Case Giapponesi

September 28, 2017 | Autor: S. Liotta | Categoría: Housing, Japan, Japanese Architecture
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Descripción

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il giornale dell’aRCHITETTURA Numero 114, estate 2013

Le segnalazioni di questo numero

Qualche anno addietro del Giappone venivano spesso mostrate immagini di case minimaliste in equilibrio fra rigore geometrico, vuoto zen, uso di cemento e vetro. Oggi qualcosa è cambiato. La presente collezione di opere firmate da under 40, rappresenta un filone emergente che cerca di connettere architettura e natura, pubblico e privato. Realizzazioni caratterizzate da modi intelligenti di confrontarsi con la rigidità delle norme edilizie e di adattarsi a piccoli lotti e budget ridotti. Forti della capacità di articolare liberamente lo spazio e innescare inedite relazioni fra abitanti e quartiere, tali progetti sono definibili come new innocence. Nell’immediato dopoguerra il Sol Levante abbraccia una cultura di sfrenato consumismo che decreta la marginalità di certe pratiche sociali e tradizioni costruttive. L’architettura si adegua all’International Style e all’impiego del cemento per costruire in economia e con qualità. Ciò determina una progressiva chiusura verso il contesto urbano e una certa perdita della flessibilità spaziale. Oggi, dopo la crisi successiva agli eventi del marzo 2011, i giapponesi stanno provando sia a ridisegnare i rapporti interpersonali che a recuperare uno stile di vita più naturale attraverso bassi consumi, uso contenuto del suolo e piccole dimensioni. Con un’obsolescenza media di 25 anni, le abitazioni private sono un indicatore delle continue trasformazioni in atto nell’economia e nella società giapponese.

Più che spazi con funzioni e gerarchie definite, i lavori di Shinozaki, mA-style, ALTS, MiCo e Hosaka narrano un’architettura fatta di sequenze, atmosfere, spazi con una voluta indeterminatezza che permette di essere liberamente completata dagli abitanti. La casa H è una casa-simbolo per una famiglia che crede nel futuro: da qui l’idea del tetto unico sotto cui stare tutti insieme. I pilastri in legno mimano le forme dei rami degli alberi e conferiscono dinamismo alla pianta libera. La casa T presenta «palchi fluttuanti, dove i proprietari vivono come se la loro vita fosse una rappresentazione». Le piattaforme ad altezze differenti ospitano ambienti contigui, connessi attraverso aperture che inquadrano le attività. La casa Ant è invece una casa nella casa, un luogo dove ritirarsi ma dal quale sentire la presenza degli altri abitanti. La casa Aisho tratta il tema poco comune della casa bifamiliare. Lo spazio si articola attorno a un nakaniwa, giardino interno caro alla tradizione giapponese: «seppur ogni famiglia utilizza metà dell’abitazione, esse possono sentire di stare sotto lo stesso cielo». Nella casa Kofunaki lo spazio interno è un luogo pensato per percepire il passaggio delle stagioni: di fatto si tratta anche qui di un nakaniwa sul quale si aprono gli ambienti interni e dove si creano forme d’interazione inedite fra gli abitanti. A Komazawa i progettisti rinnovano una casa in legno dividendola in due e aggiungendovi una piccola parte. Gli interstizi fra i nuovi volumi filtrano aria e luce. L’opera affron-

ta un tema che potenzialmente interessa circa 30 milioni di case a ciclo di vita limitato, su cui sarebbe facile intervenire vista la tipica struttura modulare. Nella casa Byobugaura il progettista codifica il paesaggio informale dell’area circostante e dà vita a un’architettura sofisticata ma semplice, composta da pavimenti curvati in prossimità delle finestre così da diffondere luce e offrire privacy. Nella casa Outside In, egli incorpora il paesaggio sia verticalmente che orizzontalmente, secondo una narrazione fatta di sequenze e gradualità. Gli ambienti, grazie al layering, offrono una percezione spaziale continua; una volta messi in relazione con gli elementi naturali e con il quartiere, invece che racchiudere uno spazio definito si aprono al divenire. Connessione fluida interno-esterno, partizioni mobili, linee semplici, geometrie flessibili ma anche sperimentazione; volumi sospesi, giardini interni, interesse nella riscoperta di materiali naturali, compattezza: elementi che conferiscono un aspetto sobrio alle abitazioni ma soprattutto evidenziano uno stile essenziale e un’estetica della semplicità propria del Sol Levante. n Salvator-John A. Liotta Architetto e senior researcher Università di Tokyo, co-autore del volume «Patterns and Layering: Japanese Spatial Culture, Nature, and Architecture» (Gestalten, 2012)

Casa a Komazawa Park

Casa Ant

La riconfigurazione di un’abitazione preesistente avviene attraverso un taglio che suddivide il volume unitario in due blocchi e attraverso l’annessione di un piccolo ampliamento a lato. La struttura lignea tipica delle case locali ha consentito la modifica della volumetria per l’inserimento della spaccatura vetrata: del telaio originario, infatti, è stato possibile eliminare travi e pilastri per annetterne di nuovi. Tali interventi costituiscono un riferimento per il quartiere, in quanto risolvono i problemi di soleggiamento generati dall’alta densità abitativa. L’unico lato libero adiacente alla proprietà momentaneamente destinato a campo verrà infatti lottizzato per la realizzazione di un’altra unità abitativa.

All’esterno un cubo nero dal rivestimento metallico che scherma completamente il campo visivo; all’interno lo spazio si veste del giallo vivido di pannelli in compensato di larice. Si presenta come nascondiglio questa casa vissuta da una coppia di sposi e dai loro tre figli: uno spazio ambiguo, trasversale, con aperture e tagli che permettono sempre alle persone di vedersi attraverso scorci accidentali. Il primo ambiente in ingresso è uno stretto vano rettangolare con armadiature laterali; l’area da pranzo è a doppia altezza, affaccio per un soppalco dal vertiginoso parapetto; la cucina, il bagno, una micro zona studio, scaffalature varie e pareti attrezzate fiancheggiano quest’area, distribuite da una stanza-corridoio. La stretta scala in legno conduce al livello delle stanze da letto. Un’unità indipendente è sospesa a un livello intermedio tra il piano terra e il primo: stanza singola con soffitto a capanna, casa nella casa.

Localizzazione: Tokyo Progetto: MiCo (Mizuki Imamura e Isao Shinohara) Strutture: Tatsumi Terado Structure Studio Superficie: 72,14 mq Cronologia: completamento 2011 Foto: Takashi Suo, Koichi Torimura Web: http://micomico.co.jp

Localizzazione: Omaezaki-City (Shizuoka) Progetto: mA-style Architects (Atsushi e Mayumi Kawamoto) Superficie: 241,13 mq Cronologia: marzo 2012 Costo: 158.970 euro Foto: Kai Nakamura Web: www.ma-style.jp

Casa T

Casa H

La ridotta superficie del lotto implica lo sviluppo verticale dello spazio abitato. La residenza-atelier di una giovane coppia nel centro di Tokyo funziona come le scaffalature di una libreria: arredi mobili come libri esposti su ciascuna mensola definiscono soggiorno, pranzo, cucina e camere da letto. L’illuminazione arriva dall’alto ai ripiani sottostanti, connessi da enormi aperture rettangolari nelle pareti e nei solai. Gli spazi del volume cubico sono sospesi e si espandono a 360°. Il primo livello si raggiunge tramite una scala-arredo in legno, completamente mobile. Lampade di diverse lunghezze pendono attraverso i fori e una scaletta finale conduce a un terrazzo sul tetto. Strutturalmente, ogni ripiano è collegato a colonne e travi in cemento armato: il sistema telaio-mensola lavora non solo come soluzione strutturale ma anche come dispositivo di supporto alla distribuzione e alle esigenze della vita quotidiana. In alcuni tratti è corrimano, parapetto o soglia, altrove diventa ballatoio o piano di lavoro e il pavimento diventa scrivania, in un gioco astratto di sovvertimenti tra sotto e sopra.

La costruzione, interamente in legno, è organizzata su una trama ripetitiva di 8 colonne-albero a Y che delineano tre separate sezioni e altezze dell’abitazione, interconnesse da una piattaforma interstiziale. Un grande tetto, sostenuto dal telaio di pilastri, richiama l’iconografia vernacolare della casa a capanna; gli fa da contrappunto una reinvenzione della sequenza tradizionale degli spazi interni. La casa è pensata per le esigenze di una giovane coppia con bambino, in una zona residenziale alla periferia di Tokyo. Al pianto terra la piattaforma in cemento a vista viene interrotta da un piano leggermente rialzato in legno su cui soggiorno, sala da pranzo e cucina sono organizzati dal layout a griglia delle colonne portanti; una terrazza a forma di L è posizionata sul retro e avvolge la parte posteriore della zona pranzo. Gli spazi accessori nidificano sui rami degli alberi stilizzati. Due camere da letto al secondo livello sono sospese a mezz’aria tra i bracci delle Y e al di sopra di ciascuna i lucernari garantiscono illuminazione e ventilazione naturale.

Localizzazione: Tokyo Progetto: Hiroyuki Shinozaki Architects Committente: Privato (giovane coppia) Strutture e impianti: Tatsumi Terado Structure Studio Dati quantitativi: superficie del lotto 70,31 mq; superficie coperta 37,33 mq; superficie lorda di pavimento 75,62 mq Cronologia: maggio 2011-maggio 2012 Foto: Hiroyasu Sakaguchi, Hiroyuki Shinozaki Architects Web: www.shnzk.com

Localizzazione: Matsudo (Chiba) Progetto: Hiroyuki Shinozaki Architects Strutture: Tatsumi Terado Structure Studio Dati quantitativi: superficie del lotto 162 mq; superficie coperta 64 mq; superficie lorda di pavimento 115 mq Cronologia: settembre 2011-novembre 2012 Foto: Fumihiko Ikemoto Web: www.shnzk.com

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Le nuove case giapponesi sono piccole, essenziali, poetiche

il giornale dell’aRCHITETTURA Numero 114, estate 2013

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Le segnalazioni di questo numero Casa Aisho

Casa Kofunaki

Condivisione e separazione sono gli opposti principi che guidano il progetto della villa bifamiliare la cui pianta si sviluppa simmetricamente rispetto a un asse centrale, materializzato da una parete lignea che divide a metà un ampio patio centrale, su cui si affacciano tutti gli ambienti di entrambe le unità abitative. Lo spazio domestico mantiene così un’intimità raccolta verso il cortile interno; la sola presenza di un albero interrompe la parete divisoria e consente scorci incrociati fra le due proprietà. Negli ambienti interni, connotati da rigore, il legno chiaro e l’intonaco bianco riflettono la luce accentuando l’essenzialità. Una scala a pioli collega l’area soggiorno all’area notte.

La ricerca del massimo contatto con la natura ha motivato le scelte progettuali della casa in cui materiali naturali come il legno, utilizzato anche per gli elementi strutturali, si alternano a piccoli orti inclusi all’interno dello spazio abitativo. La vegetazione in questo caso ha una configurazione che richiama per tipologia e forma il giardino zen, e si propone come una caratteristica che integra gli elementi architettonici. La scelta della massima apertura e trasparenza fra gli ambienti disposti su più livelli consente una percezione continua delle piante e della loro vita. La presenza di luce necessaria alla crescita della vegetazione interna è garantita dalle ampie aperture e dai lucernai, nonché accentuata dalla scelta del colore bianco e dal legno chiaro per i rivestimenti delle pareti e della pavimentazione. Al di sotto della copertura il controsoffitto del primo piano delimita tre volumi a falde inclinate che suddividono il livello in tre ambienti: il più grande al centro e i due laterali di dimensioni minori.

Localizzazione: Shiga Progetto: Alts Design Office (Sumiou Mizumoto e Yoshitaka Kuga) Committente: privato Superficie di progetto: 169,76 mq Cronologia: completamento maggio 2013 Foto: Yuta Yamada/ Fujishokai Web: http://altsdesign.com

Localizzazione: Shiga Progetto: Alts Design Office (Sumiou Mizumoto e Yoshitaka Kuga) Superficie: 132,31 mq Cronologia: completamento marzo 2012 Foto: Yuta Yamada/ Fujishokai Web: http:// alts-design.com

Casa Outside in Pensata per una giovane coppia con tre figli, sorge in un’area suburbana a bassa densità, adiacente a campi agricoli e terreni boschivi popolati da una grande varietà di animali selvatici. Desiderio dei clienti è la permeabilità della dimora ai suoni e agli elementi della natura. Sul lato sud, pannelli di vetro si ripiegano su se stessi e scivolano da parte a parte per trasformare una sala interna in un giardino coperto. La struttura del tetto seghettata individua una serie di ampie strisce sulla larghezza di 8 m, a cui corrispondono

sala da pranzo, cucina soggiorno, camere da letto e una fila di bagni. Gli ambienti sono immersi nella luminosità morbida che penetra dalla parete di fondo vetrata e dai pannelli acrilici trasparenti, posizionati tra le travi a V. Le ermetiche pareti in calcestruzzo a vista contrastano con gli arredi fissi in legno. Lo spazio, non immediatamente intimo per la somiglianza ad architetture industriali o laboratori artigianali, nel suo svelarsi durante il giorno acquisisce un senso di domesticità essenziale.

Localizzazione: Yamanashi Progetto: Takeshi Hosaka Architects Committente: Seiichiro Kawaguchi Strutture: Hirofumi Ohno Cronologia: progetto 2010, costruzione giugno 2010-aprile 2011 Superficie: 102,14 mq Foto: Koji Fujii / Nacasa & Partners Inc. Web: www.hosakatakeshi.com

Casa a Byobugaura

Casa Daylight

Su un sito edificabile di circa 60 metri quadrati, con un ingombro ammissibile di soli 30 metri quadrati, l’unica strategia per raggiungere standard abitativi adeguati ad una coppia con due figli era costruire verso il basso, aumentando così di un terzo la superficie calpestabile. Solai in cemento ripiegano ai bordi, in corrispondenza delle finestre a nastro: i pavimenti curvi permettono alla luce naturale e all’aria di penetrare nell’edificio, fino a livello seminterrato. Tre bande uguali vetrate suggeriscono esternamente una costruzione ordinaria, ma l’architettura rivela interni fluidi, con arredi fissi entro un dinamico paesaggio domestico. Gli elementi di questo inaspettato “housescape” dividono funzionalmente lo spazio senza partizioni e aggiungono al calore del legno lucido il contrasto vitale con l’intradosso grigio dei solai. Una scala spiraliforme in acciaio inox scintilla scultorea ed eccentrica attraverso il pavimento curvo; ne risulta un cerchio deformato che esalta la dimensione tattile e scultorea del calcestruzzo. Viene voglia di adagiarsi sulle superfici senza poter distinguere tra orizzontalità e verticalità.

Nell’impossibilità di trovare scorci aperti sui fronti, occlusi da un contesto ad alta densità abitativa, la casa si apre verso l’alto con una copertura ideata come dispositivo cattura-luce. Lo spazio domestico progettato per una famiglia composta da padre, madre e due figli si trasforma così in una sorta di osservatorio celeste. Il soffitto, infatti, è stato pensato come un diaframma modulare costituito all’interno da volte in acrilico traslucido che diffondono la luce captata dai lucernari esterni, consentendo di avere luce diffusa e la necessaria privacy. L’atmosfera metafisica degli interni è accentuata dai materiali di pareti e pavimentazione: pannelli

Localizzazione: Yokohama Progetto: Takeshi Hosaka Architects Committente: Toshiyuki Kondo Strutture: Kenji Nawa Dati quantitativi: Sito 65.16 mq Superficie Coperta 30.28 mq Superficie di pavimento 90.84 mq Altezza edificio 5.49 m Cronologia: Progetto Marzo 2011 – Settembre 2011, Costruzione Primavera 2012: Foto: Koji Fujii / Nacasa&Pertners Inc. Web: www.hosakatakeshi.com

in compensato di larice chiaro e resina che contribuiscono alla propagazione della luce proveniente dalle aperture superiori. Per consentire una migliore distribuzione della luce zenitale anche le pareti divisorie interne si arrestano a metà altezza. Localizzazione: Yokohama Progetto: Takeshi Hosaka Architects Committente: privato (Keido Nishimoto) Strutture: Hirofumi Ohno Cronologia: progetto febbraio 2010, completamento marzo 2011 Foto: Koji Fujii-Nacasa & Partners Web: www.hosakatakeshi.com

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