ricerca tonale ora idealizzata. ora materica. al recupero fauve del color-J. Le prime opere figurative sembrano assumere una col­ locazione laterale che sotto­ linea l'isolamento e la ao;->n­ rente mancanza di continuità con ~o sviluppo successivo del lavoro di Capogrossi che dal 1948 ha eliminato la fi­

a cura di Francesco Moschini

COSTRUIRE N. 109 • 1978

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7 - Superficie 85, 1954, Olio su tela. 140x100. Collezione Galleria d'Arte dei Naviglio, Milano. 8 - Superficie 28, 1950-52. Olio su tel a. 220x74. Colle­ zione Studio S. Andrea. Mi­ lano. 9 - Superficie 317, 1959. Olio su tela. 130x158. Collezione Galleria d'Arte del Naviglio. M ilano. 1 Piena sul Tevere, 1934. Olio su tela 146x89. Collezio­ ne privata. Roma.

4 - Superficie 012. 1949. Olio su carta intelata, 43x61 ,5. Gal­ leria Nazionale d'Arte Moder­ na, Roma.

2 - Le due chitarre. 1948. Olio su tela, 145x1 00. Galle­ ria Nazionale d'Arte Moder­ na. Roma.

5 - Superficie 016. 1949. Olio su carta intelata, 61x42. Col­ lezione privata, Roma.

3 - Superficie 08, 1949 c. Olio su carta intelata 60x92. Collezione privata, Roma.

6 - Superficie 103, 1954~ Olio su tela, 159x193. Già Colle­ zione Everaert. Bruxelles.

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gurazione dalla tela, rinne­ gando i suoi lavori preceden­ ti alla ricerca del suo simbo­ lo caratterizzante, il segno a pettine . su cui fino al 1972, anno della sua morte, egli la­ vorerà con ossessiva ostina­ zione. çppure nelle due fasi della ricerca dell'artista, la figurativa e l 'astratta, compa­ iono elementi in comune. La rid uzione iconica portata all 'estremo nelle opere figu­ rative. dove punta su pochi dati per giungere ad uno sche­ matico elenco di cose ed og­ getti con un minimo d'infor­ mazione per lo spettatore e l'eliminazione di qualsiasi simbolismo. di qualsiasi con­ notazione metafisica o di so­ vraccarico culturale , sono da considerarsi i punti su cui si fonderà la ricerca successiva alla " conversione " · Essi sfo­ cieranno nella riduzione con­ clusiva del segno. sperimen­ tato in diverse variazioni. ma sempre uguale a se stesso con una vocazione all'elenco che ricerca una percezione immediata senza ulteriori ri­ mandi e nell 'esclusione di qualsiasi riferimento che la critica ha legato a quel tipico segno ora visto come eredità di un mondo primitivo, ora come eredità della cultur-a o­ rientale . A Capogrossi quel segno interessava nel suo modo di darsi allo spettatore per fermare la riflessione al­ l'interno dell'opera su puri rapporti visivi. Le opere figurative sono te­ nute in una specie d'isolamen­ to spaziale dovuto all 'elemen­ tarietà deli 'impaginazione prospettica fatta di orizzon­ tali e verticali in cui interven­ gono poi elementi anomali che ci indicano come l'artista punti su una chiar ezza di strut­ tura all 'interno della quale o­ perano forze in libertà come smagliature in una trama pre­ cisa. Lo spazio suo non è al­ lora ùn fatto a priori ma è costruito. Ugualmente lo spazio delle opere segniche è dato dal disporsi impreve­ dibile del segno all 'interno di una maglia rigorosa sempre leggibile come sottofondo . Il tempo delle opere figurative è inteso come stasi , immo­ bile e immutabile senza con­ siderazioni di tipo romantico , cu i si può reagire con la so­ la " Indifferenza ». Il tempo

a cura di Francesco Moschini

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delle opere successive è ad­ dirittura annullato. non esiste un prima o un dopo , solo un eterno presente e nella ,di­ versità delle occasioni e nel­ la costrizione alla variazione l'artista riscatta e giustifica l'esistenza de ll'opera. Fare l'opera e vederla sono i fatti essenziali che interessa no l'artista che oppone così la pittoricità in assoluto del suo segno. ma i di origine grafica. sempre pittorico, come stato di sospensione. come rifug io in un paradiso perduto. all'ur­ genza vita listica dei contem­ poranei tag li della tela di Fon­ tana e agli splendori fatti di pauperismo di Burri. Il segno nasce pe r scissione di quel le ce llule elementari di cui si compone il quadro e si attua

poi un 'azione di attrazione­ repulsione tra quei corpi scis­ si tesi in un tentativo di com­ pletamento reciproco che rende ambigua la loro appar­ tenenza alla parte singola o alla struttura dell'opera. l segni, senza una successio­ ne crono logica, cominciano poi a co llocarsi come in un campo magnet ico, calamitati da invisibi li poli di attrazione sino a deformarsi e a caricar­ si di un senso iconografico. biomorfico che rievoca figu­ re stranissime, ambigui sen­ t ieri, itinerari visivi come ne­ gativo del loro schierarsi. pa­ zienti e serrate composizio­ ni. Capogrossi giungeva così alla stratificazione dell'opera­ zione pittorica. accentuando la bidimensiona lità nella tela.

1 - Superficie 583. 1966. Ri­ lievo, 75x65. Collezione Gal­ leria d'Arte del Naviglio. Mi­ lano.

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2 - Superficie 600. 1967. Olio su tela. H8x105. Collezione privata, Roma. 3 - Superficie 690, 1970. Ri· llevo 71X62. Collezione priva· ta, Roma. 4 - Superficie 693. 1970. Ri· lievo, 61 x38. Collezione pri­ vata. Roma.

evitando integrazioni tra fon­ do e figure-segni perché tutto risultasse come lavoro di ri­ taglio e di sovrapposizione, portando infine il segno a de­ clinarsi in tutti i modi sino a perdere il valore di traccia per diventare, con un impre­ vedibile trasformisrno, fondo, figura. colore, trama, ritmo, struttura, vuoto e pieno in una continua decontestual izzazio­ ne che evitava ogni sedimen­ tazione o assuefazione visiva con una continua rimessa in discussione che dava come risu ltato un bricolage osses­ sivo che riduceva l'esist enza a frammento invece che iti­ nerario di successioni con­ trollate. FRANCESCO MOSCHINI

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