ARQUITECTURA FUNERARIA DEL VINALOPÓ: Los cementerios en los siglos XIX-XX

September 2, 2017 | Autor: J. Simón García | Categoría: Arquitectura, Cementerios Patrimoniales
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Descripción

© 2013 CICOP Italia. Tutti i diritti riservati. Atti del 2° Congresso Specialistico Internazionale sui Cimiteri Monumentali: Conoscenza, Conservazione e Restyling Autori vari Pubblicato da: CICOP Italia Centro Internazionale per la Conservazione del Patrimonio Architettonico - Italia www.cicop.it [email protected] [email protected] Anno di pubblicazione: 2013 Numero di edizione: 1 ISBN 978-88-909116-1-3

Sommario / Summary Annuncio Announcement Programme

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Key Note Lectures Aykut Erkal, Hakkı Özhan Engineering Risk Assessment and Cultural Analyses of Historic Nisanci Hamza Pasa Tomb in Istanbul 1 Grazia Gobbi Sica I cimiteri evangelici di Firenze Oddbjørn Sørmoen Multicultural aspects of Scandinavian cemeteries

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Lectures Donato Cosenza, Chiara Sasso Quando le chiese di Taranto erano anche luoghi di sepoltura: le chiese intra moenia

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Annalisa Dameri Onorare i defunti. Rispettare i viventi. Igiene e decoro nella citta’ ottocentesca

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Daniela De Biase, Tiziana Iacobacci L’umanizzazione dei cimiteri multiculturali attraverso l’uso funzionale del colore 49 Pierfrancesco Fiore The evolution of tombs: some significant cases of cemetery architecture

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Jose Frances Martí, José Luis García Simón, Santiago Varela Botella Vinalopó architettura funeraria: Cimiteri nel XIX-XX Arquitectura funeraria del Vinalopó: Los cementerios en los siglos XIX-XX

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Giacomo Martines Il Cimitero Monumentale di Parabita dello Studio GRAU: il degrado e le prospettive di un luogo di contemplazione 84 Monica Meucci Il cimitero municipale di Montecatini Terme: oltre cinquanta anni di storia (19081959) 92 Paolo Mira, Luciano Roncai L’architettura cimiteriale della Provincia di Piacenza. Percorso archivistico, storico e didattico: da area recintata, a camposanto, a patrimonio monumentale 105 Bernardo Pagnini, Maria Camilla Pagnini Il cimitero dell'arciconfraternita della Misericordia di Pistoia tra legislazione granducale e piano cimiteriale comunale. Storia e valorizzazione.

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Sema Sandalcı, Polikseni İnce Historical Value of Çanakkale Martyrdom in Turkey as a Mausoleum

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Alice Tavares Memorials, Historical traces and inside Architecture (Portugal)

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Tiina Tuulik Estonian historical cemeteries and changes in cemetery culture

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Laura Zucconi, Daniela Isola, Laura Selbmann, Eleonora Maracci, Paola Meloni, Francesco Mascia, Gianfranco Carcangiu, Georgia Toreno, Ombretta Cocco, Arianna Murru Il “cimitero giardino” e le politiche di conservazione integrata: il caso del monumentale di Bonaria in Cagliari (Sardegna, Italia) 159

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Vinalopó architettura funeraria: Cimiteri nel XIX-XX Jose Frances Martí, José Luis García Simón, Santiago Varela Botella Abstract: Le peculiarità economiche e sociali del XIX e XX Vinalopó Valley (Alicante, Spagna) si riflette nell'architettura funeraria, sia a livello di concezione stessa necropoli di mausolei e tipi di linguaggio decorativo e nei display simbolici loro. I. - Introduzione La Valle Vinalopó è una morfologia che si trova nella zona centrale della provincia di Alicante, sulla costa mediterranea della Spagna. Forma una regione che collega il sud-est del pianoro alla costa, in modo che si configura come una via che ha condizionato lo sviluppo culturale delle comunità umane nel corso del tempo, affermandosi come un confine naturale, culturale e circostanze politiche arriva oggi. Tale percorso si è spostato dalla Via Augusta, il treno ad alta velocità che passa il Camino Real, la vera e propria rete di corsa Glens radiale e autostrade e soprattutto la ferrovia dal 1858, che ha messo in contatto con Madrid Mediterraneo. Si tratta di una valle il cui centro scorre un fiume tipicamente mediterraneo, poco volume, che si fa strada attraverso una serie di celle sfalsate formazioni geologiche prevalentemente triassici con le espulsioni di sale e gesso, disfavoring lo sviluppo economico delle comunità umane a fine del XIX secolo, con la nascita di attività industriali come la produzione di calzature e tessile. Il settore agricolo, dominato da oligarchie e dei proprietari terrieri locali, ha basato la sua ricchezza sulla produzione del vino, molto forte dal francese fillossera, a cui si aggiunge in seguito la produzione uva da tavola, materiali da costruzione e il commercio delle spezie , che ha reso possibile l'esistenza di due tipi di borghesia, una basata sulla produzione agricola e la commercializzazione in altri manufatti. Il primo cimitero nelle popolazioni Vinalopó fuori l'uso secolare di chiese e di santi adiacenti campo, emergenti nel XIX secolo, a causa del progresso delle conoscenze mediche sviluppate dall'Illuminismo, in particolare prima della deduzione e la successiva condanna il rapporto tra la diffusione e infezione di malattie e le condizioni sanitarie nei modi e forme di sepoltura. La sanità pubblica è oggetto di allarme in Spagna dalla espansione dal porto di Passaggi dell'epidemia del 1781, portando il governo di Carlo III ai rapporti di richiesta da tutte le capitali europee, che indicano il rapporto tra diffusione e sepolture nelle chiese (González Díaz, 1971). Il 3 aprile 1878 un regio decreto è stato emanato che vietava le sepolture nelle parrocchie, nelle chiese e campo santo situate all'interno delle città e cittadine. Hanno fatto né linee guida né le regole per la sua costruzione, quindi è stato necessario proseguire nel corso degli anni a stabilire tali condizioni su altri ordini reali, in particolare quelli del 1806, 1833, 1834 e 1840, ricordando il divieto e la concessione di agevolazioni economiche la costruzione di nuovi cimiteri fuori le popolazioni. Uno dei problemi incontrati sono stati conflitti di attribuzione che emergono tra la Chiesa e lo Stato, oltre alla riluttanza della popolazione che non ha considerato i nuovi spazi come luoghi reso sacro. Il problema viene risolto con il regolamento del 1833 che ha creato la competenza mista, il comune dovrebbe essere responsabile per la costruzione della chiesa del cimitero e ne cura la custodia (Lorenzo Bermejo, 1998). Sarà nella metà del XIX secolo quando si costruisce, lontano dalla popolazione e con ventilazione ampia, il primo cimitero nelle città di Vinalopó, che diventerà obsoleto in pochi decenni, in modo che si procederà alla costruzione o ampliamento di un Nuovo negli ultimi due decenni del XIX secolo, molti dei quali sono ciò che siamo giunti a oggi, anche se con aggiunte e modifiche. Il regio decreto del 17 febbraio 1886 indica la necessità di formalizzare la costruzione di cimiteri prima piano rialzato da un ingegnere architetto, o capomastro, specificando l'area del cimitero, l'orientamento, i venti prevalenti nella zona e la condizioni geologiche del terreno. La relazione doveva essere accompagnato dalla relazione di due medici, che devono specificare se il terreno era adatto per la sepoltura dei corpi. La distanza tra la popolazione era in rapporto alla dimensione della popolazione e la stima di morti ogni anno, sulla base della sintesi della 1

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parrocchia. Quindi le popolazioni fino a 5000 abitanti hanno dovuto metterlo ad una distanza di un miglio in meno di 500 metri evento. Tutte le registrazioni devono essere oggetto di successiva approvazione del governo civile, che finalmente ha concesso l'autorizzazione appropriata. Nel detto regio decreto definisce i servizi necessari ausiliari, o minimi, a seconda delle dimensioni di esso, come una cappella, con spazio per il cappellano e dipendenti, un obitorio, un magazzino di pompe funebri e cimiteriali scopi civili, altrettanto recintato, con una sola porta e fisicamente separato da quello "cattolico". A causa delle affermazioni fatte dalla Real Academia de Bellas Artes de San Fernando nel 1887, i santi schiererà giurisdizione esclusiva i progetti degli architetti, fino a quando la popolazione supera i 2.000 abitanti, al di sotto di questo numero sarà il master lavora responsabile per la progettazione e la costruzione (Lorenzo Bermejo, 1998). I progettisti continuano linee guida comuni in ognuno di essi, possiamo trovare in molti dei Vinalopó cimiteri come quadrata o rettangolare, una veranda, un recinto per evitare profanazione, data la considerazione spazio limitato come un luogo sacro, una cappella all'ingresso o al centro, un obitorio in uno degli angoli posteriori, molto utile per le classi lavoratrici non in grado di assicurare il corpo a casa di piccole dimensioni, un ossario e alloggi per il personale, di solito il becchino. Sarà in questi cimiteri, dove le elite locali acquisire e sviluppare cimiteri, cappelle, cimiteri, mausolei e cenotafi, che rimangono nelle mode degli stili d'arte fiorente al tempo, o il gusto dell'ideologia del promotore, con programmi costruttivi, grazie più o meno complessi, iconografici e simbolici per architetti, designer e muratori, mentre le classi popolari farà in semplici fosse nel terreno o reparti di nicchie, anche se questo non vuol dire seguire le mode sulle lapidi, croci e altri forgiatura elementi specifici (Giordania Montes, 1996-1997). II -. Impianti Analisi cimiteri In coincidenza con l'asse Decumano, abbiamo l'ingresso principale rivolto a sud facciata. In questo stesso asse si trova la cappella, in alcuni casi, abbiamo trovato una sepoltura unica sia l'entità o la persona sepolta architettura. Di nota è la somiglianza di cui militari terrestri anche in presenza di accesso laterale a coincidere con l'asse Dextra Cardo e porte e Sinistra. Il modello di Insulae, all'interno dei locali, consente la creazione di nicchie di blocchi di sepolture o individui in diverse tipologie, disposti in strade. L'utilizzo dei servizi cimiteriali solitamente sono attaccati dopo la chiusura della facciata principale, ai lati della porta Pretoria e disposti simmetricamente rispetto a questo (Propilei). Queste strutture ausiliarie comprendono: camera Cappella, cappellano e il personale, obitorio, effetti negozio funebri e autopsia In coincidenza con quello che sarebbe la porta Pretoria, parallela alla facciata, la recinzione sarebbe in piedi destinato cimitero civile. Da questa struttura, le estensioni sono stati allegati che lontano dal concordare con l'approccio primaria, hanno adattato alla geometria delle parcelle aggiunto. Le strade sono piene di sempreverdi e forme piramidali, particolarmente usato Cupressus, il cui simbolismo è associato forme funerarie. III -. I tipi di costruzione e architettura III.1 - Materiali per la costruzione. In zona Vinalopó, in particolare la zona intermedia, pietra abbondante e cave di marmo. Notoriamente trova a Novelda. Monovar e The Pines. Di questi pietra chiamata BATEIG estratta in due colori bianchi, anche se è un colore leggermente giallastro. Come seconda versione del BATEIG blu effettivamente risolto grigio più pallido e la morfologia altra. Marmi sono estorte sotto vari nomi. L'informativa di più si chiama Red Alicante è un vermiglio, con striature di bianco e giallo ocra altro dalla presenza di argille. Beh selezionato colore uniforme senza venature che alterano l'immagine, questa in marmo raggiunge. In generale, per la realizzazione dei vari pezzi di funerario ampiamente ripetuto in pietra locale e BATEIG calcare. Non solo nella realizzazione architettonica e costruttiva, anche per la realizzazione delle sculture, in tutte le sue caratteristiche. L'occupazione è marmi eccezionali non sono la solita provenienza locale, vale a dire, rosso e beige. Di tanto in tanto

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visto l'uso di grigio, bianco e nero. Questo è Macael da elevata purezza e qualità nella selezione effettuata nelle cave proprie. Essa mostra anche la qualità del lavoro in sternotomia ed i dettagli e enjarjes di pezzi diversi che fanno materializzazioni costruttive. III.2 -. I funerali tipologie Ci sono diversi tipi architettonici che le strutture del gruppo sepoltura in questa regione. Nel numero non superiore a tre o quattro. Queste cappelle, cimiteri, pale d'altare e le bandiere di nicchie situate in altezza sopra il livello del suolo, e anche quelle situate sotto terra. Varianti offerta formali in diverse località. In generale, edifici isolati dominano superfici trame regolari, che pianta ospite almeno per i primi due tipi. Quindi procedere per eseguire l'analisi di ciascuna, specificando il generale e il particolare offerta. Poiché parte delle cappelle corrisponde a esentare edifici e isolati nella sua trama, le cui superfici variano in ciascuna delle necropoli costruita nel presente documento. In fig 01. Villena. Neoclassico pantheon generale, vediamo che per quanto riguarda i fini, trattati con dedizione tutti e quattro elevazioni nel maggior numero dei cimiteri. Almeno, sono sempre tre elevazioni, con l'eccezione di quelli richiesti quando facce posteriori sono fissate al muro perimetrale, che funge da chiusura all'esterno dell'involucro. Questo sito Quest'ultimo corrisponde ad una soluzione che è un eccezione alla regola dominare. Architettonico ciò comporta edifici dagli stili diversi, che ricordano quelli del passato più o meno lontano nella geografia e nel tempo. Sempre sugli stili neo, spesso ripetuto in tre o quattro decenni, comprendente la fase studiamo. Così in Villena dominano le soluzioni sotto l'influenza di neoclassicismo, che filtra attraverso il peso della storia e le interpretazioni degli autori. Questo porta a mostrare diverse soluzioni per il trattamento di trame di superficie delle quote differenti. Allo stesso modo, l'adozione di modelli pagani, quali risultano in questi piccoli templi, completamente osservare acristianados dal momento in cui una croce, in genere di notevoli dimensioni e di notevole presenza visiva, l'asta è finita l'apice del frontone. Così vegetale sostituendo si forma sulla cima dei templi classici. (Fig. 01) Altri modelli assumono il comportamento delle varie versioni delle piccole cappelle che sembra ispirato dalle varie forme neomedieval, sono di frequente e sono sparsi dai vari cimiteri che comarca.En apprezzano l'abbondanza di vario repertorio di soluzioni. Così, il numero predominante di quelli in cui si manifesta l'influenza neo-romanico e neo-gotico, (fig. 02) soluzioni in quei decenni sono stati collegati alla nozione di religione e, in particolare, della spiritualità. Gli aspetti legati alla memoria e, in particolare, per standardizzare le regole per diversi periodi e stili. Cioè, quando il Medioevo è spesso attribuita quelle qualità e manifestazioni religiose. Essa mostra anche l'esistenza materiale di influenza bizantina, con un minor numero di soluzioni rispetto alle due precedenti (fig. 03). Anche apprezzare la presenza di un tondo, con l'immagine della Vergine con il Bambino dentro, nei procedimenti relativi alla cronologia moderna. In generale, queste cappelle la varietà concessione neomedievalismos modi, fornendo grande fantasia nelle fig 02. Pantheon allineamento neoclassici soluzioni diverse.

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E 'anche comune trovare il Fronte che corrisponde alla facciata principale, che rappresenta la disposizione ereditata dagli archi trionfali dell'antica Roma, con figure di angeli posto sopra degli archi. Si tratta di motivi figurativi che sono stati recuperati durante il Rinascimento, specialmente nei templi e ora i cristiani sono disposti simmetricamente lungo l'accesso cavo interno. Di tanto in tanto gli angeli lo portarono evocando la tromba del giudizio (fig. 04). Corrisponde a spazi che sono generalmente di dimensioni ridotte, essendo strettamente testimonial del piccolo riferimento spaziale. Anche se a volte diventa piccole cappelle con la possibilità di essere funzionale, per la presenza di altari disponibili pale. Lo stile architettonico è mantenuta nel tempo. Così vediamo la costruzione di volte, mantenendo il layout della cappella, mentre l'aggiornamento delle soluzioni formali. Così alcuni cimiteri sono risolti a seguito della formalizzazione che durante il decennio del 1930, ha fig. 03. Influenza bizantina pantheon caratterizzato la deco. Un certo numero di questi corrisponde soluzioni che sono state costruite nel cimitero di Elche. Uno dei quali appartiene alla famiglia Sucar Beltran Martinez (fig. 05). Si tratta di una costruzione cubica, con pareti cieche e opache, con l'angolo arrotondato libero solo da un raggio di curvatura molto piccolo. Quando verrà visualizzata una croce in marmo grigio, lo stesso materiale utilizzato per formare il quadro può accedere foro, che ora è accecato dalla alludendo alle lapidi sepolte. Un secondo lavoro è il pantheon di Alejandro Guillen Yepez (fig. 06), che porta la data 1934. Si tratta di un pezzo libero cubo. Si è completato da una sporgenza liscia, leggermente sporgenti dai piani laterali. A loro volta queste facce hanno una struttura alternata superfici piatte sui lati, mentre è scanalate nel terzo medio. Sul tetto piano, cilindri si trovano ai quattro angoli e al centro una croce, che riproduce la forma quadrilatera, cioè presenta una completa soluzione tridimensionale. Occasionalmente modelli sono specificati nelle parti, anche gratuitamente, con riferimento a baldacchino. Utilizzo di fig. 04. Novelda. Motivi figurativi soluzioni di varie dimensioni presenti nella tipologia cimitero di Elche e Villena. Nel primo di cui sopra, è uno in laterizio ceramica visto. In realtà è un modo di cappella spazio (fig. 07). Con i mattoni perimetrali ceramici di solido, pianta leggermente rettangolare, offre un grande foro di accesso e minore nel lato. L'asta è un grande frontone triangolare, con timpano normale. Negli angoli sono due pinnacoli separati ed una croce è posto sul vertice centrale. Nello spazio interno vi è una carriola libero, in cui nicchie verticali tre piani accumulano. Il baldacchino secondo è nel cimitero di Villena. Qui sul pacco delimitata da un cancello in ferro battuto, situata nella parte centrale è la parte reale di vela. Su quattro colonne cilindriche e capitelli albero liscio sorge elementi vegetali aspetto gotico copulín. In mezzo si trova un gruppo scultoreo, costituito da una roccia, è un'allegoria del Golgota su fig. 05. Elche. Pantheon famiglia Beltrán-Sucar cui sonnecchia un angelo che tiene in una mano la

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corona di spine. Dietro Angel è una croce, la cui superficie è trattata con dettagli sul tipo di impianto figurativo (fig. 08). Come per il cimitero, sono disposti in loro appezzamenti. In che vanta la presenza del piano orizzontale, che permette l'inserimento di vari elementi, il caso di rappresentazioni di bare o di rappresentanza avviene attraverso opere a tutto tondo, con successi notevoli risultati scultorei. Come chiusura ambiente visivo, forniscono un backplane in cui i gruppi scultorei sono anche carattere generalmente figurativo. IV -. Alcuni singolare mausolei IV.1 - Villena Cemetery. Mausoleo Forte Garcia Questo pezzo offre grandi risultati per i diversi fig 06. Elche. Pantheon famiglia Alejandro Guillén tipi e combina aspetti formali di tutti i tipi. Si trova a una certa distanza sui due assi principali che ordinano il cimitero. E 'un pezzo libero nel suo campo, è grande, minore è il volume è molto forte. È risolto come una mastaba, con pareti leggermente ataluzadas, la sua consistenza sia stabilita da elementi di prova le scanalature orizzontali dei blocchi insieme. Sulla facciata rivolta verso la strada principale, si può vedere la porta per lo spazio che si trova all'interno della sfera funeraria, che è quello di determinare l'immagine della grotta o, a tal fine, il suo ricordo simbolico. Il divario si sta servendo come esenti incorniciato da due colonne, il cui albero è liscia, i capitelli che offrono modi di ricordare bizantina architrave supporto di una grande canzone, la cui superficie è scritto il nome del capo famiglia, essendo l'architrave di altezza simile a trabeazione che corre i prospetti quattro. Sulla base mastaba quadrata supporta una notevole altezza da cui, a sua volta, aggiungere un obelisco il cui inizio è un cubo con palmette laterali ornate. Sopra è il pezzo si sviluppa in senso verticale facce piramidali esplose a fig. 07. Elche. Pantheon mattone seguito di una verticale a costine. Sovrapposta alla terminazione piana superficie orizzontale è la scultura che rappresenta Cristo Redentore, si tratta di un lavoro del roundintagliata più grande per la figura umana. Una dimensione necessaria per rafforzare l'importanza della figura stessa, considerando l'altezza alla quale si trova il mausoleo superiore (fig. 09). IV.2 - Aspe Cemetery:. Obelischi In questo cimitero sono tre tombe, obelischi risolti individuo la cui formale risultati sono di grande interesse, oltre agli aspetti simbolici che manifestano. La sua tipologia risponde a quella sviluppata in tutta la storia dell'architettura, con il simbolismo funerario della natura. In particolare, in apparenza sono dovuti alle caratteristiche del monumento costruito in onore di Madrid dei patrioti uccisi dagli occupanti francesi del Dos de Mayo 1808. Ancora più vicino in età geografia e cronologica, hanno una storia o cenotafio è un monumento che è stata dedicata a D. Trino Quijano, eretto in 5

fig. 08. Villena. Baldacchino

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fig. 09. Villena. Mausoleo famiglia García-Forte

Fig. 10. Aspe. Obelisco

fig. 11. Aspe. Obelisco

onore di Alicante, che era Governatore Civile della Provincia, che è morto di colera nel assistenza fornita alle vittime dell'epidemia dichiarato l'anno 1844. Questi elementi si trovano nel cimitero áspense sono molto sottile ed elegante. Uno è composto da due parti, la parte inferiore è un piedistallo classico esplose sopra di lui si erge un obelisco molto snella con quattro facce lisce. Sua volta, è sormontato da una croce in ferro battuto, profondità del corpo. La presenza della croce è un contrasto molto forte con il resto dei pezzi, la cui origine e lo sfondo estrazione è pagana e privo di ogni riferimento relativo alla religione cristiana (fig. 10). Il secondo cimitero in cui la presenza dell'obelisco è altrettanto o più curiosi. Infatti, offriamo un lavoro che occupa l'intera superficie della trama. E 'finito in senso orizzontale da una lastra di pietra enorme. All'interno di tale area in un cubo dato sorge un piedistallo, su cui ci sono corrispondenti lanterne angoli o clessidre associati presenza temporale durante l'esecuzione. In alto il piedistallo obelisco. Ancora una volta, questo è un pezzo molto sottile. Questa volta i quattro lati sono decorati con sovrapposizione di elementi uguali in tutto. Si tratta di una corona sul fondo, un'anfora in sostanza intermedia e la banda superiore è un foglio grande di forma ovale, suggeriscono che proviene soprattutto appartenenti alla punta di una lancia metallica. La parte superiore del obelisco è un'anfora liscia. Per l'occasione questa iconografica mausoleo manca qualsiasi riferimento alla religione cristiana, i riferimenti figurativi sono ancora del tutto pagana (fig. 11). Un terzo obelisco, come in molti altri, la sepoltura è circondata da un cancello in ferro altezza bassa. Egli è esente al centro della trama del campo sassoso. Ancora una volta il piedistallo con reminiscenze classiche. Supera l'obelisco, questa volta è decorata nella metà inferiore dell'altezza. Negli angoli sono disposti verticalmente e cannello con fiamma situato nella parte inferiore. Tra le torce sono ghirlande con legami che legano fiaccole. Questi elementi sono ragioni esistenti ignea Quijano detto obelisco cenotafio, già accennato ad Alicante. L'attenzione Aspe offre la presenza delle croci nella piccola superficie triangolare libero che è in ciascuno dei quattro frontoni rispettivi timpani sormontano il piedistallo. Come è stato ripetuto, con l'obelisco un pezzo come in origine pagana, queste croci sono le uniche ragioni che riguardano l'iconografia cristiana, induce supponiamo potrebbe essere collocato dopo un ri-cristianizzazione, effettuata durante i primi anni degli ultimi dopoguerra, cioè al 1940 (Fig. 12). Nel frattempo, la forma della piramide completa e soluzioni definitive, è nel cimitero di Novelda, corrisponde alla famiglia sepoltura Beneyto e Joaquín Pérez. In effetti sepoltura è una trama di occupare una superficie quadrangolare, leggermente allungata. E 'circondato da un cancello in ferro battuto, che si basa su piedistalli agli angoli, sono pinnacoli prismatici e piramidali sormontate da quattro facce. Ma la piramide come figura geometrica, la sua

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proporzione formale è quasi un tetraedro, è centrato nella tomba. Pianta ha facce triangolari corrisponde ad aderire effettivamente triangoli isosceli, visivamente visti con dimensione dei triangoli equilateri, sebbene l'altezza di ciascuna delle facce coincide con la dimensione della base. Come risultato i due bordi obliqui sono leggermente più grande della parte orizzontale della posizione base. Tuttavia, la figura geometrica è un pezzo di geometria. Reminiscenze Funeral proveniente dalle culture mediterranee dell'antichità. Certo, la storia sono le piramidi sepolcrali simbolici culture egiziane, che si trasforma poi in gli obelischi. Ma c'è una lettura di interpretazione reminiscenza massonica di questo pezzo. Questo è quasi unico nel settore abbiamo studiato queste necropoli (fig. 13). V. - L'influenza del modernismo decorativo Il periodo scelto per il presente studio, in generale, comprende l'influenza ornamentale caratterizzato da fig. 12. Aspe. Obelisco marcatura eclettismo forme utilizzate. Di cui una tendenza molto marcata è costituito dalla presenza di modernismo. In queste necropoli in esame, mostra l'influenza della corrente Art Nouveau noto figurativo, soprattutto nella formalizzazione di alcune sculture. Di solito il trattamento riservato a pezzi risolti a tutto tondo. Si tratta di sculture che sono state fatte sul Bateig pietra, gli autori sapevano di altre possibilità offerte dal marmo locale, tra cui il cosiddetto marmo rosso di Alicante, che offre maggiori possibilità e diverse finiture. E 'vero ricorso alla crema e, talvolta, il fig. 13. Novelda. Tomba , famiglia bianco e il grigio, e la sua origine il villaggio andaluso di Joaquín Beneyto Pérez Macael. Le desinenze seconda manifestazione si trovano in provenienza formale modernista è attuali risorse influenzare la Secessione Viennese. Tali elementi si trovano preferibilmente superfici sovrapposte ed elementi architettonici, preferibilmente nei pinnacoli e piedistalli, che sono adatti per lo sviluppo dei tre nastri distribuiti verticalmente, generalmente chiuso inferiormente da un cerchio di diametro piccolo . Vedi anche un disco di diametro maggiore. In linea di principio questo è un elemento semplice e geometrica di base. Anche se troviamo il simbolismo in esso per il disco solare, è anche possibile assimilare nell'iconografia di questa manifestazione austriaca. Risultati continuità nella cronologia e mantenere quasi tema iconografico, anche se con un più figurativo, apprezzare l'influenza dell'antica arte egizia. Con la manifestazione della divinità rappresentata da Orus o circola disco che rappresenta il simbolo del sole, oltre ad accompagnare numerose razze. Sappiamo che alcune forme di influenza egiziana ha avuto un grande impatto con l'arrivo di Art Deco, che ha visto la mostra di arti decorative tenutasi a Parigi nel 1925. Sono anche venuto a coincidere con forte entusiasmo sociologica e scientifica e popolare ha generato in questi anni con la scoperta della tomba di Tutankhamon il faraone (fig. 14). fig. 14. Novelda. Simbolo egiziano

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V.1 -. Gli elementi allegorici Questi quattro decenni in cui questo studio si è concentrato, apprezziamo la presenza di alcuni elementi iconografici che sopravvivono e temporaneamente estendere culture in diverse fasi. Venendo dal passato e continuerà anche in futuro. Uno di questi elementi è la presenza di clessidra sovrapposte alle ali. Utilizzando questa rappresentazione mostra l'allegoria del passaggio del tempo, come elemento di flusso temporale della vita terrena. Anche la riproduzione di una scena di tempo costante presentazione, con diffusione enorme nella nostra zona durante il XVIII secolo. E 'la presenza della roccia che è la rappresentazione del Monte Calvario o Golgota. Questa è una presentazione molto semplificata che appare in diversi luoghi di culto liturgia sacra, preferibilmente situati in chiese e delle sue unità diverse. Una base è fornito in una forma triangolare, poggiante sulla orizzontale, in cui vertice superiore una croce. Mentre la portata di questi cimiteri per analizzare il trattamento è sempre a tutto tondo. Durante il trattamento figurativo ricco di più o meno descrittivo dettaglio. E 'sempre una roccia, disposti in una piramide, su cui sorge la croce della redenzione. V.2 - Le virtù teologali. Le tre virtù teologali sono rappresentate in alcuni cimiteri. Vero, non in gran numero, anche se la loro presenza indica Come corrisponde alla presenza di Fe apprezzare la rappresentazione in due diverse versioni. Da un lato è la figura femminile, la scultura determinato a tutto tondo, pronto figura in piedi. A volte è anche seduto. Complessiva apprezzare tua rappresentazione con occhi scoperti, ma non mancano soluzione in cui una banda è il coperchio, impedendo la visione fisica del mondo esterno. D'altra parte, crediamo che la speranza è ancora una volta rappresentata da una figura femminile, la cui allegoria è materializzato da un tassello di ancoraggio o di mare. La sua allegoria della brughiera della barca ed evitare la deriva è evidente. Infine, per quanto riguarda la carità, la figura femminile ha due o più bambini. Nel cimitero di Villena trovare un mausoleo in cui si incontrano le tre figure allegoriche. E 'la sepoltura di D. Jose Maria Garcia catalano, sulla stessa lastra di marmo bianco è l'iscrizione della data corrispondente al 1928. La fig.15. Villena. Sepultura famiglia GarcíaForte parte superiore e posteriore, su una piattaforma comune è centrato un piedistallo, su di esso vi è una scultura di un angelo alato, in piedi pronto e nelle cui mani in possesso di un ostensorio. Dietro è una croce senza il crocifisso. Si potrebbe supporre che il gruppo corrisponde alla rappresentazione del Fe (fig. 15). Su entrambi i lati ci sono due altre figure. Essi non offrono dubbi identificazione iconografica. Come a destra del centro, vi è una figura femminile è raffigurata seduta ed una coperta, con la mano sinistra un'ancora, essendo la rappresentazione corrispondente alla Speranza. Sul lato opposto è anche figura femminile, è ora seduto attraverso il mantello e coprire analoga alla figura situata sul lato opposto. Lap e prese per le braccia in possesso di un bambino. La rappresentazione corrisponde senza dubbio l'allegoria della Carità. Il cimitero stesso fornisce sepoltura in cui è descritto il messaggio iconografico, se non altro, mezzi meno figurativi. Mentre con intensità uguale o superiore religioso e pio. Questa è la sepoltura di famiglia tenuto fig. 16. Villena. Sepultura

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fig. 17. Villena. Sepultura famiglia Cervera Mergelina

fig. 18. Villena. Sepultura

Cervera Mergellina 1882. Si tratta di un bel pezzo di scultura in marmo bianco, solo grano. Se la roccia è raggruppato con la croce, che simboleggia il Golgota, o Calvario. Mentre l'ancoraggio è posto di fronte alla croce, che è tenuto da una corda spessa che avvolge lungo l'albero della croce. Siamo tornati alla rappresentazione allegorica della Speranza per l'occasione ridotta solo l'elemento allegorico (Fig. 16). Questa rappresentazione stessa si trova ripetuta in due altre tombe. Uno anche costruito in marmo bianco e venature grigio. La base è un tabernacolo, un ampio divario che chiude una doppia porta (fig. 17). Sulla chiave e crescere sotto il coperchio appare un pentagramma, lasciando la luce del sole. Si manifesta una dimostrazione esplicita che possiamo identificare con allusioni di origine massonica. Da una parte del divario è la rappresentazione delle schede legge divina e attraverso l'ancora della speranza. A corone di alloro fioritura di rose e gigli vengono distribuiti circonda queste forme. In un certo senso la tenda può anche identificarsi con la grotta sepolcrale, e anche il Calvario, come il mantello di copertura diventa parte rocciosa di transizione, ridotto a uno scheletro. Sulla roccia si trova croce costruita in marmo, ma in senso figurato simulando due tronchi d'albero, e cross Nephew cui poggia una corona formata da fiori di specie diverse. Una terza sepoltura raggiunge abilità di esecuzione meno formale. Sulla piazza si trova la pietra tombale di un piedistallo cubico centrato. Sopra di esso è la roccia del Golgota, dinanzi al quale è il libro dei comandamenti, che sostiene l'ancora albero, che viene percepito solo l'anello di curva inferiore e superiore. Ancora una volta una corona cilindrica croce sulla vetta del Calvario (fig. 18).

VI -. Bibliografia Lorenzo Bermejo, C. 1998: Arte e architettura funeraria: i cimiteri delle Asturie, Cantabria e Vizcaya (1787-1936). Università di Oviedo. Catalá Gorgues, M.A. 2007: Il generale cimitero Valenia. Storia, arte e architettura. Dal 1807 al 2007. Valencia. González Díaz, A. 1971: "Il cimitero spagnolo nei secoli XVIII e XIX." Art Archives spagnolo, No. 171, Madrid, pag. 289-320. Jordan Montes, J. F. 1996-1997: "I vecchi cimiteri, mausolei e cenotafi cimitero e Campo de Hellin (Albacete)". Imafronte Journal, n ° 12-13, pag. 163-178. Nicolás Gómez, D. 1992: "Il neo-gotico alla fine del XIX secolo l'architettura funeraria ntro Cimitero. Padre di Gesù e di altri cimiteri della regione di Murcia. " Murgetana No 85. Murcia, pp. 21-32. Nicolás Gómez, D. 1994: La dimora dei vivi e il regno dei morti. Architettura domestica e funeraria del XIX secolo a Murcia. Murcia. Saguar Quer, C. 1990: "L'architettura modernista nei cimiteri di Madrid". Goya No. 217-218. Madrid, p. 65-77. Immagini -. Le fotografie in questo articolo sono di proprietà degli autori.

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Arquitectura funeraria del Vinalopó: Los cementerios en los siglos XIX-XX José Francés Martí, José Luís Simón García, Santiago Varela Botella Abstrac: La idiosincrasia social y económica de los siglos XIX y XX en el valle del Vinalopó (Alicante, España) queda reflejada en la arquitectura funeraria, tanto a niveles de concepción de la propia necrópolis, de los tipos de mausoleos y del lenguaje decorativo y simbólico que en ellos de despliega. I.- Introducción El Valle del Vinalopó es un accidente geográfico que se emplaza en la zona central de la actual provincia de Alicante, en el litoral mediterráneo español. Conforma una comarca que pone en contacto el sureste de la meseta con el litoral, por lo que se ha configurado como una vía de tránsito que ha condicionado el desarrollo cultural de las comunidades humanas a lo largo del tiempo, estableciéndose como una frontera natural, cultural y política, circunstancia que llega hasta nuestros días. Por ese camino ha transitado desde la Vía Augusta, hasta el tren de Alta Velocidad, pasando, por el Camino Real, las Cañadas reales, la red radial de carreras y autovías y en especial el ferrocarril desde 1858, que ponía en contacto Madrid con el mediterráneo. Se trata de un valle por cuyo centro discurre un típico río mediterráneo, de escaso caudal, que se abre paso por una serie de cubetas escalonadas donde predominan las formaciones geológicas triásicas con extrusiones de sal y yesos, desfavoreciendo el desarrollo económico de las comunidades humanas hasta finales del siglo XIX, con el auge de actividades industriales como la producción de calzado y del textil. El sector agrícola, dominado por oligarquías y terratenientes locales, basaba su riqueza en la producción vitivinícola, muy pujante a partir de la filoxera francesa, a la cual se le suma posteriormente la producción de uva de mesa, material de construcción y el comercio de especias, lo que posibilito la existencia de dos tipos de burguesía, una basada en la producción agropecuaria y otra en la comercialización de productos manufacturados. Los primeros cementerios en las poblaciones del Vinalopó, fuera del secular uso de las iglesias y campo santos colindantes, surgen en el siglo XIX, como consecuencia del avance de los conocimientos médicos desarrollados a partir de la Ilustración, especialmente ante la deducción y posterior convicción de la relación existente entre la propagación e infección de las enfermedades y las condiciones higiénicas en los modos y formas de enterramiento. La Salud Pública es objeto de alarma en España a partir de la expansión desde el puerto de Pasajes de la epidemia de 1781, lo que lleva al gobierno de Carlos III a pedir informes a todas las capitales europeas, las cuales indican la relación existente entre la propagación y las inhumaciones en las iglesias (González Díaz, 1971). El 3 de abril de 1878 se promulga una Real Cédula donde se prohibe los entierros en parroquias, iglesias y campo santos situados en el interior de las ciudades y pueblos. No se daban ni pautas ni reglas para su construcción, por lo que fue necesario seguir a lo largo de los años establecer dichas condiciones en otras Reales Ordenes, especialmente las de 1806, 1833, 1834 y 1840, recordando la prohibición y concediendo facilidades económicas para la construcción de nuevos cementerios a las afueras de las poblaciones. Uno de los problemas surgidos fueron las disputas de jurisdicción surgidas entre la Iglesia y el Estado, además de la reticencia de la población que no consideraba los nuevos espacios como lugares sacralizados. El problema se soluciona mediante el Reglamento de 1833 en el que se creaba la jurisdicción mixta, el municipio debía hacerse responsable de la construcción de los cementerios y la iglesia se hacía cargo de su custodia (Bermejo Lorenzo, 1998). Será a mediados del siglo XIX cuando se construyan, alejados de la población y con amplia ventilación, los primeros cementerios en las poblaciones del Vinalopó, los cuales quedarán obsoletos en unas pocas décadas, por lo que se procederá a su ampliación o a la construcción de unos nuevos en las dos últimas décadas del siglo XIX, muchos de los cuales son los que nos han llegado hasta hoy, si bien con ampliaciones y modificaciones.

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La Real Orden de 17 de febrero de 1886 especifica la necesidad de formalizar la construcción de los cementerios previo plano levantado por un arquitecto, ingeniero o maestro de obras, especificando la superficie del campo santo, la orientación, los vientos reinantes en la zona y las condiciones geológicas del terreno. El informe tenía que ser acompañado por el informe de dos médicos, que debían de especificar si los terrenos eran aptos para la sepultura de cuerpos. La distancia con respecto a la población estaba en relación con el tamaño de la población y el cálculo estimado de defunciones anuales, basado en el estadillo de la parroquia. Así las poblaciones de hasta 5000 habitantes debían de situarlo a una distancia mínima de un kilómetro y en caso inferior a 500 metros. Todo el expediente debía ser sometido a la posterior aprobación del Gobierno Civil, quien finalmente concedía la oportuna autorización. En la citada real orden se establecían las dependencias auxiliares necesarias, o mínimas, según el tamaño del mismo, como una capilla, con habitación para el capellán y los empleados, un depósito de cadáveres, un almacén de efectos fúnebres y un cementerio civil, igualmente vallado, con una sola puerta y separado físicamente del “católico”. Con motivo de la reclamación efectuada por la Real Academia de Bellas Artes de San Fernando en 1887, los proyectos de campo santos serán una competencia exclusiva de los arquitectos, siempre y cuando la población superase los 2000 vecinos, por debajo de este número será el maestro de obras el encargado del diseño y construcción (Bermejo Lorenzo, 1998). Los diseñadores seguirán unas pautas muy comunes en todos ellos, que podemos encontrar en muchos de los cementerios del Vinalopó, como la planta cuadrada o rectangular, un pórtico de entrada, una valla para evitar profanaciones, dada la consideración del espacio acotado como lugar sagrado, una capilla en la entrada o en el centro, un depósito de cadáveres en una de las esquinas posteriores, muy útil para las clases populares al no poder velar el cadáver en sus hogares de reducidas dimensiones, un osario y una vivienda para el personal, normalmente el sepulturero. Será en estos cementerios, donde las oligarquías locales adquirirán y desarrollarán panteones, capillas-panteones, mausoleos y cenotafios, en las cuales seguirán las modas de los estilos artísticos pujantes en ese momento, o al gusto de la ideología del promotor, con programas constructivos, iconográficos y simbólicos mas o menos complejos, gracias a arquitectos, diseñadores y canteros, mientras las clases populares lo harán en simples fosas en el suelo o pabellones de nichos, sin que esto no signifique seguir las modas en las lápidas, cruces de forja y otros elementos específicos (Jordan Montes, 1996-1997). II.- Análisis de las plantas de los cementerios Coincidiendo con el eje Decumano, tenemos el acceso principal en la fachada orientada al sur. En este mismo eje se sitúa la capilla, en algunos casos, encontramos un enterramiento singular, bien por la entidad de la persona enterrada o por su arquitectura. Es de destacar la similitud referida a la planta castrense incluso en la existencia de accesos laterales coincidiendo con el eje Cardo y las puertas Dextra y Sinistra. El modelo Insulae, dentro de los cuartos, permite la configuración de bloques de nichos en altura o de enterramientos particulares en sus distintas tipologías, ordenados en calles secundarias. Los servicios de uso del cementerio se adosan por lo general tras el cerramiento de la fachada principal, a un lado y otro de la puerta Pretoria y dispuestos simétricamente respecto a esta (Propileos). Estas dependencias auxiliares son: Capilla, habitación del capellán y empleados, deposito de cadáveres, almacén de efectos fúnebres y sala de autopsias Coincidiendo con lo que sería la puerta Pretoria, paralelo a la fachada, se situaría la cerca destinada al cementerio civil. A partir de esta estructura, se han adosado las ampliaciones que lejos de coincidir con el planteamiento primigenio, se han adaptado a la geometría de las parcelas añadidas. Las calles se presentan flanqueadas por árboles de hoja perenne y de formas piramidales, en particular se emplean cupressus, cuyo simbolismo se asocia a formas funerarias. III.- Las tipologías constructivas y la arquitectura III.1.- Los materiales para la construcción

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En el área del Vinalopó, en especial la zona intermedia, abundan las canteras de piedra y mármoles. Son famosas las situadas en Novelda. Monovar y El Pinos. De ellas se extrae piedra llamada bateig, en dos tonalidades blanca, si bien se trata de una coloración algo amarillenta. Siendo la segunda versión el bateig azul que, en realidad, resuelta más gris y ceniciento que la otra morfología. También se extraen mármoles bajo diversas denominaciones. El de mayor divulgación es el llamado rojo Alicante, es de un color bermellón, con vetas de color blanco y otras de ocre amarillo por la presencia de arcillas. Bien seleccionado en color uniforme, sin las vetas que alteran la imagen, este mármol alcanza gran belleza. En general, para la realización de las distintas piezas funerarias se repite de manera generalizada la utilización de piedra bateig y calizas locales. No solo en la parte arquitectónica y su materialización constructiva, también para la realización de las esculturas, en todas sus características. Resulta excepcional el empleo de mármoles, fig 01. Villena. Panteón neoclásico no son usuales los de procedencia local, esto es, rojo y beige. Ocasionalmente se aprecia la utilización de gris, negro y blanco. Éste procedente de Macael es de gran pureza y calidad en la selección realizada en las propias canteras. Así mismo se observa la gran calidad de trabajo en la estereotomía y en los despieces y enjarjes de las diferentes piezas que conforman las materializaciones constructivas. III.2.- La tipologías funerarias Existen varias tipologías arquitectónicas que agrupan las construcciones funerarias en esta comarca. En número no exceden de tres o cuatro. Se trata de las capillas, los panteones, los retablos y los pabellones de nichos situados en altura sobre el nivel del suelo, e incluso aquellos situados bajo rasante. Ofrecen variaciones formales en las distintas localidades. En general, dominan las construcciones aisladas en parcelas de superficies regulares, que en planta acogen al menos las dos primeras tipologías. Procedemos seguidamente a efectuar el análisis de cada una, detallando las generalidades y las particularidades que ofrecen. Por cuanto pertenece a las capillas se corresponde con aquellas construcciones exentas y aisladas en su parcela, cuyas superficies varían en cada una de las necrópolis incorporadas en este trabajo. En general, apreciamos que en cuanto respecta a las terminaciones, se trata con total esmero los cuatro alzados en el mayor número de los panteones. Al menos, siempre son tres los alzados, con la excepción obligada de aquellas caras fig 02. Alineación panteones neoclásicos traseras cuando se encuentran adosados al muro perimetral, que sirve de cierre exterior del recinto. Este último emplazamiento se corresponde con una solución que supone una excepción de la norma dominante. Arquitectónicamente estas construcciones obedecen a diversos estilos, inspirados en los pertenecientes al pasado más o menos distante en la geografía y en la época. Siempre se trata de neo estilos, se repiten con frecuencia en las tres o cuatro décadas que comprende la etapa que estudiamos. De tal manera en Villena dominan las soluciones bajo la influencia del

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neoclasicismo, filtrado a través del peso de la historia y las interpretaciones de sus autores. Lo cual lleva a mostrar soluciones diversas en el tratamiento de las texturas en las superficies de los distintos alzados. Así mismo, la adopción de modelos paganos, tal como provienen en estos pequeños templos, los observamos por completo acristianados desde el momento que una cruz, en general de considerable tamaño y notable presencia visual, constituye el remate sobre el vértice del frontón. Sustituyendo de tal manera la forma vegetal, propia en el remate de los templos clásicos.(fig. 01). Otros modelos suponen la realización de las diferentes versiones de las pequeñas capillas con apariencia inspiradas en las diversas formas neomedievales, son de presencia frecuente y se encuentran diseminadas por los distintos cementerios de la comarca. En las cuales apreciamos la abundancia del variado repertorio de soluciones. De tal manera, predomina el número de aquellos en los que se manifiesta la influencia neogótica y neorrománica, (fig. 02) soluciones que durante aquellas décadas quedaban vinculadas fig. 03. Panteón de influencia Bizantina a la noción de religiosidad y, sobre todo, de espiritualidad. Aspectos vinculados al recuerdo y, sobre todo, a estandarización de normas de épocas y estilos diversos. Esto es, cuando a la Edad Media se suele atribuir aquellas cualidades y manifestaciones religiosas. También se aprecia la existencia material de la influencia bizantina, con soluciones en menor número que las dos anteriores (fig. 03). Incluso apreciamos la presencia de un tondo, con la imagen de la virgen y el niño en su interior, en actuaciones que pertenecen a cronología más moderna. En general, en estas capillas los neomedievalismos otorgan diversidad de formas, aportando gran imaginación en las distintas soluciones. Es frecuente encontrar también la disposición frontal que corresponde a la fachada principal, en la cual representa la disposición heredada de los arcos de triunfo de la antigüedad romana, con las figuras de ángeles situados en la parte superior de las arcadas. Se trata de motivos figurativos que se recuperaron fig. 04. Novelda. Motivos durante el renacimiento, en especial en los templos cristianos y figurativos que ahora aparecen dispuestos de manera simétrica junto a los huecos de acceso a los interiores. Ocasionalmente los ángeles llevan la trompeta que evoca le llamamiento al Juicio Final (fig. 04). Se corresponde con espacios que en general resultan de una dimensión reducida, siendo estrictamente testimonial, de escasa referencia espacial. Aunque en ocasiones devienen en pequeñas capillas con la posibilidad de resultar funcionales, debido a la presencia de altares en disposición de retablos. La tipología arquitectónica se mantiene con el transcurso del tiempo. De tal manera observamos la construcción de panteones, conservando la disposición de capilla, si bien actualizando las soluciones formales. De tal manera algunos panteones están resueltos siguiendo la formalización que, durante la década de los años de 1930, caracteriza el art decó. A fig. 05. Elche. Panteón familia Beltrán-Sucar esas soluciones corresponde varios de los que se

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fueron construidos en el cementerio de Elche. Uno de los cuales pertenece a la familia Beltrán Sucar Martínez (fig. 05). Se trata de una construcción cúbica, con las paredes opacas y ciegas, con la única esquina libre redondeada mediante una curva de radio muy reducido. Donde aparece una cruz realizada en mármol gris, es el mismo material que se utiliza en el marco que conforma el posible hueco de acceso, que en la actualidad se encuentra cegado mediante las lápidas alusivas a los enterrados. Una segunda obra es el panteón de Alejandro Guillen Yepez (fig. 06), que se encuentra fechada en el año 1934. Constituye una pieza cúbica exenta. Se encuentra rematada mediante una cornisa lisa, ligeramente saliente de los planos laterales. A su vez esas caras presentan una textura alternando superficies planas en los laterales, mientras se encuentra acanalada en el tercio central. Sobre la cubierta plana, quedan cilindros situados en las cuatro esquinas y en la parte central una cruz, que reproduce su forma en las cuatro caras, esto es,

fig 06. Elche. Panteón familia Alejandro Guillén

presenta una solución por completo tridimensional. Ocasionalmente los modelos se concretan en piezas, también exentas, con referencia a baldaquín. Mediante soluciones de distintos tamaños encontramos la tipología en el cementerio de Elche y en Villena. En el primero de los mencionados hay uno construido en ladrillo cerámico visto. En realidad se trata de un espacio a modo de capilla (fig. 07). Con el perímetro realizado en ladrillo cerámico macizo, la planta es ligeramente rectangular, ofrece un hueco grande de acceso y otros más reducidos en los laterales. El remate es un gran frontón triangular, con el tímpano liso. En las esquinas aparecen sendos pináculos y una cruz queda sobre puesta al vértice central. En el espacio interior hay un túmulo exento, en el que en vertical de tres pisos se acumulan los nichos. El segundo baldaquín se encuentra en el cementerio de Villena. Aquí sobre la parcela delimitada por una cancela de hierro forjado, situado en la parte central se encuentra la pieza propiamente de baldaquín. Sobre cuatro columnas fig. 07. Elche. Panteón de ladrillo cilíndricas de fuste liso y capiteles de elementos vegetales se eleva el copulín de aspecto neogótico. En el espacio intermedio se encuentra un grupo escultórico, formado por una roca, es alegoría del monte Gólgota, sobre la cual dormita un ángel que sostiene en una mano la corona de espinas. Detrás del ángel se encuentra una cruz, cuya superficie queda tratada mediante detalles figurativos de tipo vegetal (fig. 08). En cuanto a los panteones, quedan dispuestos en sus parcelas propias. En los cuales se precia la presencia del plano horizontal, que permite la colocación de diferentes elementos, se trate de representaciones de féretros o bien se produzca la representación a través de obras de bulto redondo, con notables aciertos en los resultados escultóricos. Como fondo de cierre visual, ofrecen un plano posterior en el que igualmente se presentan grupos escultóricos, en general de carácter figurativo.

IV.- Algunos mausoleos singulares

fig. 08. Villena. Baldaquino

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IV.1.- El cementerio de Villena: El Mausoleo García Forte Esta pieza ofrece resultados magníficos pues aúna diversas tipologías y aspectos formales de toda índole. Se encuentra algo retirada respecto de los dos ejes principales que ordenan el cementerio. Es una pieza exenta en su parcela, es de grandes dimensiones, la parte inferior la constituye un volumen muy contundente. Está resuelto a modo de mastaba, con las paredes ligeramente ataluzadas, siendo su textura establecida por las entrecalles horizontales que evidencian las juntas de los sillares. En la fachada orientada al camino principal, se aprecia la puerta de acceso al espacio que constituye el ámbito funerario del interior, que viene a determinar la imagen de la gruta o, a tal efecto, su rememoración simbólica. El hueco que sirve de paso queda enmarcado mediante dos columnas exentas, cuyo fuste es de superficie lisa, los capiteles que ofrecen formas de rememoración bizantina, sostienen un dintel de gran canto, en cuya superficie se encuentra inscrito el nombre de la familia titular, siendo el dintel de altura similar al entablamento que recorre los cuatro alzados. fig. 09. Villena. Mausoleo familia García-Forte Sobre la mastaba apoya una base cuadrada de altura considerable de la que, a su vez, se añade un obelisco cuyo arranque es un cubo con las caras ornamentadas de palmetas. Por encima se desarrolla en vertical la pieza piramidal, de caras acanaladas siguiendo un despiece vertical. Sobrepuesta a la superficie de terminación horizontal plana se encuentra la escultura que representa un Cristo redentor, se trata de una obra de bulto redondo labrada a mayor tamaño que la correspondiente a la figura humana. Una dimensión necesaria para afianzar la importancia de la propia figura, considerando a la altura en que se encuentra situada en la parte superior del mausoleo (fig. 09). IV.2.- El cementerio de Aspe: Obeliscos En esta necrópolis se encuentran tres sepulturas, resueltas con sendos obeliscos cuyos resultados formales resultan del mayor interés, además de los aspectos simbólicos que manifiestan. Su tipología responde a la que se desarrolla a lo largo de la historia de la arquitectura, con simbología de índole funeraria. En particular, en su aspecto obedecen a las características del monumento madrileño construido en honor de los patriotas fusilados por los ocupantes franceses el Dos de Mayo del año 1808. Aún más próximo en la geografía y la época cronológica, tenemos el antecedente es el monumento o cenotafio que fue dedicado a D. Trino Quijano, erigido en Alicante en honor de quién fuera Gobernador Civil de la Provincia, fallecido de cólera en el auxilio prestado a las víctimas de la epidemia declarada el año 1844. Aquellos elementos situados en el cementerio áspense son muy esbeltos y estilizados. Uno se compone de dos partes, la inferior es un pedestal de despiece clásico, sobre él se alza un obelisco muy esbelto, con las cuatro caras lisas. A su vez queda rematado Fig. 10. Aspe. Obelisco mediante una cruz de hierro forjado, de cuerpo calado. La presencia de la cruz supone un contraste muy acusado con relación al resto de las piezas, cuyo origen y extracción resulta de antecedentes paganos y carentes a cualquier referencia concerniente a la religión cristiana (fig. 10). El segundo panteón donde se encuentra la presencia del obelisco resulta tanto o más curioso. En efecto, nos ofrece una obra que ocupa la superficie completa de la parcela. Está

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terminado en horizontal mediante una enorme losa pétrea. En la parte interior de esa área, sobre un dado cúbico se levanta un pedestal, en cuyas esquinas hay sendos fanales o relojes de arena, asociados su presencia al discurrir temporal. Por encima del pedestal queda el obelisco. De nuevo, se trata de una pieza muy esbelta. En esta ocasión las cuatro caras están decoradas mediante elementos sobrepuestos iguales en todas ellas. Se trata de una corona en la parte inferior, un ánfora en la franja intermedia y en la franja superior queda una hoja de gran tamaño cuya forma es ovalada, que viene a sugerir sobre todo la punta metálica perteneciente a una lanza. El remate del obelisco consiste en un ánfora de superficie lisa. Para la ocasión este mausoleo carece de toda referencia iconográfica a la religión cristiana, de nuevo las referencias figurativas son por completo paganas (fig. 11). Hay un tercer obelisco, como en otros muchos, el enterramiento se encuentra rodeado de una cancela de hierro de escasa altura. Queda exento en el centro de la parcela del ámbito sepulcral. De nuevo aparece el pedestal con las reminiscencias clásicas. Por encima se eleva el obelisco, en esta ocasión se encuentra decorado en su mitad inferior de la altura. En las esquinas hay antorchas en disposición vertical y con la llama encendida situada en la parte inferior. Entre las antorchas hay guirnaldas con lazos que las atan a las antorchas en llamas. Estos elementos ígneos son motivos existentes en el mencionado obelisco del cenotafio de Quijano, ya referido en Alicante. El de Aspe ofrece la atención la presencia de cruces colocadas en la pequeña superficie triangular libre que hay en cada uno de los cuatro tímpanos de los respectivos frontones que rematan el pedestal. Como se ha repetido, siendo el obelisco una pieza tan pagana en su origen, son estas cruces los únicos motivos que guardan relación con la iconografía cristiana, induce a suponer pudieron ser colocadas tras una recristianización, fig. 11. Aspe. Obelisco llevada a cabo durante los primeros años de la última posguerra, esto es, hacia 1940 (fig. 12). Por su parte, la forma de pirámide completa y con soluciones rotundas, se encuentra en el cementerio de Novelda, corresponde a la sepultura de la familia de Joaquín Beneyto y Pérez. En efecto se trata de un enterramiento que ocupa una parcela de superficie cuadrangular, ligeramente alargada. Se encuentra rodeada por una cancela de hierro forjado, que apoya en pedestales situados en las esquinas, son prismáticos y rematados por pináculos piramidales de cuatro caras. Pero la pirámide como figura geométrica elemental, su proporción formal es casi la de un tetraedro, queda centrada en la sepultura. Tiene planta triangular y las caras aúnan en realidad corresponde a triángulos isósceles, visualmente se aprecian con dimensión de triángulos equiláteros, si bien es cierto que la altura de cada una de las caras coincide con la dimensión de la base. Por lo que en consecuencia las dos aristas oblicuas son ligeramente mayores que la situada en horizontal formando parte de la base. Con todo, la figura geométrica es una pieza de geometría elemental. De reminiscencias funerarias que deviene de las culturas mediterráneas de la antigüedad. Sin duda los antecedentes simbólicos están en las pirámides funerarias de las culturas egipcias, que más adelante deviene en los obeliscos. Pero además hay una lectura de fig. 12. Aspe. Obelisco reminiscencia masónica en la interpretación de esta pieza. Que resulta casi excepcional en el ámbito de estas necrópolis que venimos estudiando (fig. 13).

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V.- La influencia decorativa del modernismo El periodo elegido para el presente estudio, de manera general, comprende la influencia ornamental que se caracteriza por el marcado eclecticismo en las formas utilizadas. De las cuales una tendencia muy caracterizada viene constituida por la presencia del modernismo. En estas fig. 13. Novelda. Tumba familia Joaquín Beneyto Pérez necrópolis que analizamos, se aprecia la influencia figurativa de la corriente denominada Art Nouveau, principalmente en la formalización de algunas esculturas. Por lo general con respecto al tratamiento dado a las piezas resueltas en bulto redondo. Son esculturas que fueron realizadas sobre la piedra bateig, los autores conocieron de otras posibilidades ofrecidas por los mármoles locales, entre otros el mármol denominado rojo Alicante, que ofrece mayores y diferentes posibilidades en los acabados. Bien es cierto recurrieron a colores crema y en ocasiones al blanco y gris, siendo su procedencia la localidad almeriense de Macael. La segunda manifestación que encontramos en las terminaciones formales de procedencia modernista es la corriente con los recursos de la secesión de influencia vienesa. Estos elementos los encontramos sobrepuestos con preferencia a superficies y elementos arquitectónicos, con preferencia en los pináculos y pedestales, en los cuales se adecuan el desarrollo de las tres cintas desplegadas en vertical, por lo general terminadas en la parte inferior mediante un círculo de reducido diámetro. También aparece un disco de mayor diámetro. En principio se trata de un elemento geométrico sencillo y elemental. Aunque fig. 14. Novelda. Símbolo egipcio encontramos en él la simbología correspondiente al disco solar, que también es posible asimilar en la iconografía propia de aquella manifestación austriaca. Mostrando continuidad en la cronología y casi conservando la temática iconográfica, si bien con una representación más figurativa, apreciamos la influencia del arte egipcio de la antigüedad. Con la manifestación de la deidad de Orus representado por el disco o circula que representa la simbología del Sol, además de los numerosos rayos que lo acompañan. Sabemos que la influencia de determinadas formas egipcias tuvo gran repercusión con la llegada del art decó, cuando se produjo la exposición de las artes decorativas celebrada en París, durante el año 1925. Que, además vino a coincidir, con el fuerte impacto sociológico y el entusiasmo popular y científico, generado durante esos años con el descubrimiento de la tumba correspondiente al faraón Tutankamón (fig. 14). V.1.- Los elementos alegóricos Estas cuatro décadas en las que centramos el presente estudio, apreciamos la presencia de determinados elementos iconográficos que perviven y se extienden temporalmente en diferentes etapas culturas. Que proceden del pasado y se prolongarán en el futuro. Uno de estos elementos lo constituye la presencia del reloj de arena superpuesto a las alas desplegadas. Mediante esta representación se pone de manifiesto la alegoría del discurrir del tiempo, en cuanto que elemento de fluir temporal de la vida terrenal. También se reproduce una escena de presentación constante en el tiempo, con enorme difusión en nuestra área durante el siglo XVIII. Se trata de la presencia de la roca que supone la representación del monte Calvario o Gólgota. Se trata de una presentación que aparece muy simplificada en diversos lugares sagrados destinados al culto litúrgico, con preferencia situado en las iglesias y sus distintas dependencias. Se trata de una base siempre en forma triangular, apoyado sobre el lado horizontal, en cuyo vértice superior se sitúa una cruz. Mientras en el ámbito de estos cementerios que analizamos el tratamiento es siempre en bulto redondo.

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Conforme al tratamiento figurativo donde abunda en mayor o menor medida el detalle descriptivo. Se trata siempre de una roca, dispuesta en forma piramidal, sobre la que asienta la cruz de la redención. V.2.- Las virtudes teologales Las tres virtudes teologales se encuentran representadas en algunos panteones. Cierto que no abundan en número, aunque se pone de manifiesto su presencia En cuanto corresponde a la presencia de la Fe apreciamos la representación en dos versiones diferentes. De una parte se trata de la figura femenina, resuelta la escultura en bulto redondo, dispuesta la figura erguida de pie. En ocasiones también se encuentra sentada. En general apreciamos su representación con los ojos descubiertos, pero no falta la solución en la que una venda se los cubre, impidiendo así la visión física del mundo exterior. De otra, consideramos la Esperanza es, de nuevo, representada por medio de una figura femenina, cuya alegoría está materializada por medio de un ancla o áncora marina. Su alegoría de amarrar el barco e impedir su deriva es manifiesta. Por último cuanto respecta a la Caridad, la fig.15. Villena. Sepultura Familia García figura femenina atiende a dos o más niños de corta edad. En el cementerio de Villena encontramos un mausoleo en el cual se reúnen las tres figuras alegóricas. Se trata del enterramiento de D. José María García Catalán, en la misma placa realizada en mármol blanco se encuentra la inscripción de la fecha que corresponde al año 1928. En la parte superior y posterior, sobre una plataforma común queda centrado un pedestal, sobre él hay una escultura que representa un ángel alado, dispuesto de pie y en cuyas manos sostiene una custodia. Detrás queda una cruz, sin el crucificado. Podíamos suponer que el grupo corresponde a la representación de la Fe (fig. 15). A ambos lados quedan otras dos figuras. Éstas no ofrecen dudas en su identificación iconográfica. Pues a la derecha de la central, hay una figura femenina, se representa sentada y cubierta con un manto, con la mano izquierda sostiene un ancla, siendo la representación que corresponde a la Esperanza. En el lado opuesto la figura es también femenina, se ahora también sentada y cubierta mediante el manto similar a la figura situada en el lado opuesto. Sobre el regazo y recogido por los brazos sostiene un niño. La representación corresponde, sin duda alguna a la alegoría de la Caridad. El mismo cementerio ofrece una sepultura donde el mensaje iconográfico queda descrito, si cabe, con menos medios figurativos. Si bien con igual o mayor intensidad religiosa y piadosa. Se trata de la sepultura de la familia Cervera Mergelina que se realizó el año 1882. Es una bella pieza escultórica realizada en mármol blanco, apenas veteado. En donde se agrupa la roca con la cruz, simbolizando el Gólgota, o monte Calvario. Si bien, el ancla queda situada delante de la cruz, a la que se sujeta mediante una gruesa maroma que se enrolla a lo largo del fuste de la cruz. Estamos de nuevo ante la representación alegórica de la Esperanza, reducida para la ocasión sólo al elemento alegórico (fig. 16). fig. 16. Villena. Sepultura Esta misma representación la encontramos repetida en otras dos sepulturas. Una de ellas también construida en mármol blanco y veteado en grises. La base la constituye un tabernáculo, con un hueco de grandes dimensiones que cierra una puerta de dos hojas (fig. 17).

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fig. 17. Villena. Sepultura familia Cervera Mergelina

Sobre la clave y debajo de la crecería de la cubierta aparece una estrella de cinco puntas, de la que salen los rayos solares. Se manifiesta de una explícita manifestación que podemos identificar con alusiones de procedencia masónica. A un lado del hueco está la representación de las tablas de la Ley divina y al otro lado el ancla de la Esperanza. Unas guirnaldas de laurel con flores de rosas y lirios se despliegan rodeando estas formas. En cierto modo el tabernáculo se puede identificar igualmente con la gruta sepulcral, e incluso el propio Calvario, puesto que la cubierta se convierte en pieza de transición con la pieza rocosa, reducida a la expresión mínima. Sobre la roca se asienta la cruz construida en mármol, si bien simulando de manera figurativa dos troncos de árbol, cruzados y sobre los que descansa una guirnalda formada por flores de distintas especies. Una tercera sepultura logra menor destreza en la ejecución formal. Sobre la planta cuadrada de la lápida se sitúa centrado un pedestal cúbico. Sobre él queda la roca del Gólgota, delante de la cual queda el libro de los mandamientos, que apoya sobre el mástil del ancla, de la que solo se percibe las partes curvas inferiores y la argolla superior. De nuevo una cruz de piezas cilíndricas remata el vértice del calvario (fig. 18).

fig. 18. Villena. Sepultura

VI.- Bibliografía Bermejo Lorenzo, C. 1998: Arte y arquitectura funeraria: los cementerios de Asturias, Cantabria y Vizcaya (1787-1936). Universidad de Oviedo. Catalá Gorgues, M.A. 2007: El cementerio general de Valenia. Historia, Arte y Arquitectura. 1807-2007. Valencia. González Díaz, A. 1971: “El cementerio español en los siglos XVIII y XIX”. Archivo Español de Arte, nº 171, Madrid, págs. 289-320. Jordan Montes, J.F. 1996-1997: “Los viejos panteones, mausoleos y cenotafios del cementerio y Campo de Hellín (Albacete)”. Revista Imafronte, nº 12-13, págs. 163-178. Nicolás Gómez, D. 1992: “El estilo neogótico a finales del siglo XIX en la arquitectura funeraria del cementerio de Ntro. Padre Jesús y otros cementerios de la región de Murcia”. Murgetana nº 85. Murcia, págs. 21-32. Nicolás Gómez, D. 1994: La morada de los vivos y la morada de los muertos. Arquitectura doméstica y funeraria del siglo XIX en Murcia. Murcia. Saguar Quer, C. 1990: “Arquitectura modernista en los cementerios de Madrid”. Goya nº 217-218. Madrid, págs. 65-77. Fotografías.- Las fotografías que aparecen en el presente artículo son propiedad de los autores del mismo.

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