Crisi del Trecento
Descripción
La crisi del Trecento 1) Guerra dei Cento Anni (1339-1453): originata da motivazioni dinastiche (Edoardo III re d'Inghilterra è nipote di Filippo II il Bello) e di carattere economico (l'Inghilterra vuole controllare le Fiandre per il commercio della lana), questo conflitto vede in una prima fase il predominio militare inglese, con le vittorie di Crécy (1346), Calais (1347) e Maupertuis (1356), dovute alla superiorità degli arcieri e della fanteria inglese. La Francia precipita nel caos, dovuto anche a rivolte cittadine (Parigi, 1358) e di contadini (Jacquerie, 1358), provocate dalle carestie, dall'eccessiva pressione fiscale e dalle richieste di prestazioni d'opera gratuite: le rivolte sono soffocate nel sangue dalla nobiltà. Dal 1382, al conflitto con gli Inglesi si unisce il Francia lo scontro fra i sostenitori dei Duchi di Borgogna (regione francese lungo il Reno) che aspirano a impadronirsi delle Fiandre e i sostenitori dei Duchi di Orléans, reggenti del re Carlo VI divenuto folle (conflitto fra Borgognoni e Armagnacchi). Nel 1415, l'ennesima gravissima sconfitta dei francesi presso Azincourt provoca l'alleanza dei Borgognoni con l'Inghilterra, e l'occupazione di Parigi e della Normandia da parte inglese. Il nuovo re francese, Carlo VII, sostenuto dagli Armagnacchi, viene salvato dall'intervento di GIOVANNA D'ARCO, una giovane contadina che, grazie alle sue visioni mistiche, infonde nuovo spirito di resistenza e di lotta nei Francesi, portandoli alla liberazione di Orléans (1429) ed all'incoronazione del re a Reims. Nel 1431, Giovanna viene fatta prigioniera e quindi condotta al rogo a Rouen, sotto accusa di eresia e di stregoneria. Da questo momento tuttavia la Francia recupererà poco a poco il terreno perduto, riconciliandosi con i duchi di Borgogna, rioccupando i territori di Normandia e Guienna, per cui il conflitto si esaurirà. Conseguenze del conflitto: importanza delle armi da fuoco e delle truppe mercenarie; enormi devastazioni e sommovimenti sociali, dovuti anche alla lunghezza della guerra; rafforzamento delle monarchie nazionali inglese e francese. 2) Crisi del Papato (1309-1417). Fra il 1309 e il 1377, a seguito dello scontro fra i monarchi francesi ed il papa, la Santa Sede viene trasferita ad Avignone, sotto controllo francese, dove dilagano corruzione, nepotismo e dipendenza dal potere politico (cattività avignonese). Dopo il rientro a Roma, ottenuto da Gregorio XI, anche grazie alle suppliche di S. Caterina da Siena, inizierà il Grande Scisma d'Occidente (1378-1417), dovuto all'opposizione dei cardinali francesi all'elezione di papa Clemente VII, per cui si assisterà per decenni alla nomina di papi e antipapi. Con il Concilio di Costanza del 1418, voluto dall'imperatore Sigismondo re d'Ungheria, si riaffermerà l'unità della Chiesa: i papi in lotta saranno deposti e salirà al soglio Martino V. Si vuole così tentare anche la riforma della Chiesa ed il consolidamento dei suoi dogmi. I riformatori boemi Giovanni Hus e Girolamo da Praga, che si ispirano anche alle idee dell'inglese John Wycliff, vengono arsi sul rogo come eretici a Praga (1415): il movimento hussita avrà un'importanza fondamentale in Europa come predecessore della Riforma luterana. Nel 1439, si gettano le basi di una Chiesa nazionale francese con la Prammatica Sanzione. Conseguenze: fallimento delle riforme; consolidamento di un papato secolarizzato; fondazione di chiese regionali o nazionali, dipendenti dal potere politico.
3) Un acceleratore della crisi: la peste (1347) Dopo l'affermazione dell'impero mongolo nell'Asia centrale fino alla Russia meridionale, si ripristina la “via della seta”, dalla Cina al Mediterraneo. Seguendo proprio questa via, probabilmente, l'epidemia si diffuse raggiungendo nel 1346 la colonia genovese di Caffa, in Crimea. Da qui una nave carica di topi infetti dal bacillo di Yersin passò al quartiere mercantile di Pera, a Costantinopoli, quindi a Messina e a tutta la Sicilia, infine a Marsiglia, dilagando poi in tutta Europa, salvo qualche singolare eccezione come la Lombardia e i Paesi Bassi. Una seconda epidemia (1360), aggravò la terribile situazione europea. Conseguenze: calo demografico stimato in oltre terzo: da circa 80-90 milioni di abitanti, l'Europa tornò a superare la soglia di 50-60 milioni solo dopo il 1450; spopolamento delle città e riduzione della produzione e dei commerci; disordine dei prezzi (oscillazioni molto forti); rivolte contadine in Francia, Inghilterra, Paesi Bassi e Italia; terrore collettivo, sfiducia, fenomeni di fanatismo. 4) Il Trecento in Italia La frammentazione politica italiana vede nell'Italia Centro-settentrionale alcuni fenomeni essenziali: a) la progressiva creazione delle Signorie, vale a dire l'affermazione di alcune forti personalità nelle città più importanti, come Verona, Milano, Firenze. È il caso di: Cangrande della Scala a Verona (1311-1329); di Milano, dove si afferma la famiglia dei Visconti, dapprima con Matteo (1311-1322), poi con l'arcivescovo Giovanni Visconti (1349-1354) che sottomette Bologna e Genova, e soprattutto con Gian Galeazzo (1385-1402) che crea il Ducato di Milano; di Firenze, dove, dopo la repressione della rivolta dei Ciompi (1378), si assiste all'espansione territoriale guidata dalle grandi famiglia, tra cui gli Albizzi e i Medici. b) lo sviluppo della Repubblica Veneta che nel 1339 attua la prima conquista in terraferma (Treviso) e poi muove guerra a Genova (1378-1381) per il predominio commerciale in Oriente. Espandendosi nell'odierno Triveneto, Venezia entra anche in competizione con Milano. c) Regno di Napoli: dapprima assistiamo allo splendore della corte di Roberto d'Angiò (1309-1343), che estende la sua influenza politica come capo del partito guelfo. Alla sua morte, tuttavia, le lotte per la successione vedono il susseguirsi di devastazioni e conflitti, fino a quando, per meccanismi ereditari, nella lotta fra i d'Angiò e gli Aragonesi, Alfonso V di Aragona conquisterà il regno di Napoli, grazie all'appoggio dei Visconti (1442). Si determina la decadenza economica e l'assenza di una borghesia mercantile come quella che si è affermata nell'Italia centro-settentrionale. d ) Cola di Rienzo (1347-1354), esperimento spirituale e rivoluzionario che intende porre Roma di nuovo al centro della Cristianità e l'Italia di nuovo intorno a Roma, nel nome di una resurrezione della grandezza romana, alimentata dall'ispirazione dello Spirito Santo, contro la corruzione della Chiesa e lo spadroneggiare dei signori locali. Esperimento destinato a fallire tragicamente, ma che viene inteso nel Risorgimento come esempio di italianità. Conseguenze: trasformazione dei Comuni nelle Signorie; separazione della storia del centro-nord da quella del meridione italiano; diffusione delle compagnie di ventura e dei cosiddetti condottieri; ingerenza di dinastie straniere in Italia.
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